Due giorni sopra Forni

Stiamo salendo di livello…

Sabato, 6 marzo 2021

L’uscita giornaliera ci va stretta. Il gruppo ha bisogno di coesione, integrità fisica e mentale. Il venerdì sera diventa fondamentale per una adeguata preparazione, che casualmente coincida con l’ultimo giorno di zona gialla della località che ci ospita, è puro frutto del caso.

Piacevolissima new entry nei MIBskialp. Esperanta, moglie del Prof, è campionessa interregionale indoor di fixfit, danza tribale e latinoamericana nonché leader indiscussa delle MIBSS (Mule In Bici Su Strada). Oltre a questo, risulta essere molto scrupolosa nella scelta dei materiali da competizione. Optare subito per il top di gamma denota sfrenata ambizione e ampie visioni prospettiche!

La traccia piramidale di oggi prevede salita e discesa lungo le piste del Varmost, punto sommitale la cima del Monte Simone. Giornata di pieno sole, la costante ascesa combinata al tepore sarà il leitmotiv odierno. In partenza si stringono alleanze e accordi sottobanco.

Il Prof lascia fare conscio delle proprie forze e capacità.

Cinci è in spinta anche da fermo.

Vaivai allarga preventivamente le braccia.

Dopo la salita c’è la costante ascesa, dopo l’ascesa si continua a salire. Essere in pista e vicino agli impianti non sminuisce l’impatto naturale e la bellezza dei posti dai quali siamo circondati. Oltre a pochissimi altri scialpinisti, siamo completamente soli, avvolti dal silenzio interrotto solamente dai nostri sbuffi e da qualche ansimare.

E finalmente dopo abbondanti tre ore di costante innalzamento di dislivello la forcella di Tarondon è conquistata. Manca poco per finire l’opera.

Il Monte Tiarfin incornicia il volto di un già appagato Manigo.

Ma la parola appagamento non è prevista nel vocabolario MIB, il Monte Simone ci aspetta con i suoi scorci inaspettati.

Dopo aver consumato il pranzo, chiacchierato con amici e colleghi trovati tra le poche decine di umani presenti, prima in pista e poi in cima, si riparte con il solito rito: spellare gli sci, preparare l’attacco per la discesa, ottimizzare gli scarponi. La neve è bella e sciabile, Ucio è maestro del telemark, vederlo scendere provoca ammirazione e poca invidia per la fatica delle sue gambe.
Per non consumare in un battibaleno tutto lo sforzo fatto per salire, ci si ferma nei pressi di una slavina per effettuare un po’ di didattica a vicinanza.

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L’aria di primavera provoca effetti opposti: a qualcuno concilia il sonno, qualcun’altro si elettrizza ancora di più!

Ma si sa anche che la primavera è la stagione del risveglio delle passioni e che anche gli opposti tendono irrefrenabilmente ad attrarsi…

Il tratto di discesa centrale che coincide con la lunghezza della seggiovia Varmost 2 è quello più bello e stupendamente sciabile. Troviamo tratti intonsi dove affondare le nostre tavole dentro ad una farina dallo spessore perfetto. Ognuno di noi con il proprio stile, la propria velocità, la propria voglia di assaporare ogni centimetro di pista, ne gode con estrema soddisfazione.
Viene quindi estremamente naturale accogliere la proposta fatta a metà tratto di fermarsi, ripellare gli sci e risalire di nuovo di circa 200 metri per raddoppiare il piacere ed il divertimento.
Infatti, a parte sei scansafatiche più avvezzi alle mollezze del sole di Barcola che all’adrenalina dello sci e della neve, tutto il resto del gruppo accetta con entusiasmo l’imperdibile bis!

A gruppo ricompattato arriva il momento di scendere definitivamente per la conclusione della giornata. L’ultimo pezzo risulta più rovinato, a tratti ghiacciato, ma non va comunque ad inficiare l’epilogo di un altro bellissimo tassello nella progressiva costruzione di solide basi della nuova sezione MIB. Tanto che viene estremamente naturale accogliere la proposta di fermarsi ancora una notte per sfruttare la domenica di sole preannunciata, per una nuova incredibile giornata sugli sci.
Infatti, a parte cinque scansafatiche più avvezzi al divano di casa che alla risalita con le pelli, tutto il resto del gruppo accetta con entusiasmo l’imperdibile bis!

