In salita e in discesa, in bici e non solo...

Dolomiti – Il giro più bello del mondo
Giovedì 18 settembre 2014
Driiinnn…Driinnn… Driinnn…
• Pronto? Rifugio Senes…
• Buongiorno, vorrei prenotare per sette persone, mezza pensione per sabato sera…
• Mi dispiace, è tutto occupato… abbiamo un matrimonio…
• Ah… ho capito… arrivederci…
Grazie… Renzo e Lucia… grazie…
Sabato 20 settembre 2014
Passo Tre Croci, Ore Dieci, Sette Mib, Sei Ventisei, Una Ventinove, Tre Biammortizzate, Tre Monoammortizzate, Una Nonammortizzata, Una Nikon Professionale, Una Compatta, Due Gopro, Cinque Smartphone, Un Citofono… si parte!
Il nuovo membro del gruppo fa Super di cognome, Mauro di nome, Duracell da oggi in poi!
La sezione agonistica dei MIB comincia a preoccuparsi…
Per asfalto raggiungiamo Misurina dove tutti apprezzano il panorama e Bussola, Dongiovanni de San Giovanni, sfodera il suo fascino e flirta con una bellezza del luogo.
Si scende a Cimabanche, si risvegliano ricordi di Dolomiti Superbike e per sterrato arriviamo all’ inizio della salita che, con circa 500 mt di dislivello, ci porterà a sella Lerosa.
Alcuni tratti sono impegnativi, ognuno sale con il suo ritmo, ci superano bikers professionisti della velocità che probabilmente però si saranno persi la scoperta storico/geologica che facciamo arrivati in sella: il fossile della famosa Panteratigre che ha vissuto incontrastata in questi luoghi negli anni che furono. Icefoot ne descrive con dovizia i lineamenti e i tratti somatici, tutti sono estasiati, appagati, la gita potrebbe finire qui e fare retromarcia… inspiegabilmente si decide di proseguire.
La discesa che porta alla Malga Rua Stua, anche se non particolarmente tecnica, è molto tosta per pendenza e fondo sconnesso e lascerà, oltre all’odore dei freni, gusti contrastanti nei palati dei MIB.
Gusti che invece apprezzeranno tutti nella sosta in malga, piatti tipici, birra, radler, caffè… tutti meno uno! Purtroppo Medioman non si sente per niente bene, problemi di pressione, la sua faccia non promette nulla di buono… Siamo preoccupati, siamo a 2/3 del giro giornaliero però il dislivello da superare per arrivare al Biella è notevole, ma soprattutto è lui l’organizzatore, colui che ha la traccia, quello che fa le foto artistiche, ecc.
Il Prof ci ricorda la selezione naturale di darwiniana memoria, cane mangia cane, decidiamo di abbandonarlo, sopprimerlo, rottamarlo… ma, quando tutto sembra già scritto, lo scatto d’orgoglio, la resurrezione, Lui… è ancora tra noi!
Nel frattempo… forbice incrociata o parallela?…
Dopo la sosta forzatamente più lunga del previsto si riparte con il tempo che si è un po’ guastato, qualche goccia di pioggia insignificante, aria più frizzante ma non c’è tempo di raffreddarsi.
La val Salata è bellissima ma la salita che la attraversa è notevole, a tratti impossibile, per tutti ma non per il Prof che ancora una volta ci sbatte in faccia la sua superiorità. Certamente anche il Cinci poteva farcela se quel sasso non gli avesse tagliato la strada all’improvviso, oppure Diesel se avesse risparmiato un po’ di fiato, o Icefoot e Bussola se accidentalmente non avessero perso gli occhiali (gli stessi), o anche Medioman se non debilitato precedentemente o più probabilmente Duracell, che essendo nuovo del gruppo e per rispetto verso gli anziani, ha simulato di non farcela.
Il grosso è fatto, siamo distesi e contenti, davanti a noi si aprono panorami di rara bellezza che ci lasciano senza fiato, soprattutto quando imbocchiamo la strada verso il rifugio Biella.
Più andiamo avanti, più siamo felici di perderci in questo mare di sassi, un paesaggio lunare, un silenzio irreale… Diesel “sta zito”!!!…
… grazie Renzo e Lucia, grazie…
Il rifugio è accogliente, persone affabili e simpatiche, prima di cena facciamo una puntatina a piedi verso la Croda del Becco per godere ancora di più dello splendido paesaggio.
Una cena abbondante e squisita, innaffiata di birra, soddisfa la nostra fame e la serata scorre via veloce e divertente : …forbice incrociata o parallela?…
Un’ultima boccata d’aria sotto il cielo stellato e poi tutti a nanna non prima di aver risolto il test d’ingresso… fatto!… ora si che possiamo dormire.
Domenica 21 settembre 2014
La mattina ci accoglie con uno splendido sole, tutti in ottima forma, chi fa stretching, chi fa foto, chi si incammina su picchi vicini, il più provato sembra il Prof ma come al solito sarà pretattica.
Dopo abbondante colazione, si paga, si saluta, si parte! Decidiamo di fare i bravi e a malincuore evitiamo sentierini proibiti, un Kazziatonen all’anno può bastare (vedi qui).
Un ultimo sguardo al Biella e si prende l’abbrivio in discesa fino a che Bussola ci ricorda che le ruote sono fatte per essere bucate.
La sua imprecazione scuote il silenzio della valle, si ferma, smonta la ruota posteriore e preso dal nervosismo la scaglia contro l’incolpevole Icefoot che si avvicinava per aiutarlo. Quest’ultimo cerca di schivare l’oggetto contundente ma non riesce ad evitare che tocchi la sua mano che devia accidentalmente la ruota verso il pendio sottostante. Questa scivola sempre più giù prendendo velocità e solo un colpo di fortuna evita che rimbalzi finendo centinaia di metri sotto nel burrone fermandosi invece tra i pini mughi.
Solo il buonsenso di Icefoot riporta la situazione alla calma, anzi, in segno di distensione verso l’agitato collega si offre di andare a recuperare la ruota. (Probabilmente usciranno versioni discordanti, attenetevi a questa che è ufficiale).
Gli animi si rasserenano e si riparte.
Passiamo lungo la pista di atterraggio del Senes e poi lunghissima discesa anche con tratti tecnici e aumento di camminatori lungo la via.
Due MIB-in-love si abbracciano teneramente in un punto panoramico.
Arriviamo al rifugio Pederù, un po’ troppo movimentato di mezzi meccanici, sosta merenda e ripartenza in salita verso le prossime mete.
La salita è costante ma come al solito in cima si viene ripagati dalle fatiche.
Escursione al laghetto, nuova salita impegnativa, riposo sotto benedizione divina e visioni di fanciulle che pedalano come niente fosse su salite del 15%.
Non sono visioni, è tutto vero, come il motorino elettrico mimetizzato nelle loro mtb. In mancanza di questo ci si arrangia con “la punta di sella”.
Il paesaggio dietro ad ogni curva è notevole e le parole fanno fatica a descriverlo.
Decidiamo di non fermarci a mangiare al Fanes e, vista l’ennesima pendenza che ci aspetta subito dopo, siamo contenti di ciò. Siamo al passo di Limo, scendiamo verso il laghetto dove qualcuno fa addirittura il bagno mentre il ristoro al quale puntavamo per rifocillarsi purtroppo è chiuso.
Iniziamo una lunghissima e divertente discesa che ci fa calare notevolmente di dislivello, l’andatura è sostenuta e Diesel preso dall’entusiasmo non si ferma più ai bivi. Incontriamo una famiglia tedesca in bici che abbiamo già incrociato più volte e affidiamo l’identikit del nostro affinchè ce lo possa rispedire indietro.
Arriviamo alle cascate di Fanes, foto di rito, scendiamo ancora, stanchezza e fame cominciano a farsi sentire. Ancora qualche saliscendi finchè finalmente siamo al Rifugio (Gran Ristorante) Ospitale. Il posto è finotto ma il cibo è squisito e le porzioni sono più che abbondanti.
La gita sta volgendo al termine anche se manca la salita più ripida, lunga e spaventosa della 2 giorni. Sono più di 600 metri di dislivello per arrivare alla sella del Monte Cristallo con i primi 200m che solo il Prof e Duracell affrontano in sella. Medioman, che la sa lunga, ci ha abbandonato al rifugio e ha preso la via del ritorno verso Cimabanche e Misurina.
Attraversiamo la Val Padeon e finalmente arriviamo agli impianti di risalita del Cristallo. Altre visioni imponenti, ultima discesa impegnativa e sotto una pioggia scrosciante chiudiamo il cerchio ritornando alle macchine al passo Tre Croci.
Che dire, tutto è filato liscio, come sempre e più di sempre, siamo un puzzle dove ogni pezzo è al suo posto e il risultato finale è ogni volta più bello, però…
…forbice incrociata o parallela?…
Nel video tutta l’arte del Prof.
Dal GPS di Medioman
Dal GPS di Icefoot
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto