M’Illegio d’immenso

Ma come ho fatto a vivere senza Illegio?

Il giro di oggi si riassume in questa sorpresona… il fare una curva e rimanere fulminati da un pianoro fluorescente, scoprire la fonte Touf e i mulini secolari, lustrarsi le pupille dinnanzi meravigliose case con corti e scoprire chi è don Alessio Geretti.

Chi è don Alessio Geretti? E’ chi negli anni ha reso Illegio il gioiello culturale dove Uffizi, Musei Vaticani e Louvre mandano a respirare sana aria di montagna i Tintoretto, Anton Van Dyck, Claude Monet e Pablo Picasso.

Una villegiana mi parla a mitraglia in una lingua sconosciuta… bastano pochi minuti per conoscere anche la cameriera rumena, i turisti abituali, il vecchio riservato e la curatrice culturale. E sono solo le 10.00…


Inforco la bici alle 8.13 da Carnia col pilota automatico. Conosco la strada… anzi, no.

Mi ritrovo sul ponte abbandonato che abbandonato più non è. Anzi, è vivo, vegeto e in controcorrente.

Meglio guardare la traccia per evitare brutte sorprese. A qualcuno, è già andata male…

La pista ciclabile FVG 8 mi accompagna verso Amaro e mi dirotta verso…

Prima di entrare in Tolmezzo, dévio per il conoide di deiezione dei Rivoli bianchi.

Il geosito è sulla destra, ma è sulla sinistra che si posano i miei occhi, per le due ferrate che Icefoot mi porterà a fare.

E’ dopo una curva che avviene il miracolo…

Il giro prevede dislivelli per saltare da valle in valle. La mia mèta è ora la Val d’Incaroio fino a Paularo.

Devo a malincuore rinunciare alla Cascata di Salino e a Dierico perchè sono in ritardo sulla tabella di marcia… E’ già ora di pranzo e non sono a metà dell’opera.

Le tagliatelle con sugo di cervo sono i miei spinaci per l’assolata e ripida salita verso Ligosullo. Al bivio, decido di riservare il Castello Valdajer a quando ritornerò per una tre-giorni (questa, infatti, è una esplorazione…).

Allo spartiacque con la Val Pontaiba, mi stupisco della creatività delle tappe friulane del Giro…

Inizia la lunga discesa verso Gemona. Attraverso Paluzza, Sutrio, e da Arta Terme riprendo la FVG 8 verso Zuglio, Lorenzaso, Casanova e Tolmezzo.

Rimango a bocca aperta di come Tolmezzo sia attraversabile in totale sicurezza con questa ciclabile “invisibile” ma efficente (nel frattempo divenuta FVG 6).

Raggiungo Cavazzo Carnico ed i suoi canali e punto con entusiasmo verso la Pieve di Santo Stefano di Cesclans. Ma la strada è chiusa per lavori e quindi mi conforto alla ricerca del misterioso “pesce rosso”.

Dall’altro osservo il lago di Cavazzo. Scendo verso il ponte romano di Somplago. Archeologia e tecnologia sono a un tiro di schioppo…

In mezzo, il Villaggio Enel con baite in legno (?!?!?). E’ una delle stranezze di questo posto…. e non è la sola!

Alla stazione di Gemona, verifico gli orari. Ho 1 minuto per non perdere il treno.

Ma oggi è una giornata fortunata.



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.