In salita e in discesa, in bici e non solo...

Battesimo sul Trstelj
14 giugno 2020
Cinci ed Icefoot reduci dalla conquista del Monte Paularo del giorno prima, Bussola reduce dall’infortunio al ginocchio di tre settimane prima, Medioman reduce da una vista poco motivante dalla finestra di un’ora prima.
E poi c’è Roberta, mula tosta ma novizia della mtb, che sceglie una giornata con pioggia per il suo battesimo con i MIB.
La somma di tutte queste componenti indica senza dubbio il programma da seguire: 3 giri intorno al Sincrotrone per riscaldamento, presa di confidenza con la Trek nuova di pacca, andata e ritorno fuoristrada lungo l’imperiale fino a Sesana approfittando della riapertura dei confini.
Andrà proprio così?
Non potendo dare giudizi tecnici sulla ciclista per non averla ancora vista all’opera, l’attenzione degli esaminatori si concentra inizialmente sulla bici.
Cinci: linea pulita, mi piace!
Bussola: bici pulita, mai vista!
Medioman: freni dinamici, perfetti!
Icefoot: colore stupendo, spettacolo!
La pioggia smette di cadere, scartiamo il primo itinerario, Bussola propone: “già che siamo già ad Opicina, perchè non andiamo sul Trstelj?” Detto fatto, che l’avventura abbia inizio.
Le idee non sono ben chiare su quale sia il tragitto da seguire ma la fantasia non ci manca, l’istinto neppure. Dopo Borgo Grotta ed un inutile lungo tratto d’asfalto, il primo pertugio utile ci rimette in contatto con la natura e la nostra vera essenza di esploratori.
Già dopo pochi chilometri ci rendiamo conto che Roberta è dotata di buonissima gamba e soprattutto di un imprescindibile spirito di adattamento. Siamo nei pressi di Sagrado, saliscendi più o meno noti, nell’incertezza scegliamo i secondi. “Cogoli” umidi, rami infidi, buche nascoste… non staremo esagerando?
“Avanti verso l’ignoto”, sprona la novizia… non potevamo chiedere di meglio.
In quel di Sgonico scelta obbligata per il passaggio a nordovest, dopo qualche mese andiamo a riabbracciare la Slovenia ed a rituffarci in ambienti familiari perduti per qualche tempo.
Quindi dopo tosta salitina si scollina, si sconfina, si reintegra, non ci si disintegra.
Infatti il taglio dei tornanti verso Veliki Dol per sentierini umidi ed impegnativi sono un altro banco di prova che verrà superato alla grande. Sellino basso, gomiti larghi, baricentro indietro… consigli precisi e circostanziati: “Roberta, guarda Bussola, fai il contrario!”
Sullo sterrato che porta verso Volcji Grad, Cinci, Icefoot e Medioman sfiorano la rissa per questioni di orientamento. Bussola li declassa come galline starnazzanti e a Kregolisce mostra la sua superiorità pavoneggiandosi al cospetto della nobile specie.
Le sirene del golfo sono tentatrici, Medioman ne viene suo malgrado attratto, il tentativo del gruppo di trattenerlo non va in porto. A Volcji Grad è costretto ad abbandonare il giro per inderogabili impegni familiari collegati ad una ipotetica mancanza di vento dovuta all’alta pressione con fase barica attiva sui quadranti meridionali, con scappellamento a destra…
Cinci prende il comando e guida la truppa verso i suoi possedimenti di Sveto. Il Trstelj continua a farci l’occhiolino con le sue antenne di riferimento.
Sbrigate le pratiche burocratiche del mezzadro svetano, bisogna decidere il da farsi.
Salire verso la cima presuppone ulteriore sforzo, senza dimenticare che ci aspetta un lungo rientro.
Siamo premurosi verso la mula non conoscendo il suo grado di tenuta ma ci preoccupa anche Bussola, il suo ginocchio e gli evidenti segni di stanchezza che manifesta nel facile tratto tra Sveto e Lipa sono un campanello d’allarme.
Non possiamo certo biasimarlo e anche Icefoot dimostra sofferenza… Sofferenza a vedere l’amico di tante battaglie conciato a quel modo, tentato a mollare tutto e a svendere se stesso per una fetta di prosciutto ed un uovo sodo in un anonimo scantinato di Lipa.
