In salita e in discesa, in bici e non solo...
Alla conquista dell’Ost(ernig)
“Nuovo spettacolare giro anche oggi per i MIB – Muli In Bici MTB Group!”
Parafrasando l’indovinato incipit dei loro bellissimi video, complimentandoci per i giri sempre arditi ed originali, copiamo in toto una traccia dei FRIULBIKERS MTB Group che ci regalerà oggi fatica, emozione e tanto divertimento.
Per distinguerci aggiungiamo solamente all’inizio un tocco di originalità: una variante della pesca al luccio, la caccia all’Ucio. Sfuggente come un’anguilla, testardo come un grongo.
Rispetto al giro dello scorso sabato ci sono alcune variazioni nella formazione:
OUT – Maverick resta ai box a ricaricare le batterie.
IN – Zar ha le batterie cariche e lo dimostrerà
IN – Odermat con pipa, pinne e palette.
La Val Bartolo con la sua bellezza illude.
E’ sul versante austriaco che la strada s’impenna e l’ascesa diventa severa.
Come la legge, che in teoria non permetterebbe il passaggio ai ciclisti.
Ogni tanto ci si ferma per tirare il fiato. Nonostante qualcuno, come si evince dalle foto, sembrerebbe proprio non averne bisogno.
Cantiamo, ci aspettiamo, ci contiamo. Arriviamo alla spicciolata, una leggera deviazione verso la sella dell’Acomizza è obbligo irrinunciabile.
Austria pulita e ordinata, Italia l’esatto opposto: è tempo di sfatare falsi miti.
Le mucche sulla cresta di confine hanno deciso di cagare in Austria.
Un scendi-sali verso sella Pieccia e sella Bistrizza ci avvicina all’obiettivo di giornata, la conquista dell’Osterning. Che visto da lontano sembra prospettarsi come impresa ardua. Visto da vicino sarà anche peggio.
Niente di meglio per prendere le giuste decisioni che un reintegro liquidi nel rifugio alla base della vetta.
Il dado è tratto, ci si divide in due gruppi:
- Bussola, Cinci, Icefoot, Loden e Odermat saliranno i 300 metri di dislivello verso la cima (le cime) su duro sentiero montano con bici in spinta o in spalla.
- Ucio, Vaivai e Zar, appesantiti dalle elettriche, ci aspetteranno in rifugio. (Falsi come i calamari dell’Isonzo).
I primi 200 metri di dislivello sono quelli letali. Le tecniche di approccio al portage sono e possono essere solo due: spinta o spalle. Le maledizioni invece hanno repertorio più ampio: ai Santi, ai MIB, ai video su Youtube, ai comitati NO-OVOVIA, all’invenzione della ruota.
Ma se si tiene duro, se non si molla, se si stringono i denti può capitare di vedere la luce o addirittura… di vedere l’Ucio! Che accompagnato dal suo fido scudiero Zar ha risalito la montagna dal lungo traverso che affronteremo in discesa, comunque molto impegnativo, ma unica maniera possibile per le pesanti bici elettriche. Tanto di cappello!
Accerchiamo e conquistiamo le due cime dell’Osternig in un movimento a tenaglia degno delle migliori truppe d’assalto.
La dura fatica della ascesa è ampiamente ripagata dall’orgoglio di avercela fatta.
La splendida giornata permette di spaziare la vista sulla sottostante Valle del Gail, sul puntino bianco del Grossglockner, sulle maestose Alpi Giulie.
“Muli! Consumiamo il rullino che qui con la bici col cavolo che ci torniamo!”
E’ ora di bardarci e ripartire finalmente in discesa. Vaivai e il rifugio Nordio sono in trepidante attesa.
Si scende con attenzione, su terreno sassoso prima, su vallette inerbate dopo.
Quando si entra nel bosco il percorso diventa ancora più tecnico. Radici, pendenze, balze rocciose, tornanti secchi, gitanti a piedi. Tutto fila liscio ed è una grande soddisfazione.
Siamo pronti ad andare a riscuotere la meritata ricompensa.
Con un consiglio che ci sentiamo in dovere di dare: al rifugio Nordio si mangiano gli spaghetti con l’asterisco più buoni che ci siano!
Però la giornata è ancora lunga e non scevra di sorprese.
La prima è la discesa del muretto. Tanto spettacolare l’entrata, modello casa degli specchi al luna park, quanto difficile da interpretare nel budello che a picco scende verso valle. Breve ma intensa.
Siamo nella Valle dell’Uqua, ricordi di gite scialpinistiche.
Possiamo nuovamente sbardarci. In un contesto idilliaco raggiungiamo il Rifugio Gortani e lo superiamo per andare ad affrontare l’ultima salita di giornata.
Bussola ha decantato la squisitezza delle palacinke di Malga Priu.
Odermat si lancia ingordo all’attacco. Creando un ingorgo per la lentezza del suo incedere.
Arrivato fuori tempo massimo per qualsivoglia tipo di dolce si accascia a riflettere sul suo nebuloso futuro.
Decidendo di annegare i pensieri nell’ennesima birra.
Malga Priu è incastonata in un contesto fiabesco nei monti sopra Ugovizza.
La picchiata che ci porterà a valle ci stuzzica molto nonostante la stanchezza accumulata, il gestore ci avvisa che il sentiero è parecchio rovinato dalle ultime piogge.
Andrà invece meglio delle aspettative. Una lunga traccia nel bosco senza particolari difficoltà.
Anche con la possibilità di “godersi” la vista autostrada.
Il trenino fila via a velocità crescente.
L’adrenalina aumenta ad ogni metro discendente.
Gradoni e passaggi tecnici mangiati in un sol boccone.
Un’altra splendida giornata è arrivata a conclusione.