In salita e in discesa, in bici e non solo...

Estate a Santo Stefano
26 dicembre 2015
Anche il giorno di Natale l’allegra coppietta gitaiola formata da Maverick e Cinci non si fa distrarre da tradizioni che la possono allontanare dalle proprie velleità ciclistiche e, approfittando del tempo libero messo a disposizione dalla festività, si mette subito a lavoro per pianificare la gita di Santo Stefano.
Un’inospitale e nebbiosa Trieste invernale fa venire la voglia di passare una giornata estiva al caldo e al sole: quale posto migliore della Carnia?
Idee poche ma non necessariamente buone buone, progetti fatti all’una di notte, poche ore di sonno… ci si ritrova e si parte alla volta di… ancora non lo sappiamo, verrà deciso durante il viaggio.
Optiamo alla fine per l’anello del Passo Sesis, itinerario recuperato da internet senza troppa consapevolezza, poco consci del chilometraggio e del dislivello che ci aspettano. Non importa.
Partenza da Pierabech, ricalcando per un tratto l’itinerario percorso in passato da un gruppo ben più nutrito di Muli In Bici (la prima 2 giorni).
Partiamo nel gelo della valle, pedaliamo per scaldarci, ci spogliamo per raffreddarci: tutto il nostro viaggio si svolgerà oltre i 1000 mt di quota, sopra il nebbione triestino e anche della bassa friulana, senza un alito di vento e baciati da un sole che ci farà sfoggiare dopo tanti mesi la nostra “collezione estate”, abbinata ormai a gambe non più abbronzate e forse non bellissime da vedere.
Arriviamo al Rifugio Sorgenti del Piave dove cibo e fotografie non vengono risparmiati… d’ora in poi sarà una sequenza senza fine di panorami, innevati o meno, soleggiati sempre, che ci sazieranno la nostra fame di conquista: fino alla prossima impresa ovviamente!
Puntiamo quindi verso il Rifugio Calvi, per raggiungere il quale ci aspettano circa un paio di chilometri estremamente duri che costringeranno allo sburtan-bike anche colui che non sburta mai… il Cinci!!!
Dal Rifugio Calvi il Cinci, ormai sburtanriscaldato, decide di improvvisare una escursione pedestre verso una ignota “Stonehenge” friulana, mentre Maverick si diletta con le fotografie.
Ricordato però che siamo venuti con le bici appresso, riprendiamo il nostro hobby principale e le spingiamo fino al passo Sesis, lungo un sentiero posto immediatamente sotto al monte Peralba, lungo i quale incrociamo un gruppo di tre alpinisti che stanno scendendo con picozze, caschetti e ramponi… in “leggera” contraddizione con i due figuri che in pantaloncini corti e maglietta, con le bici in spalla, salivano il loro stesso sentiero.
Arrivati sul passo lo scenario cambia: incontriamo un po’ di neve che ci fa camminare per un piccolo pezzo e dei fiumiciattoli ormai ghiacciati che ci costringono ad improvvisarci equilibristi, il tutto condito però da paesaggi che non ci danno tregua quanto a goduria.
Inizia quindi un’eterna discesa, in singletrack inizialmente, poi più ampia sul sentiero 140 che, costeggiando tutto il tempo il rio Fleons (da cui la Goccia di Carnia) ci riporta, lungo la valle, al punto di partenza.
Gira voce che Cinci lo abbia definito come uno dei giri più belli che abbia fatto!!!!
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto
Ma avete chiuso l’anello in senso orario !!! Avete fatto la discesa nella valle sotto al Fleons !!! AAAAAANNNNNI che devo farlo…..BRAVI