In salita e in discesa, in bici e non solo...

Giro mis-mas
25 gennaio 2015
Dal titolo si capisce che domenica avevamo le idee chiare…
Io mi sono alzato coi dubbi sul mal di gola – “Vado? Non vado?”.
Bussola si è dimenticato di togliersi il pigiama.
Diesel ha messo un preservativo sul posto sbagliato.
Maverick aveva la testa persa per una 29-enne.
Cinci aveva la testa ancora ferma alla Lanaro GF.
Dopo aver giocato alla morra sull’unico strumento tecnico a disposizione, una mappa ridotta a brandelli, il gruppo si ammutina alla proposta del Prof: collegare il punto D (Draga Sant’Elia) con il punto B (Beka) mediante una linea retta, attraversando il Rosandra.
All’idea di pedalare nel fango e farsi 200 metri di dislivello a spinta, il gruppo decide di assecondarlo… come si assecondano i matti.
Inizia la fallimentare guida del Prof, che dopo caselli agricoli abbandonati, ville spettrali e strade birbone, getta il guanto dopo non aver imbroccato uno-che-sia-uno sentiero giusto, ma aver trovato 4 MIB ringhiosi per il tempo perduto.
Maverick, stile novello re Artù, prende il comando della vecchia truppa e, lungo Cambogia, Klanec e nuovi sentieri, ci conduce prima al paese delle mele, Presnica, e poi dritti dritti a Podgorje.
Il comando (si fa per dire), passa a Bussola che, dovendo rientrare presto per non deludere i suoceri, preme sull’acceleratore.
La clapa si ferma per una benedizione alla campana di Praproce… e dopo neanche 200 metri, sbaglia l’imbocco del sentiero. Destin xè destin!
Il disegno di Maverick sfuma ed il gruppo, col fuoco al culo per non far sfigurare il Bussola, imbocca il sentiero più dritto di tutto il Carso: una lunga, infinita, noiosa traccia che alla fine non ha la rampa per saltare attraverso il baratro sul cui fondo corre la ferrovia. La strada finisce così: tagliata con una profonda ferita nella dura roccia.
Poco male…la strada viene ripresa dopo zig-zag e ponte stradale poco distante. Crnotice si mostra nella sua bellezza e svela, a noi ignari, un’accogliente caverna…
Asfalto, curva stretta, sentiero segnato in salita. Inizia la sfida del Limbo sotto ad un tronco messo di traverso.
E’ tardi. Bussola deve lasciarci. Non ha la più pallida idea di dove siamo, e si fida delle nostre scarne indicazioni… Nessuno ha più saputo se sia arrivato in tempo.
Una pietraia desolata, spinosa e bruciata mette a dura prova i nostri pneumatici, ma poi il sentiero verso Kastelec ci svela scorci inaspettati di prati adatti al golf ed aguzze colline degne del Signore degli Anelli.
E qui il tiro dei dadi ha ulteriormente insaporito questo giro Mis Mas.
All’unanimità si decide di allungare per la piana di San Servolo e poi verso Beka.
Come in un mondo incantato, le sorprese ci lasciano di stucco:
- sentiero tecnico sul ciglione di Kastelec attorno torrioni di calcare;
- panche legnose che invitano al riposo;
- visione della sottostante piana con decine di cavalli allo stato brado;
- il bosco che si fa gioco della segnaletica.
Nuovo tiro di dadi… come tornare a casa?
E qui esce la trovata della giornata: Sentiero enduro dell’amicizia.
Maverick sbianca in volto, mentre Cinci, capendo fischi per fiaschi, si lancia a siluro.
Solo a Beka a tutti è chiaro cosa ci aspetta… dal paese fino a Bottazzo abbiamo visto di tutto, ma lasciamo che la suspence vi incuriosisca….
L’ultimo sguardo va alla Val Rosandra, degna conclusione di un’altra avventura MIB.
P.S.: incontro ravvicinato con due veri Muli in bici.
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto