In salita e in discesa, in bici e non solo...
Il Carso di Cherso
Fine settembre – Inizio ottobre
Con la fine dell’estate si conclude anche il trittico delle “piùgiorni” 2016 dei MIB, la location scelta questa volta è l’isola di Cherso in Croazia.
C’è chi in questi luoghi passa parecchi giorni all’anno come Cinci e Medioman, chi li rivede dopo qualche decade o più come Spargel, Bussola, Roberto e Daniela, chi li ha visti in fasce come Diesel o chi solo in foto come Icefoot.
Al ritrovo del venerdì sono infatti otto i cicloturisti pronti a vivere emozioni e divertimento che la natura mette a disposizione ad un paio di ore da casa.
Venerdì 30 settembre – Merag-Martinscica
Lasciate le macchine all’imbarco di Vabliska essere traghettati direttamente con le due ruote dà la prima sensazione di libertà. Il meteo si preannuncia poco nuvoloso, l’isola di Cherso ci attende.
Attraccati a Merag prima foto di gruppo e finalmente si parte, ignoriamo la traccia seguita a suo tempo dal Prof, preferendo una più lunga ma abbordabile salita asfaltata
Arrivati alla cittadina di Cherso (Cres) una parte del gruppo affianca Bussola alla ricerca di un non meglio precisato tesoro, grappoli d’uva bianca saranno la giusta ricompensa.
Neanche partiti è già l’ora della sosta, l’orologio non mente, è ora di pranzo e gli stomaci devono essere ben rifocillati.
Davanti a tavole imbandite siamo tutti fratelli, si approfondisce la conoscenza con gli amici friulani, si smussano antichi campanilismi, tutto sembra filare liscio fino alla fine quando… al momento della ripartenza, una coppia di isontini seduti vicini al nostro tavolo fa rischiare l’incidente diplomatico…
Salutiamo Cres aggirando il porticciolo ed imbocchiamo la sterrata che per diversi km ci farà pedalare a mezza costa tenendo sulla nostra destra paesaggi mozzafiato a picco sul mare. E’ un percorso talvolta sassoso altre volte più compatto, con strappi brevi ma intensi. Tutti si difendono alla grande, “vai vai Daniela” è il refrain della 3 giorni, la mula di Corno di Rosazzo è stoica e tenace.
Arriviamo all’incrocio che porta a Valun, la leggenda narra sia il luogo dove Cinci venne raccolto con un cucchiaino da suo papà nella traversata Trieste-Lussinpiccolo. Una statua in loco lo testimonia.
Noi invece dobbiamo salire verso Lubenice. Per affrontare la Via Crucis che ci aspetta Icefoot impone mezzi alternativi.
Diesel è felice di essersi liberato del pesante fardello.
Finalmente l’ultima croce è conquistata.
Il paese medioevale è semiabbandonato, siamo in cima alla scogliera a 380 m sul livello del mare, l’atmosfera che si respira sa di antico.
Bussola, cogitabondo, scruta l’orizzonte.
Icefoot, agitabondo, scruta l’orizzonte.
La splendida baia di Sv. Ivan è sotto i nostri occhi.
Tutti sono visibilmente sodisfatti.
Dopo sosta merendino si riparte per attraversare il tratto più selvaggio della nostra gita, pezzi di sburtanbike conditi da sfregamenti con foglie pungiformi più dure della roccia, ma lo spettacolo che ci si para davanti è impagabile. A qualche metro da noi si alzano in volo decine di grifoni di notevoli dimensioni disturbati dal nostro passaggio ma ben decisi a farci capire che quello è il loro territorio.
In questo Jurassic Park siamo emozionati, stupiti, felici come bambini.
Usciamo da questo parco …
… ed entriamo nel bosco più fitto che MIB abbia mai visto
Al termine dello stesso, i 2 km abbondanti che ci portano al paese di Vidovici sono a detta di tutti l’essenza della mtb: tratti tecnici ma scorrevoli, cambi di ritmo e rilanci in un contesto unico di colori e profumi circondati dalla natura dura e sincera, affacciati sul mare.
Martinscica arriviamo! La ricerca dell’ultima discesa fuoristrada è vanificata da un evidente divieto, conosciamo i kazziatonen austriaci, non sperimentiamo quelli croati. Quindi giù a bomba per asfalto, la giornata ciclistica è finita e sul molo timbriamo il nostro arrivo a destinazione.
Un tuffo nelle acque fresche e limpide di fronte a casa e la meritata cena alla Gostionca Mareta “dietro l’angolo” sono il giusto compendio alle nostre fatiche giornaliere.
