AmalgamaMIB

16-17 giugno 2018

Mixare tracce impegnative per gambe allenate, aggiungere bellezze naturali per occhi curiosi, condire con una manciata di luoghi solitari per anime da redimere, spruzzarci sopra due/tre malghe possibilmente già aperte, amalgamare il tutto con un gruppo affiatato… la “duegiorniMIB” è servita!

Partenza da Sappada: appuntamento per gli “storici” MIB, per gli “stoici” Roberto e Daniela, per lo “stantuffo” Aliante, puntuale come ogni giugno più di un acconto IMU.

Compagnia! Raggiungiamo la val Frison!! La salita costante fino al Passo della Digola regala subito battiti accellerati e respiro affannoso, la via indicata porta verso lo scollinamento.

La bellezza dei posti viene impreziosita dai modelli che la attraversano.

Salutati i paesaggi verso il Comelico, la discesa in picchiata necessita equilibrio e attenzione su tratti ghiaiosi, veloci portatori di repentina perdita di dislivello.
Nascosta nel verde, vicina ad una delle tante frane di questo percorso, la strada della forcella Lavardet somiglia ad un’attrazione da luna park. Nell’immaginario e dalle foto sembrava più ripida, si rivela invece un serpente sinuoso che scivola via agevolmente.

Siamo a quota 1250, circa 500 m di salita separano il prossimo target. La temuta mancanza di chiare, fresche e dolci acque trova la sua smentita.

Ognuno pedala con il proprio ritmo, finita la lunga sterrata l’imbocco della strada asfaltata segna la temporanea fine del nostro isolamento. Cinci tocca per primo il traguardo, braccato da Bussola ed Icefoot che combattono al fotofinish.

Sella Razzo e la sua casera sono conquistate.

L’antipasto a base di panini apre lo stomaco, il primo a base di panini lo chiude, il secondo a base di birre riordina le cose. Dopo il caffè è tempo di ripartire.
Dopo qualche altro km ancora in salita asfaltata, si chiude la prosa e comincia la poesia. Qualche pedalata su stretto sentiero e ci ritroviamo sul crinale della frana del monte Pezzocucco.

Lo sburtanbike è nel DNA dei MIB che in questi luoghi ritrovano la loro essenza, Aliante maledice i suoi mocassini, Roberto e Daniela sono due caterpillar.

Dal bivio per il monte Palone inizia un tratto tra i più esaltanti e divertente del weekend. Breve parte tecnica e sassosa, subito dopo Medioman si lancia a capofitto, dietro si forma un trenino scatenato. Il sentiero è inerbato,in contropendenza, infidi sassi nascosti, possibilità di scivolamento a valle: a ritmo sostenuto si attraversano a mezzacosta le pendici dei monti Oberkovel e Festons. Bussola, vagoncino finale, urla estasiato a chi lo precede: “se andate… andrò con voi, se cadete… cadrò con voi!”.

Odore di freni bruciati sovrastano i profumi della montagna, fischi sibilanti ne intaccano il silenzio, la discesa in picchiata verso Sauris di Sopra è prodromo di una sosta necessaria. Ci tiriamo indietro di fronte una birra locale?

Al tavolo n.4 va in onda la resa dei conti.

La cena ci aspetta, rampa assassina, scatti nel bosco. Giungiamo alla nostra meta, “di fianco alla frana”, Eimblatribn appunto…

Rifugio semplice e curato, gestori affabili e disponibili, cibo ottimo e abbondante, il piccolo Antonio campione di motocross e manazza…

Il mattino seguente, dopo colazione e convenevoli, carichi come molle si riparte.

Dopo breve discesa, comincia la lunga cavalcata che ci riporta in quota. Senza rimpianti tralasciamo appendici studiate sulla carta, basta e avanza il programma corto.

Dopo casera Gerona si raggiunge casera Pieltinis, non ci sono segni di vita animale, solo umani colorati.

Alla forcella successiva si accende dibattito sulla nostra geocalizzazione, la cartina periodo guerra fredda necessita di aggiornamenti.

Nel frattempo immortaliamo paesaggi da cartolina.

Malga Vinadia Grande, qualche umano, tante pecore. Dopo vano tentativo di ricerca di sentieri alternativi si imbocca lo sterratone verso valle. Quel pecorone di Icefoot sgonfia le ruote, dopo pochi chilometri buca ma a fin di bene. I latticizzati sono nel panico e di buon grado assistono alla lezione di un veloce cambio di camera d’aria, non si sa mai possa servire in futuro.

Spiegazione chiara, svolgimento rapido, mentre tutti approvano convinti, qualcuno storge il muso e medita vendetta… “questo Icefoot mi vuole rubare la cattedra”…
Basteranno pochi tornanti per ristabilire le gerarchie, il Prof riesce ad “incatricchiare” la catena tra pignoni e raggi, il danno è notevole. La lezione è di livello superiore, il risultato un po’ meno.

L’arrivo in val Pesarina significa perdita sostanziosa di dislivello e conseguente risalita al passo Siera con 700 m da riconquistare.
Rampe sostenute, soprattutto all’inizio, salita costante senza tratti per rifiatare. Menzione ad Aliante che l’ha fatta tutta in sella arrivando per primo, menzione al Prof che l’ha fatta tutta a piedi arrivando per ultimo (suo malgrado).

Tutti sono stanchi ma soddisfatti, l’ultima importante ascesa è passata, il meteo ha tenuto regalandoci un’altra splendida giornata.
Resta solo la divertente discesa verso Sappada… divertente discesa?? Non tutti saranno dello stesso parere.

Sicuramente si per Diesel che dopo poco scompare all’orizzonte e le cronache narrano sia stato visto saltare come un camoscio da sasso a balza rocciosa, da albero a strapiombo, sempre con il suo didietro ancorato sulla sella …mito o leggenda?

Alla fine, ciò che conta, è che tutti siano ritornati al punto di partenza, integri e contenti, con il bilancio di un’altra duegiorniMIB da incorniciare.



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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