2 giorni del Crostis

13 giugno 2015

Premessa: anche stavolta Bussola ha cercato di autoboicottarsi, 39,3° di febbre a 7 ore dalla partenza avrebbero scoraggiato anche un Contador in lizza per il Giro d’ Italia, il “nostro” invece non sarebbe mancato per nulla al mondo.La santa moglie, leggermente preoccupata e sospettosa, lo ha salutato alla partenza da casa con un cartello: “Mio amor, porque te gusta el Crostis?”

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La base di partenza è Cercivento, che i ben informati danno come prossima sede regionale PAT (Punto Accoglienza Turistica). Tre sono i nuovi elementi che partecipano per la prima volta alla 2.giorni.MIB : Maverick, Fabius e Maddalena. Gruppo storico al completo (Medioman come sempre si nasconde dietro l’obiettivo).

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Si parte, ed è subito salita costante per circa 20 km. Ognuno va al suo ritmo, ogni tanto ci si aspetta, la pioggia non c’è, la nebbia nella parte alta permette solo di intuire fantastici paesaggi… chiediamo spiegazioni a Maverick…

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Nel frattempo, il team tecnico, procede a qualche regolazione meccanica…

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Siamo alti in quota, quasi 2000 m, all’imbocco di un sentiero molto invitante, che però nasconde insidie sia per il fondo irregolare e coperto d’erba che per il fatto di essere molto esposto. Tutti procedono con cautela, l’apice dell’attenzione si raggiunge quando con catena umana si scende un tratto senza appoggi che rischia di innescare pericolosi scivolamenti. Tutti sono molto prudenti, Maddalena è leggermente preoccupata, sta attivando il primo innesco… La rassicuriamo con parole confortanti “siamo quasi tutti padri di famiglia, non corriamo mai rischi inutili…” che tradotto ad avventura finita significa “ormai siamo qui, indietro non si può tornare, speriamo bene…”.

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Il tempo trascorre veloce, le nuvole basse mettono un velo ai minuti che passano e cominciano ad insinuarsi i primi dubbi se mai riusciremo a raggiungere il Marinelli.

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Prima attraverso una mulattiera e poi su fondo duro e compatto entriamo in una vasta conca, si vedono (tra le basse nuvole) molti ruderi di vecchie casere e dopo aver macinato “scorrevolmente” 30 km si arriva alla malga Chiadinas sotto la cima del Crostis dove facciamo finalmente sosta pranzo (sono già le 15:30…).

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E’ l’occasione per discutere il da farsi, la nostra meta sembra sempre più lontana, il dibattito è acceso ed i cartografi studiano varianti azzardate per raggiungere l’obiettivo. Il punto di equilibrio viene trovato quando si riparte alla ricerca di una traccia invisibile segnata sulla cartina che raggiungiamo dopo esser passati per i ruderi delle Casere Neval di Sopra… finalmente il vero sburtanbike tanto agognato…
Il GPS è salvifico e ci guida nella ricerca del sentiero 151, mentre Maddalena si sta lentamente trasformando in Spoletta…

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Finalmente il sentiero CAI spunta sotto i nostri piedi, si riparte consapevoli che è ancora lunga, ma con rinnovato entusiasmo si alternano tratti in sella a tratti a piedi. Si aprono finalmente notevoli paesaggi e dopo un bel tratto tecnico in bosco siamo ai 1697 m di sella Bioichia.

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A monte di Collina (lo so, sembra un anacoluto o un bardotto, come dire ai piedi del calcagno, ma era così…), la consapevolezza dell’ora ormai tarda e della fatica accumulata minacciano lo spirito MIB con ventate di pessimismo e rassegnazione: “non ce la faremo mai”, “è troppo tardi”, “siam troppo stanchi”, “dormiamo al Tolazzi”. Perfino il Prof sembra cedere e si lascia andare al più cupo pessimismo “mi no ghe la fazo, dormo al Tolazzi, voi fè quel che volè!”.

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Ma è qui che qualcosa di misterioso accade: Maverick, lo spirito più giovane e più puro e quindi meno fertile di fronte al germe delle pigre tentazioni demoniache, alza gli occhi al cielo e pronuncia un candido: “ma io vorrei tanto dormire al Marinelli…”

Angeli Raffaello

La sua voce sembra cadere nel nulla, ma invece ricade ancora più in basso, cioè nelle viscere del Bussola che, come posseduto dalla spirito di Napoleone, improvvisamente proclama con voce sicura e occhio spiritato: “Non temete, dormiremo tutti al Martinelli”.
Il suo tono è talmente deciso e imperioso, che non ammette né replica né obiezione, ma solamente azione: RIPARTIRE!

E così i MIB, una pedalata dopo l’altra, si ricompattano e percorrono veloci la discesa mozzafiato che li conduce a Collina (veloci chi più e chi meno, c’è chi giura di aver visto il Bussola superare Medioman all’interno di una curva secca, ma c’è anche chi fa notare che Medioman, sulla stessa discesa, aveva già superato Bussola una mezza dozzina di volte, per poi fermarsi e riproporre la bravata…), per poi affrontare con rinnovata e inaspettata lena la salita breve ed intensa fino al Tolazzi.

A quel punto dall’agognata meta del Marinelli ci separano i tanto temuti 800 metri di dislivello: ma è qui che la profezia del Bussola comincia ad avverarsi, la fiducia si fa strada e magicamente la stanchezza accumulata sembra sparire e la difficoltà della salita abbassarsi. Forti di questo ritrovato ardore, si avanza!

Il gruppo MIB si divide subito in 2 insoliti tronconi:
– nel primo quelli che, fino a quel momento, avevano sofferto di più il dislivello ed i passaggi impervi: la coppia Spoletta/Patato (aka Fabius), il buon Medioman, Icefoot (che in effetti già nel pomeriggio si era magicamente ripreso) ed il Prof (che in effetti aveva sofferto solo di rassegnazione serale, conseguenza transitoria del nono lustro)
– nel secondo gruppo (attardati anche per la complicità delle birre al Tolazzi…) i galletti di giornata: il miracolato Diesel (che in un giorno come questo avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, tranne ovviamente non “ciacolare” anche in salita), il talentato Maverick (che per scaldarsi ha subito fatto un paio di strappi da centometrista sulla prima rampa dopo il Tolazzi), il sempre ruspante Cinci (che dopo l’esibizione di potenza di Maverick si è sentito in dovere di emularlo e sarebbe stato ovviamente ancor più veloce di lui se quel sassolino del Biella, trasportato lì dal vento, non gli si fosse incredibilmente rischizzato sotto le gomme a limitarne la potente trazione) ed il profeta di giornata Bussola (che dopo aver condotto i suoi anticorpi all’attacco del virus ha deciso di condurre tutti i MIB al Marinelli).

E gli 800 metri di salita, come per magia, sembrano sbriciolarsi curva dopo curva. Inesorabili i due gruppi MIB avanzano con spasso incredibilmente spedito e costante, come se le loro bici fossero unite da un magico filo di rinnovata forza e fiducia, e come se la birra bevuta si fosse trasformata in benzina per i loro mezzi. Nessun intoppo, nessuna sosta (solo una piccola pausa del secondo gruppo, per liberare la strada da vari pezzi di legname – MIB sempre esemplari anche in educazione civica), finalmente nessuna lamentela. Ritmo costante, traiettorie precise, mai slittamenti nonostante il fondo ghiaioso a volte ostico ma nel complesso decisamente migliore delle aspettative (e difatti poi scopriremo che al rifugio, grazie ad apposita legge regionale, ci si può andare anche in macchina se ci si consuma qualcosa – ed in effetti vediamo una jeep che ci passa tranquillamente, unica nota discorde all’idillio naturalistico dell’imbrunire). Anzi, in prossimità delle ultime curve il secondo gruppo MIB ingaggia persino una competizione col cane lupo del rifugio, e non sarà il cane lupo a vincere…

Insomma, non ci avrebbe creduto nessuno, ma poco prima delle 22 i 9 MIB si ritrovano docciati e profumati seduti intorno al tavolo dell’ospitale e, fino a poche ore prima, irraggiungibile rifugio Marinelli, pronti ad ordinare ed a brindare all’ennesima impresa, che nemmeno gli straduri killa avrebbero osato solo immaginare!!!

 

14 giugno 2015

La luce del del mattino invade la camerata e risveglia l’indomito spirito MIB alle 7, mentre Maverick è già in giro alle 4:30 a godersi l’alba respirando l’aria pura di montagna…

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Una corposa colazione, una rapida sistemazione degli zaini, un saluto ai cordiali gestori del rifugio (il Prof si ricorderà a lungo del soprannome di “Ansiolitico” datogli da Caterina) e via con le foto di rito.

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Il Prof indica la via e si riparte verso il Tolazzi, lungo i tornanti affrontati baldanzosamente (???) la sera prima…

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La strada scorre veloce come le nuvole che si addensano sopra le nostre teste. Alcuni temerari si lanciano in una variante sul sentiero CAI che taglia gli ultimi tornanti, prima del rifugio Tolazzi.

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Ci fermiamo a valutare le immagini del radar meteo regionale davanti ad un caffè… ma c’è ben poco da valutare, tuoni e fulmini segnalano l’inizio della stagione delle piogge…

Attendiamo mesti che Giove pluvio si quieti, mentre il Prof ci intrattiene con giochi di prestidirigitizzazione con le carte. Dopo un’ora la pioggia sembra calare leggermente d’intensità e decidiamo di ripartire, riposte le macchine fotografiche negli zaini e tirati fuori tutti gli impermeabili del caso.

Rapidi giù fino a Collinetta lungo l’asfalto, per poi proseguire nel bosco fino a raggiungere il sentiero della fede che ci èporta a Givigliana dove ammiriamo il campanile dipinto sotto una pioggia costante che bagna i nostri kway, ma non lo spirito indomito.

Stalis, Vuezzis, Gracco sono i paesi che incontriamo lungo un tracciato pieno di tratti viscidi che dobbiamo percorrere a piedi con estrema cautela, ma neanche un tratto a rischio frana (chiuso da transenne) riesce a fermarci. Finalmente raggiungiamo la strada per Tualis e da qui fino a Salars e Ravascletto l’asfalto scorre sotto le ruote tassellate.  Alle 13:55 passiamo Ravascletto e ci lanciamo a capofitto verso le auto a Cercivento che raggiungiamo in meno di 15 minuti!

L’avventura è finita, non rimane che asciugarsi sotto la pensilina della corriera davanti all’unica finestra aperta del paese…

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Da Cercivento verso il Tolazzi

Dal Marinelli a Cercivento

 



PS: la salita dal Tolazzi al Marinelli è solo leggermente romanzata, qualcuno parla di un aiuto motorizzato, ma sono i soliti detrattori…

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Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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