Sabato 1 ottobre Martinscica-Televrin e ritorno
La mattina al risveglio la sorpresa più bella: è una splendida giornata di sole!
Rituali mattutini, colazione abbondante, zaini alleggeriti… obiettivo Televrina, si parte!
Come il giorno prima si inizia subito su asfalto, con una bella salita impegnativa anche se decisamente più corta. Pedalando per i primi 2 km si ha come un deja-vu, forse le ampie libagioni della sera prima hanno lasciato qualche strascico…
Subito dopo Stivan imbocchiamo uno sterrato in discesa, il trattore che ci fa da safety car servirà a far carburare per bene i nostri motori.
Lo sterrato si trasforma in una traccia divertente, scorrevole e tecnica al punto giusto. Medioman comanda la fila.
Ucio e Cinci la chiudono.
I MIB esploratori seguono le tracce di un castello abbandonato, ciò che troveranno sarà un castelliere ed una casa diroccata. Sullo sfondo il nostro obiettivo di giornata.
Come il giorno precedente pedaliamo tenendo d’occhio alla nostra destra scorci che meritano fermate continue.
Prossima tappa Ustrine, paese dalle innumerevoli tabelle esplicative, attraversato da una carrabile dalle ampie visioni che ci porta verso la strada principale.
Da lì, in picchiata per asfalto, ci fiondiamo ad Ossero, città storica ed anello di congiunzione tra le isole di Cherso e di Lussino.
La sosta caffè al bar di fronte il porticciolo serve a darci la carica per raggiungere prima il rifugio e poi la vetta del Televrina.
La salita vera e propria inizia subito dopo attraversato il ponte, si entra nel campeggio. Un cartello ci avvisa che non si può impennare in discesa con il casco integrale. Per fortuna siamo tutti con il casco jet, procediamo in salita e Patoco è rimasto a casa.
I 6 km che ci separano dal rifugio sono una strada perlopiù dal fondo largo, talvolta smosso, ma che tutto sommato danno la possibilità di rifiatare se non altro per godere del panorama.
Oppure per cazzeggiare…
Finalmente il rifugio, sensazioni ed immagini, sotto di noi il paradiso, davanti a noi Radler arancioni in onore ai colori sociali.
Tutto è perfetto, ampia scelta di cibo, caffè forte e deciso, conto a norma UE… non si capisce perchè Cinci continui a brontolare!
Dovidenja koca Osorcica, la cima del Televrina ci aspetta!
I 3 km che ci separano dalla vetta regalano contesti idilliaci.
Al piazzale sotto le antenne è scontato chi sia volato per primo, da sottolineare che Cinci è giunto secondo, gli altri stanno tuttora rifiatando…
Godiamo oggi di questa splendida giornata, domani sarà un’altra storia.
L’idea di raggiungere la chiesetta di san Nicola comporta del sano portage. La faccenda si complica e si tentano approcci alternativi.
Alla fine l’idea viene abortita; Daniela , Roberto e Spargel hanno anticipato la decisione e si sono lanciati in discesa verso Ossero, qualche decina di minuti più tardi saranno seguiti dal resto del gruppo.
Il ritrovo è al solito bar, giretto della cittadina, visita alle antiche mura.
Allo sprone di Roberto “ciò muli basta far monade, ‘ndemo vanti che el sol magna le ore!”, il gruppo riparte compatto per asfalto, in salita, fino a raggiungere nuovamente Ustrine.
La grande forma di Icefoot scalatore rende invidiosi i nullapotenti colleghi, solo la generosità del benefattore lo induce a dispensare prodighi consigli.
Da Ustrine verso Stivan, a parte il tratto iniziale, si ripercorre il single track dell’andata. Andature da videogioco, divertimento da lunapark, uno Spargel scatenato traccia la via, troppo potente anche per la sua gomma che comporta la prima foratura della 3giorni.
Siamo a Stivan, pochi km da Martinscica, non finirà mica il divertimento? Di MIB Fondatori potrebbe restarne solo uno (sempre se nel frattempo non sarà scivolato in qualche grotta di Divaca…), perchè Bussola, Cinci, Diesel, Icefoot e Medioman si lanciano in una discesa a capofitto senza esclusioni di colpi, sportellate, tagli assassini, staccate al limite… Game Over… anche per oggi abbiamo finito di pedalare.
Le alici marinate ci aspettano e le ampie libagioni ripropongono il mai sopito campanilismo Trieste vs Udine… l’eterno dilemma “come sarebbe se Trieste fosse friulana” ovvero “come sarebbe se Udine fossi triestina” viene decantato da Icefoot, grazie al quindicicalogo tratto dalla maldobria della Trieste furlana de Polska… rivemo! di Diego Manna e Michele Zazzara. Grandi risate e giro di pelinkovec per tutti confermano il gemellaggio MIB-FIB!!!
