Tornati a casa, lessi.

Da Tarvisio a Trieste in bicicletta, attraverso le Alpi e Prealpi Giulie della Slovenia.

Durante l’inverno, il Prof progetta e accumula tracce su Komoot, sgranocchiando in anticipo quel senso di libertà che solo la scoperta lenta può dare.. .ma ovviamente senza realizzarli.

Ci pensano Icefoot e Cinci, superstiti MIB, tra una birra chiara e una birra scura, a prendere una decisione condivisa, lineare e tosta: quello che ci vuole per i tre vaccinati è una vacanza da nord a sud con 5.000 metri di dislivello!

L’idea è semplice: salire a Tarvisio in treno e ridiscendere pedalando per 270 km verso l’Adriatico attraversando la Slovenia montana.

“Ma in quanti hanno la nostra idea?”

Le regole sono semplici:

  • se la strada è facile, si evita;
  • in direzione nord-sud si scavalca tutto quello che si trova nel mezzo;
  • se si vede una pozza, un tuffo è obbligatorio.

Per le borse da viaggio, sponsorizza il Prof, accumulatore di gadget bikepacking.

La catena sul manubrio è quella che pesa di più

La storia ha un inizio, una durata e una fine. Il trio arriverà al suo mare. Ma come si fa a raccontare tre giorni intensi, faticosi, sorprendenti, dolorosi, affamati, appaganti, insonni, divertenti, assolati?

A ruota libera, possiamo ricordare che…

…l’organizzazione va subito a farsi benedire. Si pensa di partire in 3, e ci si ritrova in 5…

Intrusi (ed eroi) passeggeri – (Tarvisio)

…pedalare è sano, ma non bisogna dimenticare il benessere psico-fisico…

“Sono in formissima!” – (Kranjska Gora)

…le regole devono essere rispettate…

Pesci surgelati – (4°C al lago di Jasna)

…gli incontri inaspettati sono quelli più appaganti…

Non c’è dubbio su chi ce l’ha più lunga…la vita! – (tiglio monumentale in Val Radovna)

…alla stanchenza del Bussola non bisogna mai credere.

“Basta pozze! Vogliamo un ristorante!” – (lago Kreda)

E infatti, al Bussola è dovuto l’omaggio fotografico dell’unico giorno in compagnia, in quanto il suo rientro alla base, lungo migliaia di chilometri, si è concretizzato al buio, senza batterie, lungo strade sconosciute. Nessuno è matto quanto lui…

Ma dove avrà trovato le energie?

E il Medioman? Pur avendo pedalato una distanza per lui da record, entrando ed uscendo dai confini Covid, ci aveva già lasciato dopo le prime vasche.

Ormai solo, il trio prosegue lungo le linee più erte…

“Spero che dietro l’angolo inizi la discesa!” – (Altopiano Pokljuka)
“Eccolo, il dietro l’angolo!” – (Jereka)

…dove è bello mescolarsi alle tradizioni.

Bellezze locali – (Stara Fužina)
Come aggiungere piombo al proprio bagaglio – (market)

Alla fine della prima tappa, si festeggia in modalità frivola…

“E’ qui la Love Parade?” – (Lago di Bohinj)

…dove condividere un asciugamano in tre non ha prezzo.

Pesci scongelati – (15°C al Lago di Bohinj)

Alle prime luci, realizziamo che i simboli totemici hanno un loro perché…

Monte Tricorno e corno – (Ribčev Laz)

…e che il mattino ha l’oro (e l’uovo) in bocca.

Le regole sono fatte per non essere rispettate – (Bohinjska Bistrica)

Un viaggio si vive attimo per attimo, perché i ricordi e i racconti sono sempre parziali.

Le cose grandi sembrano piccole e quelle piccole sembrano grandi…

La nostra fame è in proporzione – (Zgornja Sorica)

…soprattutto dopo l’adeguata idratazione.

Minestrina (benzina) per il Prof

Il Piano però non è definito. Al secondo giorno rimane un grosso dubbio se girare a destra (strada impestata in salita nel nulla) o a sinistra (strada verso la civiltà). La scelta non è facile.

I dubbi del cicloturista

Ma la decisione può aspettare. Davanti a noi c’è un altro gigante da scalare. Icefoot mugugna pensieroso, il Prof si lancia all’attacco.

“Fai una faccia mona per la foto”
“Uso lo zoom che non vedo bene dove dobbiamo arrivare” – (Monte Porezen)

I mezzi parcheggiati in fondo valle dovrebbero accendere in noi qualche dubbio sulle strade che troveremo.

“Perché non ci sono ciclisti da queste parti?”

La pendenza taglia le gambe. Elemosiniamo acqua che evapora alla sola vista. Lo sburtan-bike diventa l’unica opzione.

“Cinci, non far da tappo!”

Uscire dal bosco equivale a uscire da un tunnel di stanchezza.

“Ciò, che bel… meritava veramente”
“Dai… Facciamoci 50 foto” – (Cima del Porezen 1.630 m)

Il mitico rifugio di antipatica “uciana” memoria, deve essere sfidato nella bontà culinaria. Dopo non facile scambio verbale tra idiomi sconosciuti, assoporiamo di gusto “sbobba con ciccia” e caffè turco.

Foto ricordo di rifugio raramente aperto – (Planinski dom na Poreznu 1.585 m)

Davanti a noi solo lunga, lunghissima discesa. Il trasferimento verso sinistra (la decisione è stata universalmente condivisa a Cerkno), ci porta ad Idrija. All’imbrunire, non abbiamo ancora prenotato una camera. Ci pensa Icefoot a trovare una soluzione, 400 metri più in alto.

“Non c’è tempo per fare i turisti” – (Idrija)

Solo dopo aver fatto rifornimento allo stomaco con ottimi žlikrofi e vari sughi, alla luce delle torce si sale per 1 ora verso le mitiche donne del “B&B na Kluk” in un luogo paradisiaco. L’attesa del silenzio idilliaco e della dea madre e dea figlia impegna le nostre chiaccherate. Ancora oggi ringraziamo Icefoot della amara (sonora) scoperta.

“Buona la colazione, ma non la rumorosa strada statale” – (Govejk)

Il terzo giorno non promette nulla di buono, se non l’impossibilità di sbagliare obiettivo, ovvero un toc’ a Barcola 100 km più in là.

“Ci è semblato di vedele un tempo di melda”

Ma chi sà osare, viene premiato. La valle del fiume Idrijca incanta i suoi viandanti.

“100 volte a Idrjia e non l’avevo mai visto” – (canale Rake)
“Quasi quasi mi faccio un tuffo…visto che devo”
“Dober dan, voulez-vouz nudar avec moi?” – (Idrijska Bela)
“Veloce, prima che rivi i fioi…”

Ormai sembra fatta. La distanza si riduce. Il tempo migliora. Le sorprese non finiscono.

Incanto ed incantati – (Piana di Zadlog)

All’ultima salita, alle ore 12.00 si parte spediti. Ma senza fare i conti con l’oste… che di lunedì, non si fa vedere fino alle 17.00.

“Dai, che tra poco se magna!”
“Vi prego, sono le 17.00… datemi della pasta al ragù!” – (Dutovlje)

La fame è una brutta bestia… e accende istinti primordiali.

“Co-co-co… vien qua!”

La vista del mare annacqua la fatica. Il bagno battesimale è fatto. I corpi sono lessi. Le anime sono segnate. Un progetto e un viaggio fantastico si sono conclusi. E il trio guarda avanti…

“Cinci, cossa te vedi?” – (Barcola beach)

Solo la catena di Icefoot ha guardato in basso, cedendo per stanchezza proprio all’ultimo metro.

Dettagli

Percorso in tre tappe da Tarvisio a Trieste lungo circa 270 km con 5.000 metri di dislivello.

Tarvisio si raggiunge in treno (13,30 euro di biglietto + 3,50 euro di supplemento bici), con orari comodi nel week-end e prezzo scontato (-20% con WeekendFVG).

Tutto il percorso si sviluppa prevalentemente su strade asfaltate: da Tarvisio a Bled (e qualche chilometro a Bohinjska Bistrica) lungo piste ciclabili, il resto su strade asfaltate (con e senza traffico). I tratti sterrati riguardano la salita e discesa dal monte Porezen (con sburtan-bike) e la salita da Zadlog verso la strada 936 di Col.

Le salite impegnative sono:

  • da Mojstrana, per 3 km, verso la val Radovna;
  • la salita all’Altipiano Pokljuka;
  • la salita da Bohinjska Bistrica verso il passo Zgornja Sorica;
  • il monte Porezen (estremamente impegnativo);
  • la salita verso il B&B a Govejk;
  • la risalita da Idrijska Bela alla strada 936 per Col;
  • la lunga ma leggera salita dalla Valle del Vipacco verso Monrupino.

Per le due notti abbiamo alloggiato presso:

  • appartamento Malej a Ribčev Lav, comodissimo per l’area del lago di Bohinj;
  • B&B na Kluk a Govejk, scomodo in bici, comodo in auto, e distante 8 km da Idrija.

Ovunque il costo medio, con abbondante colazione, è di circa 40 euro a persona.

Il periodo di ferragosto (altissima stagione) non è indicato per visitare le zone indicate. La possibilità di trovare alloggio è pari allo zero.

Idem dicasi per trovare ristoranti e trattorie aperte il lunedì. La qualità, quantità e prezzo dei cibi sono sempre ottimi (in media 13-18 euro a testa). Si ricorda che mezzo litro di birra costa 2,50 euro.

Il bagaglio è stato pensato in modalità bikepacking, per evitare zaini sulla schiena. Il capiente borsone sottosella si è rivelato sufficiente e comodo, ma con problemi di forma (è fondamentale distribuire i pesi del bagaglio nel modo giusto) e di stabilità (in funzione di sella, cinghie, tipologia di bici). Valutare bene PRIMA di partire.


Primo giorno


Secondo giorno


Terzo giorno


Post scriptum

La traccia (progettata a gennaio 2018) ha già ispirato una gita di 3 giorni di Duracell nel 2020, ma con diverso sviluppo planimetrico. Il buon amico ricorda:

Il fondo, per l’80% asfaltato su strade secondarie e poco trafficate, è stato di aiuto per le salite e per il fondoschiena, ma anche per ammirare la bellezza dei paesaggi e delle immense foreste del Parco nazionale del Triglav, del lago Bohini, della valle del fiume Idrija, della Vipava.

Viaggiare in bici va comunque aldilà di ogni dato tecnico, e solo chi lo ha provato può capire le emozioni che si provano a muoversi sulle due ruote con la forza delle proprie gambe, ammirando ogni metro di percorso ed assaporando gusti e tradizioni dei borghi che si attraversano. Tradotto significa una marea di foto e video, grigliate, rane fritte, Zlikrofi, jota e fiumi di Lasko!

Duracell e Mauri

Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

3 commenti

  1. Bene ma non benissimo, la prossima volta fatelo al contrario….SCHERZO!!
    Top quality as usual.
    Bravissimi!

    Manca solo il filmato di uno scketch in stile Aldo Giovanni e Giacomo che improvvisano il nuoto sincro in Tre uomini e una gamba, forse prorio nello stesso laghetto.

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