In salita e in discesa, in bici e non solo...

Pedemontana
Da est a ovest. In mezzo, un mondo da scoprire.
Ho la fregola addosso. Mi regalo un giorno di ferie per una domenica-lunedì solitari.
Ciò manda in fumo una promessa di gita fatta ad amici, ma mi giustifico con me stesso considerandolo un giro esplorativo per futuri divertimenti di gruppo.
Ho preparato tre tracce di dislivello e lunghezze diverse, a zig zag tra la pianura e le prealpi.
Ne ho scelta una. Mi rimangono altre due cartucce per il futuro in questo paradiso.
Da Gemona stazione, parto con brividi di freddo. Il tempo dovrebbe peggiorare dal giorno dopo.
I primi chilometri lungo il Tagliamento mi sono noti. Tappe obbligate al monumento dedicato a Bottecchia…
…e al lago di Cornino.
E’ da Forgaria che inizia la mia avventura.
Risalgo il torrente Arzino e infilo uno ad uno paesi dai nomi conosciuti, ma mai da me esplorati.
Flagogna, Arduins, Vito d’Asio, Clauzetto.
Appena posso, mi fermo a ciacolar.. .alla palestra di roccia del Masarach…
…e alle sorgenti solforose di Arduins.
Dopo 1 ora, sono ancora a condividere con Andrea la sua vita da pensionato viaggiamondo.
A Clauzetto, cerco una trattoria tipica.
Finisco tra ricchi veneti in un trendy pub. Una cameriera vestita di soli veli medioevali serve un sacerdote che racconta la vita di paese. Fellini è nulla al confronto.
Il contrasto si ripercuote anche sul portafoglio. La polenta più cara della mia vita.
Cerco acqua verso la fonte di Pradis, ma trovo solo assordanti silenzi.
Scendendo verso Campone, si susseguono invitanti B&B tra rurali architetture.
L’acqua accompagna sempre il mio andare. Torrenti, ponti, fontane, forre, laghi.
Superato il lago di Redona, entro nella Valle del torrente Muié.
Navarons è però un simbolo di abbandono.
E’ il lavoro, o la sua mancanza (leggi fame), a smuovere le genti. Non si vive di solo paesaggio.
Nel mio vagare verso Frisanco, mi accorgo che la luce sta scemando.
Il paese, i ballatoi e il suo circolo operaio, sono di una rara bellezza.
Anche se lo scultore di paese ha seri problemi di relazione…
Ad solo 1 chilometro, anche Poffabro mostra i muscoli.
Ma il turismo nel borgo riparte solo da aprile. Nessuno accoglie viaggiatori causa stanze fredde. Strano…
Sono indirizzato da una gentile signora alla foresteria delle monache benedettine.
Mai ospitalità è stata superiore.
Sono coccolato come un pupo.
Suor Maria è di Muggia, e la decana è triestina. S’odono canzoni di inizio secolo (l’altro) nella valle.
Baci ed abbracci per tutti.
Dopo laudata colazione, parto con aria frizzante verso Pala Barzana. La neve accompagna lo scollinamento. Pausa.
Ad Andreis, vago solitario tra le vie ed i famosi Daltž…
La mappa è ora un intreccio di strade, gallerie e sentieri. Improvviso a caso….e casco bene.
Arrivo all’ingresso della vecchia strada della Val Cellina, in parte ghiacciata. Guardando la forra, tremo dalla paura.
Per un comodo tratturo, arrivo a Ponte Antoi ed alla accogliente Osteria vicino alla diga.
Mi sgranchisco le gambe fino alla vedetta in acciaio e vetro, sapendo che poi mi aspettano ancora 60 chilometri.
Il vento sale. Parto a razzo superando Barcis e, come un proiettile, percorro la lunga canna del tunnel lungo 4.000 metri.
Da Montereale, non ho più dislivello in salita.
Mi godo, nell’aria un po’ più calda, vari pezzi di storia passata.
Supero Aviano, Castello d’Aviano, Budoia e la meravigliosa Polcenigo.
Inizia a piovere, ma non è importante… è di nuovo l’acqua ad essere protagonista alla sorgente del Gorgazzo…
…ed alla Santissima, le sorgenti del Livenza.
La mia prima traversata pedemontana termina così a Sacile stazione.
Nel viaggio di ritorno, le immagini e i tanti ricordi si susseguono nella mia testa con ritmo…
QUESITO DELLA SUSY
Nel trendy bar di Clauzetto, Fellini ha giocato un’altro scherzo…. nel trambusto, un cliente ha ordinato “Un cinese, per favore!“.
Che cosa desiderava gli venisse servito?
1 milione del Signor Bonaventura al fortunato indovino…
Giorno 1
Giorno 2
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto
Bellissimo viaggio Prof, complimenti!
Per quanto riguarda il milione… un caffè al ginseng?
Acqua profooooonda! Ma complimenti per l’esotica stoccata…
un canarin a Trieste, cioe acqua calda con limone
ciao Prof
Un Specy saluto a tutti
Un canarin non xe un cinesin….Niente milione per te, ma grazie per la cultura idrica.
Un salutone grosso grosso
Pensavo anch’io al canarin…
Che sia il caffè cinese Yuanyang (The+latte+caffè)?
Wow….si imparano sempre cose nuove.
Ma non è una cosa che si mangia….
…cinese…ombre cinesi…un’ombra…calice di vino…
Però hai detto che non si mangia…infatti l’ombra si beve…ma anche il caffè…
Il tipo, quando anche la cameriera non capiva, ha detto:
“un cinese….un cinese….come lo chiamate?….un giapponese!”.
Il mistero si complica…
SOLUZIONE AL QUESITO DELLA SUSY
Un cliente ha ordinato “Un cinese, per favore!“.
La cameriera lo guarda con lo sguardo di chi non ha capito.
“Un cinese…..come lo chiamate da Voi?”
Le mie orecchie si focalizzano sulla sua bocca….
“Un cinese….un giapponese…UNO STUZZICADENTE!”
Mi mordo le labbra….intendeva un Samurai.