Selva di Ternova: in otto per un otto

Alla ricerca della prima aria frizzantina di stagione gli affiatati equipaggi del quattrocon e del quattrosenza si ritrovano nella valle del Vipacco, in quel di Lokavec, alle nove del mattino.

Più o meno.

La costruzione del giro su mappa digitale sembra avere tutte le caratteristiche per un’uscita da ricordare. Anche se, in realtà, qualcuno ha inizialmente omesso di ricordare che:

• se oltrepassi i limiti paghi dazio

• dimenticarsi il casco può costare sazio

• la e-bike senza batteria è un’extrema ratio

La salita che porta a Predmeja è tutta asfalto, per fortuna poco trafficata. Il nuovo animo stradista che alberga nei quattrosenza non disdegna la contingenza. Dal punto di vista meteo la giornata è splendida, serena e senza vento. Almeno fino ad un certo punto, più in quota cominciano a farsi sentire i primi brividi di freddo.

Il comprensorio di Tiha Dolina è idilliaco, fuori dal mondo e particolarmente affascinante.
Preludio ad un passaggio in un bosco da fiaba, reso ancora più spettacolare dai colori e dalle sfumature autunnali.

Ad esaltare ed accrescere il nostro già consolidato spirito da cazzeggio, ci si mette davvero un attimo.

La strada forestale che porta verso il rifugio Golaki è un biliardo che fa scorrere le ruote come generalmente non siamo abituati nei nostri arcigni attraversamenti carsici.

La paura però di arrivare troppo presto è infondata, anche perchè, per un piatto di gnocchi con il cinghiale, non è mai troppo presto.

Ed è nel bellissimo rifugio che per la prima volta vediamo che non siamo soli ed abbandonati nella Selva di Ternova. Parecchi escursionisti fanno tappa da o verso le cime sovrastanti.
Ci mettiamo fuori o dentro? Dentro o fuori? Prima fuori, poi dentro. Degustiamo al caldo, sapendo che dopo aver pagato, pagheremo.
E risulta evidente dalle mimiche facciali, che quelli di destra sanno qualcosa che quelli di sinistra ignorano.

In base al vestiario e alle singole sensazioni la temperatura esterna in ripartenza spazia dai 15 gradi positivi di Bussola ai 5 gradi negativi di Spargel. La realtà come al solito sta nel mezzo.

Dobbiamo fare i conti con le giornate accorciate, l’essere ad un terzo di lunghezza del giro programmato ci trae un po’ in inganno. Ciò che conta infatti è che siamo ai trequarti del dislivello positivo previsto, da percorrere principalmente su sterrati perfettamente battuti e sulla prelibata discesa tecnica come dolcetto finale.

E allora via, con ritmo ipnotico, lungo il serpente ghiaioso, circondati dalla faggeta, verso la grotta di ghiaccio. La cavità Paradna non la visitiamo, ci fermiamo al sentiero dell’imbocco, proseguiamo verso la Mala Lazna. Che è snodo verso Lokve a destra, verso Predmeja a sinistra, verso la nostra destinazione in centro, ovvero il costone che si affaccia sulla valle del Vipacco.

Sedici gambe rullano a ritmo allegro nei boschi isolati. La traccia e il navigatore fanno il loro dovere, stavolta non si sbaglia. Due salite non lunghe ma costanti ci attendono prima del punto che segnerà la fine delle ascese odierne, il rifugio Anton Bavcerija ai piedi del Veliki Modrasovec.
La koca è inaspettatamente aperta e dal suo interno esce un classico e piacevole “zumpa zumpa”.
Non ci fermiamo però a consumare, si prospetterebbero lunghi tempi d’attesa.

Poco più avanti però sostiamo in uno gelido ma aperto punto panoramico. La vista spazia dalla valle sottostante all’altopiano del Nanos, dal ciglione carsico al mare.

A capofitto per solido sterratone ci lanciamo verso Predmeja imbaccucati di tutto punto.

E finalmente giungiamo al punto, dopo le gallerie naturali, dove saremo pronti a sfoderare le nostre abilità tecnico/discesistiche.

Il trail “Resistance” che ci guiderà 550 metri più in basso è molto vario, filante, tecnico e naturale. Scassato al punto giusto, preparato in alcuni punti, saltini da fare o da copiare, bello e basta!
Ce lo godiamo tutto, aspettandoci serrando i ranghi, attenti a non sbagliare direzione.
E come sempre all’arrivo con il sorriso stampato sui volti appagati.

E stavolta l’arrivo del trail coincide anche con la fine del giro. Che figata!
Abbiamo abbinato dislivelli positivi importanti su asfalto, per sterrati, nei sentieri boschivi a delle discese prima scorrevoli e facili, quindi tecniche e adrenaliniche. Abbiamo attraversato panorami suggestivi, ci siamo immersi in colori spettacolari, assaporato odori e profumi naturali.

Non ci resta che brindare ad un’altra uscita perfettamente riuscita. Cin cin Porka Eva!



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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