In salita e in discesa, in bici e non solo...

Azzardo Glazzat
Motivi per andare incontro ad un mezzo fallimento non mancavano di certo:
- Il meteo: piove a Trieste, piove in autostrada, piove a Moggio, pioverà alle 11, piove governo ladro.
- Il traffico: autostrada H4 slovena chiusa, contro esodo turistico, Fernetti scoppia, il Lisert blocca.
- Ucio: “è un giro di merda, sarà tutto bagnato, non troveremo posto in malga, se lo troveremo mangeremo da schifo”.
Però, oltre ad essere un inguaribile ottimista, Ucio ha doti di grande motivatore. Andiamo!

Tre galli di Trieste riescono quindi ad abbindolare due polli di Corno. La gallina dalle uova blu non si è fatta fregare.
Da Bevorchians inizia la conquista verticale del bosco degli Urogalli, non più un goccio di pioggia da qui fino a fine giro. Secondo azzardo andato bene dopo la totale assenza di traffico veicolare.

Bussola è il re degli UROgalli, ad honorem. Ma nonostante la preparazione in altura soffre le dure rampe che portano in quota.
Cinciallegro ma non troppo. Focalizzandosi ultimamente su discese nei rovi ha trascurato di allenare la gamba per le salite.
I tre elettrici davanti pedalano e chiacchierano amabilmente, constatando come i due ritardatari abbiano finalmente trovato un giusto equilibrio tra up&down, scarsi in entrambe le discipline.
Lo chalet Griffon ci sorprende. E’ un bivacco ottimamente arredato con vari posti letto ed estremamente accogliente anche nella struttura esterna. Incastonato in un contesto isolato ed incantevole.


Dopo sette chilometri di costante salita, la medesima non vuol saperne di finire. Saliscendi continui su forestale mettono in crisi anche le riserve elettriche. Ostacoli all’apparenza insormontabili vengono sormontati.


Giungiamo dunque ad un punto cruciale, lo sarà adesso e soprattutto più tardi. Non manca molto alla malga Glazzat ma le strade per raggiungerla si dividono. I friulani continuano per la forestale, i triestini si inerpicano in un sentiero erboso nel bosco, alternando pedali e sburtan, alla conquista del Cuel des Jerbis

Raggiunto il quale si scende verso la malga solcando un ampio sterrato ghiaioso. Col senno di poi la conquista del picco al contrario sarebbe stata migliore, ma con la pancia piena alquanto ostica.
E la pancia ce la riempiamo veramente di squisite prelibatezze in un rifugio praticamente vuoto. La coppia Ucia ci aspetta con l’antipasto in tavola, in attesa di un crescendo di sapori che va dalla polenta/frico/costine al dolce/gelato/caffè.

Per il rientro le strade si separano definitivamente. Verso malga Glazzat bassa, sella Cereschiatis e rientro asfaltifero per l’inossidabile coppia. Alla ricerca di emozioni forti e discese accattivanti per il trio restante. Che passa al belvedere prima di ricominciare.


Su carta, o meglio, digitalmente si disegnano i percorsi. Ma niente di meglio che rendersi conto in loco che ciò che si era programmato può essere migliorato. Siamo di nuovo nel punto cruciale precedente dove la vista di una traccia nascosta accende la lampadina. Decidiamo di deviare dalla via prevista. Sarà un azzardo? Sembra di no, poi di sì, infine definitivamente no.
Ci troviamo catapultati in uno splendido bosco dove tracce flow fanno scorrere le ruote su terreno asciutto e morbido. L’ebrezza dell’ignoto aumenta l’adrenalina e il piacere della discesa. Curve e controcurve, il fruscio delle foglie si mescola ai nostri “wow” di soddisfazione.
Arrivati alla attesa sterrata sappiamo che non è finita, tutto ciò fatto finora è solamente un surplus inaspettatamente guadagnato. Ci colleghiamo verso la traccia originale all’imbocco del Gran Cuel DH.

Bussola è gasato e prende il comando, Icefoot lo tampina, Cinci non molla il trenino. Quasi due chilometri di puro godimento, 400 metri di dislivello negativo fatti tutti d’un fiato in un percorso fluido, divertente, dall’arrivo decisamente croccante.
Siamo sulla strada, un chilometro di asfalto per il ritorno alla macchina ci serve per assaporare e condividere la gioia di un giro che poteva sembrare azzardato ma che ci ha premiato sotto ogni aspetto. Abbiamo forse avuto gran cu(e)l? Probabilmente sì, ma la fortuna va cercata e oggi non ce la siamo fatti sfuggire.
