In salita e in discesa, in bici e non solo...

Pedivelle & Pignoni n°15
Ieri, per la prima volta seriamente, ho usato la Spectral:ON, ovvero l’e-bike della Mediowoman, in modalità giro enduro, con solo altri e-biker.
Ed ho voluto condividere questa esperienza con alcuni MIB via Whatsapp.
Quindi è venuto fuori un piccolo reportage di un “neo e-biker test”:
Partenza da San Giovanni su per il Boschetto, in modalità Eco, con tratti fino a 20 km/h e poi fin da Zazzeron contro Bora, pedalando sempre con un po’ di assistenza.
Con il motore tra le pedivelle è si più leggero pedalare, ma si vuole andare più forte quindi comunque si dà il massimo…
Poi giù per Cascatelle, anche il rock garden fa meno paura perchè il maggior peso della bici ha lo stesso effetto che utilizzare una moto invece che un Ciao.
Ma il maggior peso, laddove c’è da frenare, curvare, domare il percorso, richiede più impegno fisico del normale.
Invece il divertimento lo cerchi ugualmente, sui ripidi, su qualche salto, nelle curve veloci.
E la risalita dal fondo dove scorre il rio si fa finalmente pedalando, ma con tecnica abbastanza diversa, soprattutto nella gestione dei pesi e della pedalata, non bisogna mai lasciar cadere il ritmo in modo da far lavorare sempre un po’ il motore.
Via de Peco non è più la Via Crucis che solitamente è, pur in eco si risale spingendo sui pedali ma i watt in più aiutano, eccome!
Segue un trasferimento veloce lungo la ciclabile, fino all’inizio dei Furfanti. Il bel trail tecnico è piuttosto secco e spesso il posteriore si blocca e la ruota scivola (forse anche per il peso della bici), come su Cascatelle ci si diverte ma bisogna sempre anticipare le frenate e mantenere una buona mobilità, perchè i chili in più si sentono.
La risalita da Botazzo richiede un po’ più di assistenza, le rampe vanno comunque pedalate con “ardore”, però l’aiuto del motore permette di non arrivare cotti a puntino al casello Modugno.

Ultima discesa di gruppo: T-Rex. “Very dry” (riporta Trailforks, ma forse lo è anche di più), terra dura e “sabbietta” sono insidiosissime, frenare e curvare quando gli alberi ti si fanno incontro è un lavoro fisico. I passaggi finali sulla ghiaia/scassato sono come sempre da fare sulle punte come neanche Roberto Bolle; anche qui la massa in movimento tende a portarti “giù”, ma per fortuna il giusto bilanciamento di freni e delicatezza permette di passare indenni.
Dopo un ristoro ed un saluto ai compagni “di merende”, ecco la risalita verso Cattinara offrendo una scia ad un ciclista da strada (molto contento del “passaggio”); ma prima di tornare a casa non rimane che il trail più corto: SteCri.
Anche qui, laddove il peso in più potrebbe essere solo un elemento di disturbo, in fondo fa “saltellare” di meno la bici, pur rendendola meno maneggevole.
Ed anche il tempo del segmento Strava rivela una sorpresa: 1’17” della Spectral:ON contro 1’20” della Strive!
Sorge allora spontanea domanda: Alla fine può essere l’e-bike la sola bici da utilizzare?
Forse no, forse si?
Secondo me “sicuramente no” in bike park, “forse no” in gruppi di pedalatori misti tra Pro-Watt e No-Watt, “molto probabilmente si” per chi vuol fare giri enduro.
Inoltre la fatica è veramente molto ridotta?
Direi proprio di no, sia perchè la fisicità e l’impegno richiesto sono superiori, sia perchè i watt in più dati dal motore spingono a voler andare più forte e più lontano, affrontando anche passaggi in salita che normalmente sarebbero classicamente da sburtan-bike…
Quindi devo concordare con Ucio che usare la e-bike è un altro modo di pedalare e che la fatica la fai ugualmente perchè il percorso dell’uscita “di due-tre ore” sarà più lungo, più fisico, con più salite e più discese.
E devo concordare (in parte) col Cinci-pensiero, il motore vorrai usarlo per andare sempre più forte possibile, ma non sarà sempre la modalità “turbo” quella più usata, perché comunque chiederai al tuo corpo di “dare di più” 👌🏻
Inoltre ogni motore ha le sue peculiarità, chi più potenza, chi più scorrevolezza, chi maggior adattabilità alle esigenze del biker grazie ad ottime app. Ma in fondo in fondo tutti puntano a portarti più lontano, più in alto, con le gambe meno “cotte” dalle salite, anche con l’idea di permettere a tutti (purtroppo o per fortuna) di pedalare una mountain bike.




Dopo questa dissertazione, Icefoot risponde: Parlavo con “Caio carrozziere” e più o meno diceva la stessa cosa, non sull’analisi tecnica ma sull’utilizzo. Se ti vuoi divertire solo nel sali-scendi dell’enduro probabilmente è la scelta azzeccata. Ho paura che una volta che ti abitui non vorrai più tornare indietro, e tu mi dirai… perché devo tornare indietro?😀
Io per il momento tengo duro con la visione un po’ romantica e “orgogliona” di farcela ancora da solo🙂🙃

Gli rispondo: Concordo, infatti penso che la soluzione ideale finale, almeno fino ad oggi (forse, ma solo forse, Orbea Rise H a parte) sarebbe quella di avere sia la senzaWatt che la conWatt a seconda del tipo di uscita.
Si fa avanti Cinci: Mi ha stupito che con una bici che non usi normalmente sei andato più forte che con la tua sul tuo segmento preferito 🤔
Rispondo anche a lui: Ha sorpreso anche me, comunque è stato abbastanza facile trovare il feeling giusto (anche cambiando reggisella e sella, rispetto alla “poltrona” della signora).
Chiude sempre Cinci: Beh… bravo Medioman… pur non avendo mai testato e-bike mi sembra un reportage obiettivo ed equilibrato.👍
PS: comunque questa Spectral:ON in discesa va “a bombazza”!!!

