In salita e in discesa, in bici e non solo...

Briscola vigliacca ovvero l’anello delle Pale
“Cala l’asso! Cala l’asso!”
Questa vocina insistente si insinua nella testa di Icefoot quando ultimo del giro di cinque cerca di sorprendere avversari e compagno nella mano decisiva di briscola vigliacca. La mossa è così sorprendente che nella stanza 305 del residence di San Martino cala il gelo misto a stupore e rassegnazione.
Il risultato sarà un disastro!
“Cala l’asso! Cala l’asso!”
Questa vocina insistente si insinua nella testa di Icefoot quando scopre che la prima domenica di settembre è l’ultimo giorno di apertura degli impianti di risalita di Falcade, ultima possibilità quindi per effettuare il tanto desiderato anello delle Pale di San Martino. La mossa è così invitante che il solito manipolo di entusiasti non si lascia sfuggire la proposta, cinque affiatati bikers sono pronti a sbarcare sulla luna.
Il risultato sarà un successo!
Alla sveglia mattutina il balcone vista Pale ci regala cielo sgombro e aria tersa. La luce ci guida, il mattino ha l’oro in bocca.

Pronti a godere l’immensità dell’ altopiano, ci trasferiamo verso l’alto in maniera lineare, la fatica è praticamente impercettibile.

La percezione emotiva, di ciò che vediamo e di quello che ci aspetta, è sensazione da togliere il fiato… Anche letteralmente, ce ne accorgeremo ben presto.

Pedalare fino al rifugio Rosetta è vietato, sebbene praticamente soli, siamo ligi alla legge.


L’altopiano delle Pale fa parte del gruppo montuoso più esteso delle Dolomiti e si sviluppa per circa 50kmq (fonte Wikipedia). Lasciato il rifugio ci immergeremo in svariati km di superficie rocciosa, quasi lunare, in assoluta solitudine.


La ricerca dello scatto perfetto è solo all’inizio, oggi gli occhi lavorano più delle gambe.



Problemi di orientamento non ce ne sono. Si segue la traccia evidente ed i bolli biancorossi in costante fila indiana.



Mentre il Prof combatte con gli affanni da altitudine, Loden passa direttamente allo svenimento.


Durante le pause intervallo si parla del più e del meno, del volte e del diviso, insomma di numeri. Cataloghi, catalogazioni, divagazioni…





Il passo Antermarucol, oltre ad avere un bel nome, è snodo verso l’ultima parte rocciosa e più aerea.



L’abitato di Gares è ai nostri piedi, incuneato nell’omonima valle, alla base di spettacolari creste.


Abbandonata definitivamente la roccia inizia la discesa che sostanzialmente si divide in due tronconi separati a circa metà percorso dalla casera Campigat. La prima parte è più filante ed aerea.


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La meritata sosta ci prepara ad una seconda parte più tecnica e adrenalinica, fatta di tornanti stretti e pendenti, radici e gradoni, scalette e gradini. In un particolare passaggio ardito il Prof adotta la tecnica del “salta e lancia”, lui rimane sul posto, la bici parte per la tangente!


E’ circa mezzogiorno quando arriviamo a fondo valle nei pressi del frequentatissimo rifugio Capanna Cima Comelle e della vicina area picnic. La punta di diamante del giro odierno è completata ma i successivi gioielli che ci aspettano sono tutt’altro che bigiotteria di bassa lega.

A cominciare dalla facile ciclabile che collega il fondovalle con la deliziosa Canale d’Agordo, paese dei murales e dei paparazzi.


Per continuare poi in salita verso Falcade lungo la valle del Biois solcando la Via Crucis dedicata a Papa Luciani. Eccoci all’attraversamento della quindicesima stazione.

Arrivati a Falcade il programma recita:
• chiusura impianti fino alle 14
• approfittare per effettuare pausa pranzo
• far sfogare la prevista pioggia e temporale
• approfittare per effettuare pausa pranzo
• capire cosa intende Cinci quando vuole un nero
• capire cosa intende Loden quando vuole una birra
A parte l’ultimo punto tutto il resto verrà completamente esaudito.
Infatti dopo aver preso i due impianti che ci elevano di 1000 metri sul pianoro alla base del Col Margherita, il patto con Giove Pluvio viene rispettato. Il Grande Puffo ha intercesso per noi.

I Muli che sussurravano ai cavalli…



Colori e atmosfere incredibili ci avvolgono prima di scendere verso Passo Valles.



Riscofiniamo in Trentino per strada e ci catapultiamo in discesa verso la sconosciuta e sorprendente val Venegia.


Una lunga lingua bianca perfettamente battuta sale per quasi otto chilometri verso la Baita Segantini, al cospetto del versante ovest del Gruppo delle Pale. Tanto belli quanto inaspettati, respiriamo panorami a pieni polmoni.




La mucca che sussurrava ai Muli…

Il sole si abbassa, le ombre si allungano, i problemi si risolvono, le papere si asciugano.


E’ tempo solo di scendere e di portare a compimento questo prezioso anello che resterà indelebile nei nostri ricordi. Passo Rolle si raggiunge per sterrato, San Martino di Castrozza attraverso sentierini filanti e divertenti nel bosco. Arrivati a destinazione scaviamo il tempo per la birra della staffa. Loden… non potresti ordinarti una Coca Cola?
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto
AAAAAAAAArghhhhh……..che nostalgia canaglia!!!!!….e son passati solo 3 giorni….