Sounds to Vogel

1 e 2 luglio 2018

Vento. Acqua. Insetti. Silenzi…. e bici.
Tutti rumori e suoni che ho voluto raccogliere e conservare.

Video a 1080p – da ascoltare con cuffie o ad alto volume

Sulle tracce del precedente giro attorno Gorizia, sono risalito sull’altipiano della Bainsizza, grazie ai lavoratori che hanno sagomato la dura pietra.


La sella di Santo Spirito della Bainsizza – Banjšice è stata l’occasione per riprendere e proseguire questo viaggio.


I profili delle Giulie, dal Porezen al Krn, con Vogel e Razor sullo sfondo, sono stati un richiamo irresistibile.

Armato di tutto punto, ho trascinato 20 kg tra ferro, cibo, borsoni e apparecchiature “tecnologiche” verso Tolmino e la cima del Vogel.
4.500 metri complessivi in 2 giorni. 180 km alleviati dalle pause videografiche.

Al piacere del silenzio e della pedalata monotona, ho intervallato soste animate da installazioni confusionarie tra due cavalletti, la comoda (ma a volte traditrice) action-cam M20 e il nuovo microfono Tascam DR-05.
Un’alternanza di tasti  “ON”, “GO”, “REC”, “PAUSE”, “STOP”, “OFF” è stata la mia croce, da portare fino ai 1.300 metri della Koča na Planini Razor.


Per fortuna, una torta salata chiamata “pizza”, ingoiata a Tolmino, è stata la mia benzina per l’infinita salita finale.

E’ curioso ritrovarsi nella profonda Slovenia con tre americani di San Francisco, in gita sabbatica.

Le mie premesse di salita (e colazione) alle 6.00 di mattina sono state salutate con poco entusiasmo dalla gestrice, quando ho cercato di giustificarmi che la sveglia non aveva funzionato…
Dopo la figura di m…., con un’ora di ritardo sul programma, ho rincorso l’appuntamento con la cima.


Peccato che la nebbia l’abbia raggiunta prima di me.
Oltre ad aver perso il panorama, perdo pure la traccia giusta. Quando devo scegliere, imbocco il sentiero sbagliato sulla via del ritorno.

Solo alle 11.00 riparto in bici con un voluminoso panino al formaggio di malga.


La mulattiera in discesa suggerita dal GPS si rivela un sentiero con trappole continue.
Le mani mi fanno male ed i freni puzzano di bruciato. Il contrappasso è immediato. Sotto il sole di mezzogiorno, mi godo (si fa per dire) due ore di salita al Kolovrat.

La lunga strada in cresta fino al Korada è sempre stata tra le mie preferite.
Per ore ho bramato una fresca Coca Cola, ma oggi non è il giorno di apertura del rifugio.

Nella lunga calata finale, con la bocca arsa, rinuncio alla traversata del Monte Sabotino, scegliendo un più facile San Floriano del Carso.


Mi rifaccio con un ottimo gelato a chiusura di questa vacanza. Non pagarlo, quale dono per l’inaugurazione del locale, rende la giornata perfetta.


Andata

Ritorno


Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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