Gli amici si vedono nel momento del bisogno, Icefoot fa uscire il coniglio dal cilindro proponendo la soluzione: evitare di andare verso Temnica a prendere la lunga e noiosa sterrata che porta verso la cima sostituendo il tutto con lo spettacolare sentiero dei quad, praticamente una specie di ascensore panoramico che ti sputa in vetta sul Trstelj senza quasi rendersi conto.
Difatti qualche minuto dopo…
Anche Roberta sembra visibilmente soddisfatta
E’ l’ora di essere ripagati delle fatiche finora sostenute, il rifugio è aperto, la minestra di orzo e lo strucolo cotto fanno a gara di bontà.
Festeggiamo e brindiamo quindi alla nuova mula in bici. Per l’occasione e con grande piacere si uniscono Tito e le sue tre sportivissime ragazze, arrivati pedalando per la “via normale”.
Tutto fila liscio, si scherza, si chiacchiera, si progetta il ritorno per un mai solcato single track consigliatoci da Tito. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco…
Caffè, conto, vestizione, saluti alla Tito’s family. Le bici sono parcheggiate una vicino all’altra. Quella di Cinci è vicina a quella di Roberta, troppo vicina…
Il rumore che la rossa in carbonio fa schiantandosi a terra é simile a quello di una vecchia quercia abbattuta al suolo. Roberta accenna un “…ops, non volevo…”, Bussola comincia a tremare, Icefoot singhiozza, le figlie di Tito si aggrappano alla mamma, gli uccellini smettono di cantare, il tavolo degli sloveni con i quad ammutolisce di colpo, un lupo ulula lontano nel bosco.
Cinci nel giro di un secondo sbianca, diventa paonazzo, sbianca di nuovo.
Si leva le scarpe, si infila un guanto tra i denti, comincia a correre su per il sentiero appuntito verso la cima del Trstelj.
Dopo dodici secondi esatti, dalla vetta un urlo disperato rieccheggia nella valle… NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
E’ ora di ripartire
Sperimentiamo quindi il collegamento verso Lipa percorso abitualmente da Tito e famiglia, risulta essere molto bello oltrechè sassoso e non banale. Denise e Nathalie meritano sicuramente i nostri complimenti.
Si continua quindi verso Temnica per collegamento erboso che ci fa scoprire un cimitero della prima guerra mondiale. Prima di affrontare il veloce sterratone che giunge a Zagrajec ulteriori tracce panoramiche arrichiscono il nostro background riempiendoci di gioia.
Siamo a Gorjansko, decidiamo di tornare in Italia passando per Brje pri Komnu. Quale occasione migliore per andare a visitare la sua affascinante dolina? Tutte le prossime volte tranne oggi, ma ormai il dado è tratto. L’osmiza è aperta, non ci andiamo, ma teniamo nota per l’immediato futuro. Alla fontana riempimento borracce, organizzazione del rientro.
In mezzo a distese prative e boschi sconfiniamo a Ternova, Roberta prova anche l’ebbrezza dei fanghi terapeutici.
Un po’ di stanchezza si fa sentire, ora l’asfalto viene ben accettato, un trenino di otto ruote fila via veloce fino a Gabrovizza. Scia Roberta, scia…
La sensazione di essere arrivati è effimera, ci aspettano ancora tre tratti fuoristrada uno più bello dell’altro. Quello tra Prosecco Stazione e Borgo Grotta fa brillare gli occhi a Cinci che non lo aveva mai calpestato. Utile e dilettevole.
Alla fine gli apparecchi elettronici sentenziano quasi 70 km e 1300 metri di dislivello per il giro battesimale della novizia, proprio niente male.
Quindi? Giudizio positivo? Assolutamente si.
La ragazza è troppo forte! Abbiamo cercato di metterla in difficolta in salita sassosa, su discesa bagnata, con lo sburtanbike, di perderla nella vegetazione, di seminarla su asfalto… niente da fare.
Teniamoci allenati almeno con le birrette, forse l’unico campo dove abbiamo ancora qualche possibilità di batterla!
Wow…girone con alcuni tratti per me sconosciuti. Finalmente i MIB elevano la loro bellezza grazie al 50% di quote rosa.