In salita e in discesa, in bici e non solo...

Il Cartello di Medulin
Los Fondatores sapevano che prima o poi il momento sarebbe arrivato: l’esilio dorato a El Cornos non sarebbe potuto durare in eterno.
E ogni desiderio del Capo è un ordine: don Pablo Uciobar e la sua “guapa” Cameo vogliono un weekend organizzato nei minimi particolari. La riunione del vecchio sodalizio sta finalmente per concretizzarsi, il Cartello di Medulin riprende nuova vita!
Dobbiamo rendere palpabile la nostra presenza, che si sappia in giro che il gruppo si è riformato.
Ci mettiamo in mostra nel bar centrale del paese. Questo posto però ci sta Stretto… le nostre ambizioni son ben altre, partiamo per regolare i conti con il Cartello di Pola!

Non prima però di compiere la prima missione: Zar “il russo” è la nostra testa di ponte nella comprensione dell’idioma locale. Coadiuvato da un’azione straniante di Diesel “el russa”, ha carpito un’informazione fondamentale. Nei pressi del Forte Turtian è imprigionata da tempo immemore la nostra spia francese Pier “il blu” comunemente noto come Parbleu!

Non sarà per niente facile scavalcare le alte mura e affrontare feroci quadrupedi da guardia.


Ma ai membri del Cartello non manca il cervello. Azionare la catapulta!


Parbleu è finalmente libero e lotta insieme a noi.

L’avvicinamento a Pola avviene senza dare troppo nell’occhio.

Messaggi in codice ci spalancano la via verso l’assalto finale.

Mettiamo a nudo il Cartello di Pola senza spargimenti di sangue.

L’Arena e la città sono ai nostri piedi…

…così come le “chicas” della banda appena soggiogata, per nulla insensibili al fascino dei “guapi” del nostro gruppo.


Ci sentiamo forti, tosti ed invincibili. Tocchiamo il cielo con un dito.

Il Capo ci riporta alla realtà e ci ordina di puntare verso Premantura. Nella penisola di Kamenjak abbiamo ancora tanti cartelli da conquistare.

Filanti e scattanti scivoliamo nei sentierini vista mare alla ricerca di un punto dove immergere le nostre membra impolverate dalle battaglie. Scartate varie opzioni, fermarsi presso cala “Lamudanda” è decisamente la scelta più azzeccata. Cameo Uciobar non è del tutto d’accordo, squadra torva don Pablo Uciobar che squadra avido il “panorama”. Tutti gli altri si fiondano nell’acqua trasparente, incredibilmente tiepida, tuffandosi da veri machi dalle vertiginose altezze della scogliera.


Proseguendo verso sud un certo languorino ci avverte che è ora di mangiare. Dieci leoni ed una leonessa prendono posto al Safari Bar scolando e mangiando tutto il possibile. Tutto il possibile equivale alle poche kune che riusciamo a racimolare dalle nostre tasche. Euro e carte non sono accettate. Vorremmo sfasciare il locale ma don Pablo ci blocca. “Oggi mi sento buono, ci rifaremo stasera!” sentenzia. Sarà accontentato.

Proseguendo nella circumnavigazione della penisola andiamo a toccare il punto più a sud di tutta l’Istria, già che ci siamo tocchiamo nuovamente l’acqua. Il boss controlla ed approva.


Risaliamo lungo la costa opposta attraversando scorci di grande bellezza. Anche i cuori duri si inteneriscono con le luci del pomeriggio, le birre e i calamari di Premantura fanno il resto.

E quello che poteva sembrare un innocuo attraversamento, la gradazione alcolica fa sembrare una prova di coraggio. Larghezza minima, linea sinuosa, squali ambo i lati. Il ponte di Pomer non fa prigionieri, scampato pericolo.


La sosta alla “Bruta Fazenda” deve deliberare chi avrà l’onere e l’onore di fare da guardia notturna alla real coppia la notte a venire. Per ovvi motivi viene scartato “el russa”, per spirito di sacrificio già dimostrato diverse volte sul campo viene scelto il Prof.

