In salita e in discesa, in bici e non solo...

La ciclabile, il Sabotino… ‘ndo Collio collio
“Ucio! Ciclabile dell’Isonzo da Solkan abbinata a trail fuoripista utili e dilettevoli. No Korada. No Sveta Gora. Organizzi un giro?”
La local legend trasforma il Kolovrat in Sabotino, mischia le carte, si palesa prudente, sotto sotto mente.
Bussola piagnucola: ma ci sarà tanto dislivello?
Esperanta fraintende: ciclabile? Presente!
Spargel si preoccupa: dove si mangia?
Ritrovo al Ponte del Calvario, Icefoot è speranzoso.
Dal Ponte del Calvario al nuovo ponte sul Soca, che la gita abbia inizio.

La ciclabile è bella, frequentata ma rilassante. Si incunea tra Sv. Gora e Sabotino offrendo scorci notevoli.


La seguiamo fino a Plave alla vana ricerca di un baretto aperto. “Vaivai… faremo i conti a casa!”. Dietrofront fino a Prilesje dove il punto d’attacco si inserisce nella forestale che si innalza di 300 metri verso il Sabotino.
Ed inevitabilmente, la non dichiarata ma palese lotta intestina, segue il suo corso.
Quello in blu parte con il solito attacco tatticamente sconsiderato.
Quello con la rossa lotta costantemente con l’abbondanza di liquidità.
Al papà di Taddeo non resta che involarsi in una scalata che farà sua a mani basse, rigorosamente nude.
E mentre nelle retrovie quattro libertini mettono in atto un audace scambio di coppie, Spargel pensieroso si interroga su chi cavolo sia Taddeo.
Una lingua d’asfalto ci accompagna verso la cima del monte, luogo di atroce sofferenza che costantemente viene portato a memoria da trincee e monumenti.


Ucio detta i tempi, l’agriturismo di Gonjace ci aspetta. Ma in vetta al Sabotino non possiamo non prenderci il tempo per una birra veloce ed una rapida escursione.


Sotto di noi il Soca, di fronte a noi Sveta Gora.


Si rilingua l’asfalto al contrario, il Prof si sente indipendente.

La Gostilna è incastonata in un posticino delizioso, sotto la pergola a vite con vista sul Collio.

Mangia, bevi, chiacchiera, scruta. E scrutando bene… e lì, sta arrivando.

Facciamo in tempo a pagare, correre verso il luogo più adatto per capire la direzione della cella temporalesca: la torre panoramica di Gonjace, 23 metri, 144 scalini.
Dedicata ai caduti della seconda guerra mondiale.


E comunque sì, la pioggia sta puntando verso di noi.

Ci fiondiamo al caratteristico paese di Smartno ancora speranzosi.

Viene giù il diluvio, troviamo riparo sotto una tettoia privata. Per lasciare sfogare la pioggia, Icefoot propone di ammazzare il tempo con una sfida di “endurance plank”.
Aderiscono solamente il Prof ed Esperanta.
Tre sono le certezze che scaturiscono dalla situazione:
1. Bussola e Cinci sono boomer certificati.
2. Esperanta arriva terza.
3. Il plank ammazza il tempo (brutto).
Infatti, a fine performance, Giove Pluvio si cheta ed i MIB sono pronti ad andare a chiudere il cerchio.
Ucio domanda: “volete asfalto o fango argilloso?”.
Che domande… è ora di andare a divertirsi!
Giù per Na Klancu (basta la parola) a tirar “svise” in precario equilibrio. Tanto di cappello alle due mule che si destreggiano con padronanza senza batter ciglio. Si passa per vigneti, si rubano ciliegie, si sconfina in Italia. E soprattutto si guadagna un bonus di 20 minuti!
Infatti Ucio estrae dal cilindro altri ghirigori in stile cambogiano tra liane, guadi, animali esotici e postazioni nemiche. La felicità è giocare come bambini ed oggi gli smerdoMIB ne sono un lampante esempio.

Non ci resta che puntare al Calvario, salirlo e non farsi attrarre da insane tentazioni.
Riusciamo a trattenerci e quindi a scendere lungo la strada per completare tutti interi un giro ricco di sorprese.
Ebbene sì, anche questa volta, ci siamo guadagnati la pagnotta…

alla città da questa strada
portavi l’aglio dolce
eccoti riposato dalla fatica
quando metti giù il carico per un momento
grazie, care donne,
per il duro guadagno di una pagnotta.