Domenica 2 ottobre Martinscica-Merag
Siamo così giunti al giorno del rientro, l’umore della truppa non si fa influenzare dal grigio plumbeo del cielo che vorrebbe confermare nefaste previsioni. Stretching, colazione, evacuazione, vestizione… siamo pronti alla migrazione.
Salutiamo il Televrina conquistato il giorno prima e cominciamo a pedalare approfittando dell’apertura di una finestra temporale.
Risaliamo nuovamente verso Stivan per asfalto e proseguiamo fino ad incrociare la sterrata che imboccheremo verso nord. Incrociamo anche l’unico raggio di sole della giornata: una radiosa e sorridente ragazza austriaca che ci racconta che è in giro con la bicicletta da circa un anno (????) con il marito e due figli trainati con il carretto, solo che qualcuno lo ha rubato e sta andando in giro a cercarlo… azz… ecco di chi era il rimorchio che abbiamo fregato 2 giorni prima…
Nel frattempo vai vai Daniela ha preso l’abbrivio e si è involata lungo la sterrata solitaria. Roberto si lancia al suo inseguimento, gli altri MIB fanno sosta panoramica in vista del lago che il buon Medioman ci illustra essere fonte di acqua potabile per tutta l’isola.
Attraversiamo il paesino fantasma di Grmov e pedaliamo paralleli al lago, senza mai più vederlo, in un’ambiente totalmente isolato e affascinanante.
Il cielo è sempre più plumbeo quando sbuchiamo a Mali Podol, per asfalto in discesa e dopo una leggera salita arriva il momento di prendere una decisione. Al mausoleo del Cinci piove ma non diluvia. Spargel, Daniela e Roberto decidono comunque di proseguire per asfalto fino a Cres, il resto del gruppo imbocca il fuoristrada percorso al contrario il primo giorno per poi ricongiungersi nella cittadina. Dopo pochi minuti di pedalata accade l’inevitabile, la finestra si chiude e si apre il temporale. Più che pedalare si rema, bagnati fradici nell’acqua marroncina, strappi in salita controcorrente, discese veloci con pietre sempre più smosse. Sinceramente però non c’è ne frega niente, è divertente comunque e per fortuna non fa freddo. L’intensità della pioggia è sempre molto forte e costante, all’orizzonte compare finalmente Cres (in didascalica foto di repertorio).
Ed è qui che accade ciò che nessuno di noi vorrebbe accadesse mai, tanto meno, ma tanto tanto meno in questo momento. Diesel buca l’anteriore, la sua reazione al tragico evento è da vero signore:
“ma acciderbolina, guarda te che disdetta mi è dovuta capitare proprio in questo momento così disagevole, sono veramente contrariato, sono tutto inzuppato e questa fermata rischia di farmi prendere un accidente!!”.
Gli altri quattro MIB sono solidali e pensano “meio a lui che a mi” e lo aiutano incitandolo a fare presto perche si stanno ghiacciando…
A Cres ricongiungimento nel ristorante del primo giorno, il terzetto bitumaro si sta bellamente ingozzando di squisitezze locali, i cinque pulcini bagnati salutano e nel giro di 1 minuto ripartono per Merag, fermarsi adesso sarebbe controproducente.
Ci vorrà circa un ora per raggiungere l’attracco del traghetto, attraversando anche banchi di nebbia e con il pensiero ai nostri 3 compagni: come faranno a ripartire con la pancia piena sotto l’acqua battente?
Miracolosamente al salpare del battello delle 13:30 ci sono 8 MIB presenti.
…4 ruote sono più veloci di 2…
Merag-Martinscica
Martinscica-Televrina
Martinscica-Merag
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto
MIB sempre i migliori.
Diesel campione di eleganza.
Bussola irriconoscibile nel nero banale.
Daniela subito santa per aver resistito a 7 bici-manìaci.
Rodo d’invidia per i primi due giorni mancati assieme a voi…
Bravo Icefoot, bellissimo articolo, una tre giorni compreso giove pluvio stupendi, compagni ben allenati in bici e a tavola, due cose per il prossimo due o tre giorni a Cherso, il sentiero dell’imperatore dovrebbe essere fattibile in bici e relativamente facile da quanto mi ha detto mio fratello che gira ogni anno Cherso per funghi e fiori, dalla cima alla chiesetta si presterà attenzione ma un sentiero lo troviamo, si salta il rifugio e si va dritti a Nerezine per una visita birragastronomica locale, come vedo io il futuro non lo vede nessuno.