Ma la serata è ancora lunga e la notte piccola. Sardoni impanati, birre appena im-portate, pelincovez a chiamata, fuochi d’artificio, discoteca. Il Cartello di Medulin festeggia e rinnova antichi fasti.
Il mattino successivo viene dedicato agli affari. Bisogna andare a controllare come procedono le coltivazioni verdi che tanti introiti hanno portato negli anni precedenti. La commercializzazione della “lavandula” ha fruttato entrate stratosferiche nelle casse del sodalizio allargando ulteriormente gli orizzonti imprenditoriali.


Ma quando Uciobar fa deviare tutto il gruppo verso il lago artificiale di Bakranjusa un brivido di terrore scorre lungo la schiena degli affiliati di lungo corso. Luogo simbolo di nefandezze ed esecuzioni sommarie anche stavolta non fa presagire nulla di buono.
Due storici elementi vengono processati ed eliminati nel giro di pochi minuti senza possibilità di difesa alcuna.
Le infamanti accuse sono:
- il Prof ha russato tutta la notte anziché vegliare sul giusto sonno di Pablo e Cameo Uciobar.
- Diesel ne è stato l’indiscusso ispiratore.
La sentenza viene eseguita tramite scosse elettriche generate dalla nuova bici di Zar, il quale si occupa personalmente dell’esecuzione. Come da tradizione i corpi devono essere abbandonati al loro destino.

Questo accadimento lascia evidentemente tutti abbastanza scossi ma far parte di un gruppo ha delle prerogative che non possono essere disattese. Regole che rischiosamente Icefoot non rispetta per antico legame con il suo amico Diesel. Pur di non farlo marcire tra i sassi dilaniato dai topi, si inventa uno stratagemma per portarsi dietro il corpo del defunto senza che il capo se ne accorga.

Ristabilita l’armonia e celebrata una istantanea Pasqua di resurrezione, raggiungiamo il sito archeologico di Nezakcij. Degni successori degli antichi romani, simili nelle conquiste e nella sete di potere, gli accoliti del Cartello di Medulin si distinguono per cattiveria e sprezzo del pericolo.

E a proposito di conquiste, dopo attraversamenti tecnici in discese dove “bici si rompe”, lo sguardo verso est cattura il suo primo scorcio di mare.

Dopo sassi e reti metalliche orizzontali, sassi e reti metalliche verticali.

Il cielo si apre e le nuvole spalancano il posto al sole. La gostilna apre e ci becchiamo il posto all’ombra.

Fatto il regolamento di conti di fine pasto, scatta l’ora del divertimento puro. Medioman ed Icefoot dopo il caffè tirano le classiche due tracce: si inebriano al punto giusto e coinvolgono nell’estasi tutto quanto il gruppo. A rotta di collo giù per un tunnel naturale, stretto, veloce, irreale, quasi onirico. Una sorta di orgasmo che nell’atto finale trova sublimazione.



Gli effetti di tirar le tracce non svaniscono subito.

Icefoot spiega al Prof come avrebbe dovuto vegliare su Cameo Uciobar durante la notte.

Un patto di fratellanza consiste nel sostenersi sempre a vicenda, vale per noi, vale per i nostri mezzi.


Oramai abbiamo messo sotto sorveglianza quasi tutta la parte meridionale dell’Istria, non ci resta che espugnare il lembo più a sud-est per poi ritornare alla base.



Abbiamo setacciato ogni anfratto, caletta, baia, campagna e città. Ogni avversario, cartello, banda rivale hanno dovuto fare i conti con noi. Però mai fare i conti senza l’oste o la comunione senza l’ostia. All’attacco via mare non avevamo pensato. Salteranno altre teste, il lago di Brakanjusa tornerà a ripopolarsi.


POSTILLA

Maremma Guadalajara… Zar!!! Ti avevamo ordinato di far fuori il Prof!!

Missione compiuta!!
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto