Mangart – Izvir Soce

22 agosto 2015

Maverick e Cinci dichiarano ufficialmente l’operatività del Reparto Corse dei MIB, con un giro che ci auguriamo possa aprire una persuasiva campagna di reclutamento tra le menti più malleabili del gruppo.

Le danze si aprono circa alle 11 da Bovec, da cui si dirameranno due mete distinte: l’obiettivo primario è il Mangart, per poi raggiungere, una volta tornati a Bovec, le sorgenti dell’Isonzo.
Prima di tutto ci aspetta un pezzo in falsopiano (falso perché in realtà si sale) fino a Log Pod Mangartom, paese a circa 600 metri di quota dove è segnato il punto di partenza per la cronoscalata che si svolge ogni anno, che quest’anno si è svolta proprio pochi giorni fa.
Il prossimo anno allora…

Da Log ci aspettano circa una decina di chilometri e 500 mt di salita per arrivare all’imbocco della strada che porta al Mangart: in questo primo tratto di strada, il neo fondato Reparto Corse dovrà confrontarsi con un nutrito gruppo sloveno, che pian piano verrà annientato dai MIB.
Poco dopo l’imbocco della strada risulta già visibile là in alto la nostra meta, in un bellissimo punto panoramico che non ci risparmia qualche foto, scambiata a vicenda con lo stesso gruppo sloveno di prima, che ha fatto una pausa insieme a noi.

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Poco più avanti, se si desidera arrivare in cima in macchina, verrà richiesto un pedaggio di cinque euro facilmente evitabile se si ha voglia di pedalare. Andiamo su a passo spedito, ammaliati dalla vista della vallata che rapidamente si fa lontana sotto di noi, e successivamente ammaliati dalla vista del Mangart, che negli ultimi tre chilometri ci osserva dall’alto, immerso nel sole.
Da quel momento non potremo che procedere più allegri e motivati.

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Superiamo la deviazione che porta verso il rifugio e percorriamo l’anello sommitale, arrivando a 2053 metri. Con una breve camminata, allontanatici dalla strada, ci è possibile guardare fino a 1000 metri più in basso con vista sui laghi di Fusine.

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È arrivato il momento del pranzo, quindi riprendiamo le bici e raggiungiamo poco più in basso, con conseguente risalita intorno al 20%, il bellissimo rifugio attrezzato con tavoli e panchine panoramiche… aperto però alle macchine che, senza alcun timore, sfiorano la bici di Cinci posteggiata a bordo strada, attirandosi tutto il suo repertorio di imprecazioni.

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Sazi e riposati, arriva il momento più temuto… da uno di noi almeno. Mentre Cinci non si è mai confrontato con discese così lunghe in bdc, io non so neppure come guidare la bdc ed i tornanti del Mangart fatti con le mani in posizioni strane, il corpo a forma di uovo, freni sconosciuti, qualche moto e auto in senso opposto, un po’ di timore lo mettono. Cinci è in palla e scompare alla mia vista, salvo quando vuole aspettarmi, io inizio a prendere timidamente confidenza con il mezzo. Nel tratto fino a Log, con pendenze meno sostenute, ci divertiremo ancora di più.

Arriviamo infine a Bovec con 52 km alle spalle ed iniziamo la seconda parte del giro: passando per i paesi di Soca e Trenta, dobbiamo arrivare a Izvir Soce, cioè alle sorgenti dell’Isonzo. Da Bovec non facciamo altro che costeggiare costantemente il fiume, che ci offre ponti sospesi e colori limpidi che non siamo abituati a vedere.

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La strada è in costante salita ed arriviamo ai circa 900 metri della locanda alla base del sentiero per le sorgenti: da lì inizia una camminata di 15 minuti per andarle a vedere, che però ovviamente non facciamo. Ci concediamo un gelato prima del ritorno, fatto per la stessa strada, un lungo falsopiano, stavolta in discesa, che ci fa divertire scoprendo e riscoprendo i nostri destrieri.

Totale 102 km di strada, 2500 metri dislivello e numeri ancora più alti ancora per panorami e divertimento.



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

Maverick
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