In salita e in discesa, in bici e non solo...

La Via degli Dei
8-9 maggio 2015
L’idea di pedalare sulla Via degli Dei è nata già l’anno scorso, su indizio di Prof e Bussola che avevano già percorso il sentiero a piedi. Purtroppo nessuno dei due ha potuto partecipare e gli unici presenti MIB ufficiali, Duracell e Cinci, hanno reclutato l’aspirante in classe “race” Mina.
Partenza in macchina ore 5 per Bologna S. Ruffillo, dove troviamo l’unico parcheggio libero di fronte all’entrata della stazione FS e ci concediamo un bombolone al bar dove veniamo subito sgamati e derisi sulla nostra dialettica dalla simpatica barista.
Tutto sembra perfetto, troppo perfetto! Infatti Duracell si accorge di avere un raggio della ruota posteriore rotto, perde una vite tacchetta della scarpa dopo 5 km, Cinci sembra avere un cingolato al posto del disco anteriore costringendolo a 20 minuti di regolazioni sotto il sole cocente della Piazza Maggiore di Bologna ed inoltre rompe la vite porta borraccia seminando pezzi per strada al decimo km…
Nonostante i primi intoppi l’entusiasmo è altissimo e passato il centro città pieno di ciclisti comincia una salita asfaltata lunga 666 archi (the number of the beast…). Il panorama è splendido, valorizzato dal cielo terso blu e dai colori della primavera.
Dopo una discesa tecnica costeggiamo il Reno per circa 15 km su single track divertente con tratti molto fangosi, alleviati da pausa merenda al sacco e bagno in fiume di Mina.
Continuiamo a seguire fedelmente la traccia GPS che ci porta in un bellissimo prato di ortiche e poco dopo incontriamo una BIB (bionda in bici) che ci farà compagnia fino al bivio per il Monte del Frate, dove la salutiamo per intraprendere la lunga ed impervia salita con bici in spalla che ci porta su un costone molto panoramico. Discesa meritata su single track e rifornimento acqua a casa di un contadino della zona.
Giunti a Brento, dopo aver scartato la scalata a piedi del Monte Adone, ci fermiamo a pranzo nell’omonima trattoria dove un giovane cameriere alla comanda di tre birre medie ci serve tre bicchierini con una bottiglia da 66cl (mah…) ed un buon piatto di gramigna al sugo di salsiccia.
Il viaggio prosegue tra salite e discese non troppo panoramiche e piene di fango, che ci costringe a scendere dalla sella facendoci perdere tanto tempo. La stanchezza avanza inesorabilmente, le salite sono sempre più lunghe e faticose, perlopiù spinte a piedi, con Mina in piena crisi che mangia anche le barrette degli altri per desistere ai crampi. A farlo riposare un po’ ci pensa Duracell, che dopo il tramonto buca ed è costretto al pit stop. Cinci sostiene il morale sognando una lunga discesa che porti direttamente al Passo della Futa, sogno che finalmente si avvera quando ormai il buio avanza.
Trovato l’asfalto e l’hotel sul passo chiuso, percorriamo gli ultimi km fino a Traversa da Locanda Iolanda, dove alle 21 smontiamo dalla sella e ci godiamo una meritata doccia ed abbondante cena toscana condita con tanto chianti, limoncello e cantucci della casa.
Neanche il tempo di appoggiare la testa sul cuscino e ci addormentiamo come angioletti.
A colazione scopriamo che c’è un gruppo di 4 biker sordomuti rovighesi con il nostro stesso obiettivo che attraggono il Cinci a sedersi al loro tavolo fermentando la gelosia di Duracell, che si consola con la torta artigianale di Iolanda e panini di crudo.
Foto di rito con la simpatica padrona di casa, riparazione ruota bucata Cinci e pedale scassato Mina (giusto per non farsi mancare gli inconvenienti) e partenza!
Dopo alcuni piacevoli saliscendi, la strada si fa sempre più fangosa e rovinata dal passaggio di moto da cross che, scavando profonde buche in accelerazione, favoriscono il crearsi di laghetti artificiali sul percorso. Mina ne sa qualcosa…
Tutte le imprecazioni verso i motociclisti vengono dimenticate ben presto durante una lunghissima discesa dove Cinci sfodera le sue doti anche sulla 26 front e Duracell lo segue con GOPRO puntata.
Raggiunto l’asfalto di Sant’Agata proseguiamo fino a San Pietro a Sieve dove ci fermiamo per pranzo. Ripartiamo lungo una salita sterrata dove incontriamo il gruppo di amici rovighesi che ci sconsigliano di affrontare il ripido Monte Senario.
Visto l’orario e la stanchezza, optiamo saggiamente di abbandonare la traccia originale e percorrere le strade statali che ci portano a visitare Fiesole e ci permettono di godere del magnifico panorama su Firenze, che raggiungiamo nel pomeriggio.
Dopo un giro nel centro storico pieno di gente sconcertata nel vederci così pieni di fango, troviamo la stazione S.M. Novella e la fila per fare il biglietto (che scopriremo poteva essere anche evitata con 2 euro di supplemento) che ci fa perdere un treno disponibile per il ritorno. Approfittiamo per darci una pulita e partiamo per Bologna con il treno successivo.
Il ritorno a casa in macchina è passato ricordando tutte le avventure trascorse e condividendo opinioni sui pro e contro di questa esperienza. Siamo tutti concordi sul fatto che la Via degli Dei non è un percorso propriamente ciclistico, forse si dovrebbe studiare meglio la traccia per evitare i passaggi estremi e magari diluirlo in almeno tre giorni. Inoltre potrebbe essere segnalato e mantenuto meglio, vietando il transito alle moto e pulendo i sentieri da tronchi e cespugli.
Lo spirito MIB ha fatto si che nonostante tutto ci siamo comunque divertiti, siamo partiti e tornati sempre con il sorriso ed in ottima compagnia e siamo già pronti per la prossima sfida!
Primo giorno
Secondo giorno
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