In salita e in discesa, in bici e non solo...

Pedivelle & Pignoni n°0
Corri in edicola!!!
E’ uscito il numero zero di “PEDIVELLE & PIGNONI”
In questa copia:
- l’evoluzione della pedivella dal dopoguerra ad oggi con il commento postumo di Adriano De Zan
- pignone: etimologia della parola. Nostra inchiesta nei boschi del Trentino
- 24-36-46 lo schema della corona o 3-5-2 lo schema di Conte. Quale il più efficace?
- costruisci un pacco pignoni in cartone con i preziosi consigli di Giovanni Muciaccia
Affrettati!
A soli euro 9,99!!! In omaggio per i tesserati MIB una simpatica mappa con i fabbricanti di pedivelle e pignoni della Basilicata!
Inizia la discussione Davide:
“Allora solo per parlare o per sognare, volendo trasformare la trasmissione della bici cosa fareste?
Parlo per me. Sono partito da una 3×9 che con poca spesa ho trasformato in 2×9 con bash…
Volendo far girare la fanta economia, avevo cominciato a pensare a trasformarla in 2×10 con tutto quelle che ne consegue: corone, cassetta, manettini, deragliatori, catena… tutti nuovi! La fanta spesa non era proprio uno scherzo ma nemmeno tanto folle! volendo non incidere tanto sul budget mensile in un paio di mesi l’acquisto potrebbe essere fatto!
Però poi ho letto un articolo sul 1×11 dal punto di vista tecnico e lo sviluppo dei rapporti non è tanto diverso da quello di un 2×10. Ed allora giochiamo un po’ sempre con la fantasia… ruota libera, monocorona, cassetta, manettino, deragliatore, cassetta… La cifra è un po’ più alta – la cassetta costa un vero sproposito! 3 volte e mezzo una da 9 velocità – però sarebbe affrontabile, magari a fine stagione quando, muovendosi bene, riesci a spuntare gli sconti sui vari siti perché devono svuotare i magazzini ed arrivano le novità dell’anno nuovo…
Chissà nei prossimi mesi potrei farci un serio pensiero! Però uno dei vantaggi che sulla carta danno al 11 velocità è il fatto che la catena non cada… cosa che sinceramente non mi affligge molto, per non dire quasi mai!
Per adesso continuo a consumare il 9, ma sognare è gratis!”
Continua il Prof:
“Nessun sogno….
Continuo con il 3×9 su ruote da 26″, che copre tutte le situazioni (a costi modicissimi). A partire dalle 10V, il 2×10 ci sta, ma con la coperta sempre corta… io, per il 29″, con sviluppo metrico superiore, non ho trovato una combinazione 2×10 che mi soddisfi (sulla carta)… ed infatti volevo il 3×10.
Sull’1×11, credo che il marketing giochi molto più dei vantaggi… Coperta corta, e costi spropositati.
Poi dipende l’uso della bici… io faccio XC + escursionismo… non ho nessun problema (anche mentale) di peso, velocità… quindi nessun problema di caduta catena o sbattimento su rocce… il 3×9 va alla grande.
Con bici da trail o AM, allora la doppia corona evita le rocce… e la caduta catena interessa chi va mooooolto veloce (gare enduro).
Mah… ti sei dimenticato nel conto anche un mozzo compatibile con la ruota libera Sram + tutta la guarnitura Sram (non solo corona)…
Io sapevo che tutto l’ambaradan viaggia sui 2.000 euro (XX1) e qualcosa meno, 1.700 euro (X01)…
Inoltre, non credo al mito di evitare come la peste i rapporti doppi (sovrapposizioni)… io li trovo comodi, per passare da una corona all’altra con pochi click del deragliatore posteriore… Se non esistessero rapporti doppi, una volta arrivati al pignone piccolo, con il cambio di corona bisognerebbe scalare 8 o 9 pignoni!!!! E poi i rapporti doppi non sono tutti uguali, perchè cambia il braccio di leva del pedale quando si cambia la corona… nessuno mai ne parla… ma la differenza di fatica si sente…”
Il Cinci insinua il seme del dubbio:
“Non riesco a capire la differenza di fatica a parità di rapporto di trasmissione (a meno di eventuali piccole differenze imputabili agli attriti).
Diametro ruota e lunghezza pedivella costanti…
Che differenza c’è, per esempio, tra un 22-22 e un 32-32 cioè un diverso modo di trasferire alla ruota una coppia tramite un rapporto 1:1?
Riesco a immaginare solo una minor usura di denti e catena nel caso la forza venga trasferita per mezzo di un maggior numero di maglie e denti in presa.”
Il Prof prova a spiegare:
“Allego grafico… La forza F sui pedali ha un braccio bF costante (lunghezza pedivella) e la coppia applicata è data da F x bF.
Bisogna vincere la resistenza R della catena, che grazie al braccio bR, genera una coppia R x bR.
All’equilibrio, i due prodotti sono uguali (come una bilancia, o uno zitolo-zotolo)…
Dei quattro dati, due sono costanti (quelli in colore ROSSO)… la lunghezza pedivella, quindi bF, e la resistenza R in una determinata situazione (salita, ad esempio)…
I dati variabili (quelli in colore BLU) sono il braccio bR, cioè la distanza della catena dal centro di rotazione della guarnitura, ovvero il semidiametro di una delle due/tre corone… e di conseguenza la forza da applicare sui pedali F.
Quindi, se ho due rapporti doppi, ad esempio, 32/32 o 24/24, che entrambi permettono una pedalata 1:1, solo con corone diverse, quando uso la corona piccola, il braccio bF è molto superiore a quello bR, e quindi la forza della pedalata può essere inferiore (a parità di velocità)… è vero che anche i due pignoni sulla ruota libera hanno braccio diverso, ma la loro differenza è sempre minore della differenza di braccio tra le due corone…”
Ma il Cinci insiste:
“Cavoli Prof… ho pensato… è vero, ha ragione, i pignoni hanno differenza di braccio minore delle corone… ma ho continuato a rimuginare… perchè la differenza di braccio tra due pignoni 32 e 24 deve esser differente di quella tra due corone 32 e 24? Inoltre, la resistenza R non è costante, è costante solo resistenza a terra della ruota, R sara tanto piu elevata quanto piu piccoli saranno gli ingranaggi che userò per avanzare…
Ora sono abbastanza sicuro della correttezza del mio ragionamento e contento delle “scoperte” fatte:
- non concordo sul fatto che usare corona e quindi pignone più piccoli faciliti la pedalata a parità di rapporto trasmissione
- usare il rapporto “doppio” ottenuto con corona e pignone più piccoli usura maggiormente la trasmissione in quanto la tensione della catena è maggiore e i denti in presa sono di meno.
Ti ringrazio per lo spunto anche se qualcuno come al solito penserà: Che noiosi sti ingegneri!”
Quindi, alla fine, anche il Prof ammette:
“…hai ragione… alcuni tuoi spunti mi hanno allargato il problema… Ma da un’estremo (rapporto 1:1), ci spostiamo all’altro (22:11 e 32:16, cioè rapporto 2:1). In queste situazioni, si passa al medesimo rapporto, ma con bracci vantaggiosi sulle pedivelle, mentre quelli del pacco pignoni sono notevolmente inferiori…..
Il vantaggio è minimo e tutto è compreso nei due rapporti estremi (32:32 e 22:11, ovvero tra 1:1 e 2:1)…
Credo che il mio ragionamento funzioni…
Hai ragione tu quando dici di considerare la Resistenza quella data dal contatto a terra della ruota…”