La notte porterà consiglio… malga Tragonia e col San Giacomo oppure rifugio Giaf e forcella Scodovacca?

Domenica, 7 marzo 2021

La soluzione più naturale e logica per svariati motivi è lì a portata di mano. Ne avremo ulteriore conferma da un messaggio ricevuto da Esperanta da un amico incontrato sabato sul Varmost: “I tuoi amici hanno fatto molto bene a non venire in forcella Scodovacca. La strada in bosco era completamente ghiacciata!”.

Nei pressi delle case di Chianeit inizia la stradina nel bosco che dà il via alla seconda giornata.

Cinci ed Icefoot hanno gli stessi sci perchè la moglie del Prof ha prestato i suoi, scarponi compresi, all’ex freccia di Cologna. Il quale, ringalluzzito dall’ottimo materiale e approfittando sportivamente di sosta foto del collega, tenta subito una improbabile fuga…

Anche oggi il dislivello finale sarà intorno ai mille metri, un po’ meno del giorno prima, ma soprattutto spalmato su una distanza più lunga. Affronteremo infatti una lunga forestale in mezzo al bosco che soprattutto all’inizio risulterà molto pestata e mangiata da vari passaggi. La neve comunque non manca e non ci sarà mai bisogno di togliere gli sci dai piedi.

Salendo di quota si apprezza sempre di più il paesaggio, dopo circa un ora nei pressi di Ponsas e Duvies lo scenario diventa affascinante.

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Subito dopo risaliamo paralleli al torrente Tartoiana che attraversemo di lì a poco lungo il ponticello “sospeso”.

Le fatiche del giorno prima non si fanno sentire, le gambe scivolano gioiose risalendo la quota della facile pista forestale. Con fantasia ed immaginazione si possono trovare intermezzi discesistici alternativi.

Dopo 5 chilometri e 500 metri di dislivello siamo al bivio da non sbagliare. Piccola sosta di assestamento per spiluccare qualcosa e sistemarci, Malga Tragonia è la direzione da seguire.

Sappiamo che prima di arrivare nella valle aperta in quota dobbiamo salire ancora vari tornanti ma soprattutto ci aspettiamo di incontrare una slavina che dovrebbe ostruire parzialmente il passaggio. Così infatti sarà, anzi ne troveremo due. La prima in mezzo al bosco con un fronte molto ampio superabile parzialmente con gli sci. La seconda invece meno larga ma più impressionante per le dimensioni della massa di neve che è scesa. E finalmente ci lustriamo gli occhi nella valle che si apre davanti a noi sovrastata dal nostro obiettivo finale, il col di San Giacomo.

La forcella Scodovacca ci scruta lontana dall’altra direzione, un’appuntamento solamente rinviato.

Piacevoli chiacchiere ci hanno accompagnato negli ultimi tratti ad una solitaria escursionista udinese, ramponi sulle pedule e passo spedito. L’arrivo a malga Tragonia rappresenta per lei la fine gita e l’inizio di una sosta in modalità lucertola. Per noi invece è l’inizio del tratto più impegnativo ed esaltante.

Duecento metri di dislivello ci separano dalla forcella Risiumela che in parte affrontiamo seguendo tracce preesistenti ed in parte creandone delle nuove attraversando un bosco diradato. Il risultato è l’arrivo in una conca spettacolare con rampa di lancio verso lo scavalcamento della sella.

Per par condicio incrociamo anche una solitaria escursionista triestina, anche lei socievole e piacevolmente disarmante. La splendida giornata ci offre un panorama mozzafiato verso le creste a nord sotto lo sguardo attento dei monti Bivera e Clapsavon.

Un ultimo sforzo, il sole ci indica la via, il col di San Giacomo è conquistato!

Ci prendiamo il giusto tempo per godere del momento. Non un filo di vento, il silenzio è quasi irreale e magnetico. Attimi poetici che trovano la loro sublimazione tuffandoci nel panino di mortadella!

E’ tempo di ripartire e portare a compimento la prima duegiorni scialpinistica. Il ritorno avverrà senza intoppi attraverso il percorso dell’andata, dalla malga Tragonia in poi su strada forestale alla ricerca di tagli in mezzo al bosco per aumentare il divertimento.

La partenza su neve farinosa dalla cima della vetta è il timbro di una gita da ricordare.

Ready to go!!!




Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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