In salita e in discesa, in bici e non solo...

Founding meeting
29 novembre 2015
Questo resoconto viene stilato senza l’ausilio di foto “inerenti” l’uscita per un’ improvvisa agitazione dei ciclofotografi capitanati da Cinci che rivendicano maggiore libertà di movimento con lo slogan “niente scatti, solo scattini!” .
Niente immagini, tanta immaginazione… ce ne scusiamo con i lettori.
Come ben evidenziato nel Regolamento MIB, l’ultima domenica di novembre è riservata alla riunione dei soli soci fondatori che approfittano dell’occasione per discutere di progetti futuri, stilare resoconti, pianificare acquisti e cessioni per l’anno nuovo che si avvicina. Tutti gli altri, ligi alla regola, se ne guardano bene dal presentarsi al laghetto di Basovizza alle ore 9. Tutti meno uno. Costui, timidamente, implora di chiudere un occhio, millanta dolori gastrointestinali da stress emotivo, chiede di poter partecipare… Le regole sono regole, Patoco viene giustamente abbandonato al suo destino.
Si parte inoltrandoci nel bosco Ressel, girovagando, ciacolando e divagando arriviamo a Lipica dove notiamo che per fare il restyling di accesso viario nella zona d’ingresso hanno pensato bene di usare il retrostante prato come discarica, ci auguriamo temporanea.
Mentre il Cinci protesta cominciando a sospettare che la promessa di calcare una Vremscica imbiancata rimarrà tale, il gruppo vira verso la grotta Vilenica attraversando sentierini in certi punti impraticabili tanto cari al Prof che comunque dovrà scontare alcune penalità. E’ metà mattina, l’area attrezzata davanti alla grotta invita alla merenda.
Ognuno si ricarica a modo suo, immettendo nel proprio corpo diversi tipi di carburante.
Un pallido sole fa capolino e le estremità di Icefoot cominciano ad assumere una temperatura ed un aspetto più consono.
Bussola si toglie gli inutili orpelli invernali certificando con gioia che l’estate è finalmente arrivata, mentre Medioman lo squadra perplesso…
Convinciamo Cinci che l’unica strada per l’Auremiano è raggiungere lo Zidovnik, imbocchiamo quindi una filante traccia che si dipana dalla Vilenica e che, per passaggi perlopiù sconosciuti ma che incrociano strade già battute, ci porta all’inizio della dura salita che con strappi impegnativi arriva al culmine, inizio del successivo parco giochi.
Bussola non si smentisce e per l’ennesima volta si trasforma in Sbusola…
Saltini, appoggi, cunette… Medioman spiega, Diesel si capotta, Cinci testa le sue costole… tutto è bene quel che finisce bene! E’ mezzogiorno, siamo a Sesana, suona la campana!
E’ infatti l’ora del rientro per metà del gruppo, ordini superiori impongono esaltanti pranzi in famiglia.
A Bussola, Cinci ed Icefoot non resta che navigare su FB. Anche stavolta non rimarranno delusi e la Nostra Signora degli Affettati e del Terrano riceverà una volta di più i loro convinti “mi piace”.
Atmosfera gioviale, ciacole in libertà, tempus fugit! Si riparte con qualche brivido di freddo appena lenito dalla grappetta d’ordinanza, ma promesse di estatiche visioni sulla via del ritorno diventano braci che scaldano le nostre membra…
Nel frattempo un losco sabotaggio messo in atto ai danni di Icefoot si ritorce contro i suoi subdoli autori che si raffreddano aspettando che la povera vittima gonfi la gomma precedentemente manomessa.
Destinazione Povir, l’aspettativa e la speranza di incontrare la famosa cavallerizza di Zirjie rende la pedalata fluida e per nulla faticosa .
La speranza resterà tale, come quella di raggiungere l’Auremiano imbiancato costantemente alla nostra sinistra. Cinci digerisce a malapena la doppia polpetta avvelenata…
Icefoot guida il gruppo in fondo al gruppo, destra, dritto, sinistra, non un cm di asfalto viene toccato. Lasciamo Divaca, raggiungiamo Lokev e divertendoci fino all’ultimo tra sentierini in mezzo al bosco e ampi spazi prativi raggiungiamo infine Basovizza dove riconsegnamo Bussola alla sua macchina mentre Cinci ed Icefoot proseguono baldanzosi verso casa.
PS: la posizione di Patoco è subjudice.
PPS: tutte le foto sono scaricate da internet ed ovviamente i diritti sono dei loro proprietari.
Nel proclamare la mia innocenza esprimo lo sdegno per il carattere sudicio di alcune fotografie; ben vengano le due polpette avvelenate contro il colpevole della mancata foto-storia.
Inderogabili problemi di salute mi hanno tenuto lontano dall’impresa, non si ripeterà.