In salita e in discesa, in bici e non solo...

Krvavec a pedali
“Krvavec” in ambito MIBenduro è un concetto chiaro: risalite meccanizzate per discese adrenaliniche.
Il progetto che i MIB pedalanti pianificano oggi invece è il seguente:
- Parcheggio auto alla partenza della cabinovia.
- Breve discesa e successiva svolta verso la lunga salita asfaltata che porta in cima.
- Conquistare un KOM togliendolo al collega Tadej Pogacar, bitumaro nato da queste parti.
- Mangiaebevi in rifugio.
- Esplorare i trail “Panorama” e “Jezerca”.
- Gustarsi la picchiata del godurioso “Muci”.
- Eventuale risalita in cabinovia per un secondo “Muci”.
Quando mettiamo in atto il punto 1 ci rendiamo conto che salta da subito il punto 7.
Il parcheggio vuoto ci fa capire che gli impianti sono chiusi per fine stagione.
Poco male, non era questa la nostra prerogativa.
Riguardo il punto 3 l’impegno è totale e la speranza tanta. Nonostante un ottimo trenino e cambi continui in testa al gruppo non riusciamo a raggiungere l’obiettivo. A nostra giustificazione bisogna ricordare che Pogi aveva avuto il vantaggio di pedalare una bici da corsa e in zone a lui familiari.
Con malcelato orgoglio possiamo così affermare che il distacco è stato comunque relativamente contenuto.

Durante l’ascesa incrociamo la discesa che verrà.

A Planina Jezerca usciamo dal bosco e si spalanca la vista. Proseguiamo oltre le sbarre e raggiungiamo l’arrivo della cabinovia che è anche la prima base del complesso sciistico.
Saliamo ancora, attraversiamo “Bambino”, arriviamo alla seconda base, zona rifugi.
I primi 1200 di dislivello positivo sono completati.
“Come i primi?” afferma esterefatto Odermat, “non siamo arrivati?”
Cinci propone:
“Zachesemo… perchè non andiamo a vedere se quel rifugio più in alto è aperto?”
Zachesemo andiamo.


Il rifugio è chiuso.
Icefoot propone:
“Zachesemo… perchè non saliamo fino alla torre della televisione slovena?”
Zachesemo andiamo.


Tornare indietro per la stessa strada non è nel nostro stile.
Bussola propone:
“Zachesemo… perchè non andiamo fino alla forcella lassù per veder cosa si vede dietro?”
Zachesemo andiamo.

E dietro, scrutando in lontananza, si vede l’altopiano di Velika Planina.

Ma si vede anche quell’edificio lassù.

“Zachesemo…”
Odermat sbotta:
“Zachesemo… perchè non andate a cagare?”
Zachesemo andiamo.
Lungo la pista di sci troviamo il collegamento che ci riporta al rifugio dove portiamo a compimento il punto 4. E qui il KOM delle birre lo vinciamo noi. Sfidiamo chiunque a pagare mezzolitro di bionda alla spina al funambolico prezzo di un euro e cinquanta. A stento tratteniamo Odermat pronto a riempire la sacca idrica per asporto.
Bussola ha finalmente messo la testa a posto. Con l’età si è reso conto che le protezioni potrebbero anche essere utili. Preservare ginocchia e gomiti dal freddo è fondamentale.

I leggiadri salitisti…

…si trasformano in agguerriti discesisti.

Si parte quindi per finire in bellezza il programma, parzialmente attraversando il trail Panorama e poi l’inedito trail Jezerca. Quest’ultimo ostico per il fondo sassoso ed insidioso in alcuni punti.
E’ un sentiero di collegamento divertente che evita la comoda discesa asfaltata per poi ricollegarsi nello spiazzo di Planina Jezerca.
Ed infine arriva l’ora del Muci. Icefoot e Cinci, forti di recente e pregressa esperienza, guidano Bussola e Odermat nella bellissima discesa. Oggi più di sempre il fondo è semplicemente spettacolare. Asciutto sui sassi, grippante sul terreno, invita a correre più del dovuto.
Sei chilometri di lunghezza e 800 metri di dislivello negativo che anche i due novizi del luogo affrontano con il sorriso stampato sulle labbra.
Arrivati euforici alla base siamo tutti integri e contenti. Forse, se l’impianto fosse stato aperto…
Però non lo è, così come non ci sono cevapcici ad aspettarci.
Non è un problema, qualche chilometro più in là, la sempre accogliente Slovenia ci attende con una pizza e quattro birre. Pardon… stiri pivo!