Anello delle Alpi Giulie

1-2 luglio 2017

Le condizioni sono favorevoli…
Ho due giorni a disposizione ed un servizio Trenitalia che con lo sconto mi porta fino a Tarvisio andata e ritorno in orari comodi.

L’idea è di percorrere un giro circolare nelle Alpi Giulie (in senso orario) che, abbinato al giro circolare del Mangart o Giro dell’Altopiano del Montasio (in senso antiorario), mi permettono di disegnano un occhiale perfetto.

Voglio pedalare lento, con l’idea di un pernottamento a Bovec.
Alla stazione Tarvisio Boscoverde scendo assieme ad una dozzina di ciclisti. Sono il solo a prendere la ciclabile verso la Slovenia.

Il tempo è splendido, anche se il meteo potrebbe peggiorare nel meriggio. Ma voglio osare.

Da Kranjska Gora, pullulante di turisti, inizio la salita al leggendario Passo del Vršič, con la benedizione di uno Zlatorog (camoscio d’oro).

Sono 24 i tornanti di storia e di fatica per gli allora prigionieri russi che li hanno costruiti e che ci sono morti. La Ruska kapelica, ora simbolo di fratellanza, è a loro ricordo.

Attraversare le Alpi Giulie vuol dire anche entrare in stretto contatto con la storia, con la sofferenza e gli immani sforzi delle truppe, di tutte le bandiere, che si sono confrontate su queste cime ed in queste valli.

Un gregge a quota 1611, passo stradale più alto della Slovenia, la fa da padrone e controlla la sottostante Val Trenta.

Gli altri 26 tornanti in discesa mi aspettano per portarmi ad altri due miei obiettivi…..
La statua a ricordo di Julius Kugy, cantore di queste valli e di queste cime, e la sorgente dell’Isonzo.

Da questo momento, il Soča sarà sempre mio compagno fino a sera.

A Trenta, visito il Museo del Parco Nazionale del Tricorno presso il Dom Trenta, diventando un esperto di tavolette tradizionali dipinte per alveare.

Proseguo verso valle, incrociando magiche forre (korite) e ponti sospesi.
Il Soča Trail, che corre parallelo al mio percorso, sarà l’obiettivo di avventure future.

Il temporale arriva, come previsto, ma si sfoga quieto in meno di 1 ora.

Bovec è raggiunta all’ora di cena. L’ostello mi trasforma in giovane studente, anche se il conto alla trattoria tradizionale è da sceicco.

Ho scelto di dividere questo giro giornaliero in due tappe, anche per questi godimenti…

Colazione abbondante e sole mattutino promettono bene.
La salita lungo la Koritnica mi fa scoprire la Fortezza di Chiusa – Kluže ed il suo museo.

Nei pochi chilometri che mi separano dall’Italia, le sorprese saranno tante…

Anche a Log pod Mangartom, dove trovo quasi per caso l’imbocco della Galleria di Bretto, con la sua storia di sviluppo, di vita e di morte…

Tanti sono i ciclisti che mi affiancano fino alla deviazione per il Mangart, già tappa del giro di un anno fa.
Mentre loro salgono, io scendo verso il confine, per una meritata carbonara in riva al lago.

Prima delle 14.00 sono già sul treno del ritorno, ma il cervello è già in continua produzione di idee e progetti futuri.

INFORMAZIONI
Non avevo il computer e non ho utilizzato il GPS.
Il dislivello è stato di circa 1.550 ml il primo giorno, da Tarvisio a Bovec, e di 2.550 ml complessivi.
Non ho una traccia, ma ho seguito la strada asfaltata, a parte brevi deviazioni lungo il Soča Trail in avvicinamento a Bovec.
Non ho una lunghezza esatta, ma presumo che i km siano circa 90.
Il tour può essere percorso anche in bici da corsa, nonché tutto in un giorno solo.

Il biglietto del treno può essere acquistato con lo sconto WeekendFVG.
Il museo del Parco Nazionale presso il Dom Trenta costa 5 euro.
Il biglietto per la Fortezza Kluže costa 3 euro.

Una notte all’Ostello Bovec (http://hostel-bovec.si) costa 18 euro in camerata, colazione compresa. Il giovane gestore parla anche italiano.

L’Isonzo, spesso quieto, si anima nelle korite (forre), facilmente identificabili lungo il percorso. E’ da non perdere una deviazione nella valle Lepena.

Qualunque mappa turistica vi indica tutte le bellezze naturali, le cascate ed i punti d’interesse. Io ho usato la Turistična Karta 1:40.000, Julijske Alpe, casa editrice Kartografija (mappa + guida).

La traccia è stata disegnata con Google Earth, quindi è imprecisa rispetto al percorso realmente effettuato.

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