I Capitani di Raspo

18 ottobre 2015

Domenica d’ autunno, cadono le foglie, cadono i capelli, e a pensare di ripercorrere  i soliti sentieri già fatti più volte cadono anche le balle…
Via! Alla conquista di Buzet e della Ciceria per acquisire un titolo che solo pochi hanno avuto l’onore di fregiarsi molti secoli prima: il Capitano di Raspo!
Sono sette le aspiranti reclute che si danno appuntamento per questa nuova avventura.
Una nebbiolina pungente ci accoglie a Pinguente, ma anche l’infreddolita Spoletta avrà modo di scaldarsi ben presto nella rampa diretta che dai 60 m dell’avvio ci porta ai 500 m dell’altipiano che sovrasta la vallata.

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La sosta a metà salita è l’occasione per i primi scatti fotografici.

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Bussola è il più agile e scattante, si inerpica senza sforzo apparente, il “scielo” azzurro che si sta aprendo sopra le nostre teste sembra essere la sua  meta finale…
E’ Diesel però quello più in forma, lo sarà fino alla fine, non disdegna quindi di cimentarsi in altri sport tipici.

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La Patato’s girl minaccia il ritiro, ma adeguatamente motivata, avrà motivo di restare senza fiato non solo per gli sforzi ma anche per il paesaggio che si apre  giunti sull’altipiano della Ciceria.

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Icefoot descrive le vette che ci circondano, individua la Zbevnica (?), Medioman incredulo consulta la sua app “nominamonti” e a malincuore  dà conferma tecnologica a tanta conoscenza territoriale…
Pedaliamo nel nulla, assaporiamo il tutto, fino a che arriviamo ad un’area attrezzata che ci stupirà per diversi motivi.

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Corsi di inglese online, offline, Englandline, permettono a sette teste vuote  di capire finalmente che questa è la sede di un gruppo di paraglider nudisti!… doppia sensazione di libertà…
Esploriamo la Raspadalica in lungo e in largo, attrezzatissimo campo per mangiare, bere , dormire, lanciarsi con il parapendio, scendere le scale o rilassarsi in acqua a fil di costone in un contesto veramente unico.

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Sullo sfondo Buzet sul cocuzzolo che sovrasta la vallata.

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Nel frattempo le ore passano, abbiamo fatto appena 10 km degli oltre 50 previsti…
E con il tempo che scorre arriva già il momento dei primi saluti. Al successivo bivio Patato e Spoletta alzano bandiera bianca per accumulo di precedente stanchezza, Bussola suo malgrado si associa per improcrastinabili impegni familiari.
Oh Capitano, mio Capitano… non saranno certo loro a fregiarsi del titolo!
Quattro puntini che si muovono in fila indiana in mezzo a pietre, arbusti ed alberi che odorano di tempi antichi, quattro viandanti che sembrano catapultati indietro nel tempo soprattutto quando si attraversa il paesino di Klenovscak, più cani che case… Quanti siete? Dove andate? Cosa portate? Un fiorino…
Siamo sempre in mezzo al bosco, evitiamo una deviazione a sx, continuiamo fino a quando una valle si apre davanti a noi, in lontananza i tetti di Raspor.

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Dopo diverse ore incrociamo qualche essere umano, più di uno a dir la verità. A Raspor parte il sentiero che porta alle rovine del vecchio castello, veniamo incitati da un folto gruppo di escursionisti, la nostra strada però è un’altra. Una salita tosta ed infida perchè scivolosa oltre che erta, ovviamente Diesel se ne fa un baffo…
E Cinci? Il macinachilometri oggi è un po’ in crisi, valutazioni sbagliate di alimentazione, poca scorta e nessun posto ristoro, ma soprattutto effetti postumi del precedente weekend marinaro.
Parafrasando un vecchio detto triestino se “Cicio no xe per barca” è evidente che “Cinci no xe per Barcolana”!
A dir il vero ad arrancare adesso sono Icefoot e Medioman ma come sempre, nonostante la costante salita, il silenzio irreale e la bellezza di questi boschi rende tutto più sopportabile.

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Lambiamo il Monte Orliak, il desiderio di puntare alla cima ci sarebbe, ma 50 minuti di sburtanbike in questo momento sono improponibili. La fame aumenta e quando siamo a metà percorso raggiungiamo i circa 1000 metri della cima Coppi e finalmente si scollina.
Ma, soprattutto, finalmente discesa… Diesel è troppo in piena per non bucare anche questa volta!
Come sempre in pochi minuti ci si mangia ore di dislivello, Medioman è felice come un bambino…

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Siamo a Lanisce, di gostilne neanche l’ombra, solo una buonissima acqua gusto gomma color saponetta neutra…
Siamo circa a 700 metri, davanti e dietro a noi catene montuose. Dov’è che si scende?
La traccia però non mente, qualche chilometro di asfalto, dentro a destra nel bosco alla ricerca della “diretta” che ci porterà a Roc. Dopo aver dato fondo alle ultime risorse dello zaino di Diesel finalmente arriviamo all’agognata deviazione che in maniera decisa ci fa scendere verso valle. All’inizio bisogna destreggiarsi anche a piedi, poi diventa una filante traccia con i vividi colori del sommaco in basso e con la vista aperta verso la vallata davanti a noi

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L’arrivo finale a Roc avviene attraverso un divertente single track. Ed è qui che tradiremo la nostra missione.
L’ora tarda, tuoni e fulmini con nubi che si addensano all’orizzonte (non sopra Roc ma sopra Bagnoli…) ci fanno optare per un rientro veloce asfaltifero a Buzet, saltando così l’ultima parte di tracciato originale.
No, nessuno di noi a questo punto potrà fregiarsi del titolo di Capitano di Raspo ma…
…ma il vero Capitano (la storia narra fungesse anche da sindaco e aggiungiamo noi, probabilmente, anche da oste) è il gestore della locanda di Socerga dove come viandanti affamati ci catapultiamo a tardo pomeriggio con le nostre due e quattro ruote.
E’ lui, che senza possibilità di replica, ci ordina cosa consumare per primo, per secondo, per contorno, per pane, per birra, per grappa… e noi obbediamo, con entusiasmo obbediamo!

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Oh Capitano, nostro Capitano….



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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