Torri, cascate, posti da favola e di fate

14 ottobre 2018

Seconda domenica di ottobre, le tentatrici sirene del golfo di Trieste sono difficili da respingere. Ma i MIB, ancora sazi del mare di Rab, decidono oggi di navigare su altre tipologie di onde. Non azzurre, ma di sfumature verdi, tendenti al giallo, tendenti al rosso.

Il redivivo Spargel ballonzola tra i flutti grazie al suo reggisella, la rotta da Gracisce verso Socerga è protetta dai monti della Ciceria, con il vento in poppa raggiungiamo la millenaria chiesetta di San Quirico.

Attraversata Socerga saliamo verso l’abitato di Sokolici, ci inabissiamo verso la prima bellezza naturale.

La discesa verso “slap Veli Vir” è tecnica e divertente, necessita abilità e controllo. In breve raggiungiamo la destinazione: è da un po’ che non piove, il tonfano comunque è pieno, Cinci ci fa un pensierino…

Lo spogliatoio però è già occupato…

Ritornati in superficie l’esplorazione continua, qualcuno cerca di rubare un “pallone”, potrebbe essere utile nel proseguio…

Trebese sullo sfondo, la Trebese Arena sulla destra… dove xe el balon?

Un giretto tra le case ci fa scoprire sentieri per future destinazioni verso la valle del Dragogna e svela angoli tipici di tradizione contadina.

Oggi gli amici di Corno sono accompagnati da Massimo, mulo entusiasta, curioso, esploratore… non poteva scegliere giorno migliore per unirsi al gruppo.

La seconda cascata è un rivolo d’acqua, il salto nel vuoto di circa 20 metri è notevole, meriterà ulteriore riscontro dopo giorni di Giove pluvio.

Con una arrampicata degna dei migliori sburtan ritorniamo in alto e comincia l’ultima e più avvincente caccia al tesoro: sette esploratori alla ricerca delle torri di Daber, sistema difensivo della repubblica veneziana contro le invasioni turche: dentro e fuori dal bosco, un sentiero, un altro, una stradina, tra i rovi, sulle liane, “dov’è Spargel?”, una piantagione, dentro i guadi, “saremo vicini?”, torna indietro, vai avanti, passa un turco, passa un altro, “e i veneziani?”, “si paga biglietto?”, “e se ci rubano le bici??”, “dove cacchio siamo???”… eccooooleee!!!

Ok le torri… ma Rapunzel dov’è?

Per il momento ci accontentiamo. Spargel, naso da tartufo, è andato in avanscoperta ad organizzare il banchetto, Belvedur e i suoi fusi sono conquistati!

Dopo i fusi (e le birre) siamo fusi. Ripartiamo verso Hrvoji e il suo campanile, il più alto della regione, i triestini del gruppo gonfiano il petto. E’ grazie ai nostri concittadini di qualche secolo fa, compratori di fagioli degli abitanti del luogo, che i locali riuscirono a racimolare i denari per costruire questa alta torre. Narra anche la leggenda che così nacque a Trieste la bora scura…

Ok il campanile… ma Rapunzel dov’è?

Destinazione Abitanti, ultimo avamposto dell’Istria slovena. Le nostre ruote solcano questa valle solitaria, ai bordi del confine croato, sembra di tornare indietro nel tempo tra resti di vecchi mulini e altane di caccia sparse qua e là.

L’ameno abitato che raggiungiamo dopo impegnativa salita è un posto da favola, fuori dal tempo e dal mondo…

Quante persone ci vivranno?

Cosa si nasconde dietro quella curva? La troveremo finalmente?

Come nelle più belle fiabe, non può mancare il lieto fine… ecco Rapunzel!!!

Spezzato l’incantesimo è ora di fare marcia indietro. Con nuova energia attraversiamo i paesini di Gradin, Sirci, Butari per rispuntare a Gracisce. Le ombre si allungano, le gambe e i motori spillano le ultime risorse di energia… spacchetta, impacchetta… alla prossima avventura!



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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