In salita e in discesa, in bici e non solo...

Railway to Heaven
Una lodevole iniziativa last minute di Loden non coglie impreparati gli instancabili scalatori MIB.
Last minute l’iniziativa, non certo la preparazione del tour che, studiato in ogni particolare, viene qui dettagliamente e divertentemente descritto dal suo autore (Railway to Heaven – prologo)
Quindi giro ad anello in zona Verzegnis, con salita, sempre salita, imprescindibile salita!
Però si parte in discesa…
Infatti dopo aver preso il caffè a Chiaulis e le brioches a Chiaicis perdiamo l’attimis ad Assais, luogo di partenza. Accidentis!! E adessis? Un repentino cambio di desinenza ci issa a sella Chianzutan, lo start è spostato qualche centinaio di metri più in sù.
Come abbiamo letto, Loden è la “leggenda locale” di queste zone, venuto in perlustrazione una miriade di volte. A piedi, in bici, in estate, in inverno. Cercare di corromperlo sul fatto che siamo già in alto non serve a scalfire la sua dura corazza di alpino tutto d’un pezzo, si ridiscende con le dueruote i 400 metri saliti in auto, la via studiata non si cambia.
Da Assais a casera Presoldon è una costante ascesa in mezzo al bosco, mai troppo pendente, con qualche rettilineo che ogni tanto consente di rifiatare. L’umido si fa sentire, la fame anche, le soste non mancano. Dopo due ore arriviamo a circa metà dislivello di giornata, la casera è molto bella e ben curata sia internamente che esternamente.

La dovuta sosta ci permette di ammirare il panorama verso la conca di Tolmezzo e soprattutto la prepotente piramide dell’Amariana, la cima prediletta di Cinci. Si pedala ora fuori dal bosco, la vista è più aperta, il capogita annuncia a breve sorprese inaspettatate. Ad una curva a gomito si apre lo sguardo su sella Chianzutan e le sue piste da sci. Dopo dura salita si vede il primo buco nella montagna, preludio a successivi “ohhh” di sorpresa.

Pochi viandanti solcano questi luoghi ameni. Arrivati al crocevia della sella tra Monte Lovinzola e Colle dei Larici veniamo ripagati delle fatiche che ci hanno spinto fino qui su. Siamo nei pressi della cava di marmo rosso del Lovinzola.



Il binario morto ci rende vivi quando sbucati al di là della galleria ferroviaria ci ritroviamo nel museo a cielo aperto della stazione di arrivo della teleferica, usata a suo tempo per il trasporto del prezioso materiale verso valle.




E’ il luogo ideale per tuffarsi nei panini, affogare nella Coca Cola fresca, sentire il suo inconfondibile sibilo di sgasatura. Il posto affascinante e sorprendente stimola anche la fantasia per progetti da attuare per il futuro inverno: la squadra di bob a quattro non vede l’ora di cominciare.

Ritornati sui nostri passi verso la sella, Loden estrae un altro coniglio dal suo tecnologico k-way. La rinnovata casera Val ci aspetta.

Come nel ricovero precedente anche qui troviamo tanta cura e abbondanza di suppellettili degne di un hotel di categoria. Due cani abbaiano facendo il loro dovere, immersi in questa conca nascosta allunghiamo lo sguardo verso forcella Cormolina. 130 metri di sano sburtan ci aspettano impietosi.


La forcella si incunea nel giro delle creste aprendo nuove visioni ma senza cambiare l’attuale tema dominante, a spinta di qua in su, a spinta di là in giù.




E dopo lunga transumanza, la piana erbosa accoglie muscoli pronti ad esercitare nuovamente movimento rotatorio, non prima di aver consultato moderni gps.


La lunga traccia erbosa sfalciata di fresco, (Loden top organization), abbraccia il monte Cormolina puntando verso forchia Rizzat. Il leggerissimo saliscendi ben presto si trasforma in un scendiscendi aereo e spettacolare. Panorama che scorre dapprima verso la valle del Tagliamento e poi si incunea nella val Preone. Altri “ohhh” di meraviglia…


Arrivati nei pressi di malga Palis il comitato d’accoglienza ci aspetta festante.



Ci catapultiamo giù per la forestale, ritmo andante seguendo il tornante. E siamo in val Preone, ai più sconosciuta. Le nuvole minacciose non ci preoccupano, quasi danzando in leggera discesa seguiamo la strada sinuosa che segue il torrente Arzino.
Giungiamo infine all’attacco della salita del versante opposo di sella Chianzutan che ci permetterà di chiudere il cerchio. Lambiamo solamente Pozzis, luogo di museo e cronaca nera. A coppie risaliamo i non impegnativi tornanti, profumo di pappardelle al cervo guidano i ciclisti al pasto di mezzo pomeriggio. Quattro birre riempiono di benzina quattro bikers estremamente soddisfatti, riempire di benzina una quattroruote che ci riporti a casa sarà l’impresa più ardua di giornata!
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto