In salita e in discesa, in bici e non solo...

La panoramica delle vette
La traccia del giro odierno in bdc: un OTTO con il corpo grosso e la testa piccola.
Praticamente un omino Michelin. Con i piedi a Tolmezzo, il collo a Ravascletto, i capelli alla base dei monti Crostis e Pezzacul.
E se per il corpo sarà sufficiente farsi trasportare lungo le sue flaccide forme, per la testa bisognerà usare bene la testa.
In partenza i piedi del Prof hanno bisogno di accorgimenti da Prof. Chi dimentica, inventa.

Le tentatrici acque sulfuree di Arta Terme. Ma abbiamo altri piani: caffè, brioches, Piani (di Arta).

Le indicazioni della competente bionda sono esatte. Ciclabili o strade deserte è quanto ambiamo e quanto effettivamente troviamo.

La carnica portatrice ci benedice, tra poco inizieremo ad allungare il collo.

Ravascletto paese bello, paese fantasma. Sia adesso che nel pomeriggio. Collegamento silenzioso ed ombreggiante verso il borgo di Tualis, Icefoot sogna di dominarlo presto dall’alto.

Il pensiero che mette ansia a Cinci invece è un numero: 28. Cioè il numero massimo di pignoni che potrà usare nell’importante ascesa. Ma la sua gamba è una certezza, costante e inesorabile.

Come inesorabili sono le indicazioni che cadenzano il ritmo: km e dislivello. E con il regalo inaspettato di saltare il cartello dei 6 km. Non vederlo equivale a faticare un chilometro in meno, perlomeno nella testa…

Si continua a salire su pendenze accettabili e nonostante i messaggi subliminali le gambe non sono ancora pronte ad essere accatastate.
Verso fine salita si palesano le pendenze più importanti, lungi però dall’intimorirci.
Cinci prosegue come un rullo, il Prof sfrutta tutto il rullino.

Il rifugio Chiadinas alle pendici del Crostis è finalmente conquistato.


Riassumendo il programma di giornata: saliti sullo Zoncolan da Ovaro, saliti sul Crostis da Tualis, risaliremo sullo Zoncolan da Priola. NO! NON NOI! Ma una coppia di ciclisti vicentini che abbiamo ospitato al nostro tavolo in rifugio.
OK! Non faremo 4500 mt di dislivello come loro, ma vuoi mettere cosa si sono persi evitando lo sterrato che prosegue lungo la Panoramica?





Tanta bellezza è addirittura spossante (o sarà la digestione?).
Un break prima della discesa è quello che ci vuole.

La picchiata da casera Valsecca a Ravascletto è lunga, con il fondo cementato e asfaltato che necessita comunque di prudenza ed attenzione. Arrivati in paese, completata la “testa”, ci si lancia allegri e filanti verso Comeglians e quindi in ciclabile per raggiungere Ovaro.
E dopo aver equilibrato i conti con la terza sosta baretto, sfruttiamo le caratteristiche delle bici da corsa nella bella e digradante pista ciclabile che ci riporta a Tolmezzo.
Scatto, progressione, rilancio, scia. Dai che manca poco, siamo oltre il tubone, siamo quasi arrivati, nooo… scalino assassino! Psssss….
Icefoot! Non siamo in mtb!!

Poco male, non sarà questo episodio a gettare ombre su una giornata luminosa sotto ogni punto di vista. Probabilmente Herr Schwalbe era un po’ invidioso dell’omino Michelin.
