In salita e in discesa, in bici e non solo...

Operazione Sauris – Malga Losa
15 novembre 2015
Sebbene Patoco, con un bell’itinerario proposto per il sabato, avesse palesemente avanzato delle avances a Cinci, quest’ultimo, noncurante dei 100 km del giorno precedente, ricevuta una proposta allettante da Maverick e rimembrando i bei giretti estivi, non si è tirato indietro ed ha aderito alla “Operazione Sauris – Malga Losa”.
Lungo il tragitto in auto facciamo provviste al supermercato e Cinci, appresa la convenienza dei prezzi carnici e conscio del suo frigo vuoto, medita di rinunciare alla gita pensando a fare una grande spesa: accampa scuse varie, rifiutando i vari itinerari proposti (il giro strong è troppo strong… il giro corto è troppo corto… il lago è troppo artificiale… il giro intermedio ha troppe rampe…) ma alla fine si convince e rimanda la spesa.
Pronti in sella circa alle 10.30 a La Maina, circa 1000 metri di quota: iniziamo una lunga salita asfaltata che ci porta prima all’abitato di Lateis (1260 circa) e poi alla Forca di Frumeibn. Da qui iniziamo ad assaporare un po’ di ghiaia e l’inizio della vera mountain bike. Tra saliscendi vari puntiamo a malga Losa, che raggiungiamo dopo un’impegnativa salita.
Facciamo pausa merenda e pausa foto, dove Maverick testa alcuni effetti della macchina fotografica per cercare di rendere vividi i colori, rischiando (e forse riuscendo) a rovinare la qualità del report sul sito MIB.
Da malga Losa si avvicina l’estremità del primo dei due anelli che abbiamo intenzione di percorrere, ma al posto di iniziare da subito la discesa, Cinci, fresco più che mai, ha l’esigenza di proporre una piccola deviazione panoramica preceduta da una rampa assassina.
A sorpresa, mentre la percorriamo, il cielo ci regala degli squarci blu che attendevamo da tutta la mattina, dopo essere appositamente scappati dalla nebbia di Trieste e macinato dislivello per sfuggire dalle nubi. Le curve e controcurve dell’itinerario finora percorso ci spiazzano e perdiamo il senso dell’orientamento… non sappiamo quali monti stiamo guardando: Zoncolan e Coglians ipotizzati nei luoghi più vari della Carnia… alla fine facciamo chiarezza e capiamo che sullo sfondo del nostro squarcio azzurro abbiamo la zona del Volaia e Coglians un po’ più a destra, mentre in primo piano la Creta Forata. Dal lato nebbioso invece intravvediamo l’Amariana con la vetta che spunta tra le nubi.
Cinci propone di scendere a cannone e conquistarla in sella, dice che i chilometri per lui quest’anno non sono più un problema ma un mero dato statistico, che quest’anno è fortissimo e vincerà la LanaroGranFondo: fortunatamente l’ora del tramonto impedisce questo insano proposito…
Ritorniamo quindi sulla nostra traccia originaria scendendo tra i colori della natura e gli odori che solo i pini tagliati sanno regalarci: le uniche insidie che troviamo lungo il percorso sono 3 o 4 guadi di un torrente su pietre limacciose (stando ad internet dovrebbe chiamarsi rio Losa all’inizio e poi torrente Novarza).
Attraversiamo tutti i guadi con le nostre capacità tecniche e qualche piede in acqua, arriviamo a circa 1100 metri e puntiamo al rifugio Emblait de Ribn a circa 1450 metri: facciamo una breve pausa per rifocillarci, Cinci scambia quattro chiacchiere con la proprietaria del rifugio, che ci informa che il rifugio anche in stagione invernale rimane aperto nei weekend.
Riprendiamo il nostro cammino e dopo aver affrontato una ripidissima discesa ci rendiamo conto di essere andati troppo avanti: affrontiamo quindi al contrario quella che ora è una ripidissima salita e riprendiamo la traccia su una super-ripidissima salita che ci manda il cuore a mille e lo fa accendere sulla spia “sburtanbike”, che quindi anche in questa gita non ci lascia soli. Lo sburtan dura poco ed in breve tempo, con una simpatica discesa sterrata su un letto di foglie, arriviamo a Sauris di Sopra.
Ci lanciamo su fondo prima asfaltato e poi sterrato verso il lago di Sauris, che costeggiamo integralmente da ovest a est fino a ritornare al punto di partenza.
Lungo questi ultimi minuti di pedalata, ci concediamo qualche momento fotografico per immortalare il tramonto color pompelmo rosa come il succo di frutta di Cinci che berremo a breve.
Anche la “Operazione Sauris – Malga Losa” è stata completata con successo!!!
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto
I colori autunnali in montagna sono vera poesia
Che meraviglia.
Certo che il mondo è piccolo. Domenica scorsa ero sul Paularo in mtb e in linea d’aria eravamo davvero vicini. Come al solito i triestini “te li trovi per tutti i cantoni”.
Si vede benissimo che Cinci non è mai stanco