In salita e in discesa, in bici e non solo...

La mountain bike, lo scialpinismo, le affinità elettive
Che la pratica amatoriale della Mtb e dello Skialp abbiano molti punti di convergenza non è certo una novità: contesto e ambiente naturale, sport individuale e di squadra, predisposizione alla fatica in salita, adrenalina e godimento in discesa, soste enogastronomiche…
Fatto sta che nei MIB, a livello di gruppo, lo sci senza impianti non aveva mai attecchito.
E’ così che due anni fa l’amo lanciato da Ucio e Vaivai, sportivi a tutto tondo, amanti della montagna, esperienza decennale nel campo, venne agganciato da Bussola, Icefoot e Prof.
Il primo e isolato approccio didattico fu fissato in un lievo pendio di Valbruna.


Superato alla grande il corso di ben tre ore, diploma e medaglia conquistati, le prospettive per un futuro promettente da atleti dello sci pellato c’erano tutte. Avevamo fatto però i conti senza l’oste, la mancanza di neve prima e lockdown causa pandemia poi, hanno fatto mettere i sogni di gloria dentro ad un cassetto. Che dopo due anni abbiamo riaperto…
A fine dicembre 2020 gli amici friulani ci stimolano così.
Viene fissato un nuovo punto di inizio, il 16 gennaio 2021 sul Matajur. Mai come in questa stagione invernale ha nevicato tanto. La fame di montagna, gli impianti a fune chiusi causa pandemia, il sabato zona gialla “liberi tutti”, spiazza Bussola ed Icefoot che non trovano attrezzatura da noleggiare pur essendosi mossi per tempo, addirittura il giorno prima! Più fortunato Cinci, fresco di brevetto scialpinistico, e più previdente e lungimirante il Prof che ha acquistato l’occorrente ed anche sperimentatolo precedentemente a Tarvisio.
Quindi il Matajur si trasforma in una scialpinistica per quattro ed una ciaspolata per due.



Ambientazione bellissima, giornata di sole, neve così così. Vaivai purtroppo ne paga le conseguenze rimediando una distorsione al ginocchio che per un po’ la tiene ferma ai box.
Non sono poche le variabili che devono collimare per organizzare una nuova uscita di gruppo. In primis meteo e bollettino valanghe, poi interpretazione dei DPCM anti pandemia da analizzare, dotazione attrezzatura.
Sabato 30 gennaio, appuntamento sullo Zoncolan!
Icefoot stavolta anticipa: aveva in mente di comprare la Canyon Spectral, vira invece su Dynafit Seven Summit. Sempre di marchio tedesco si tratta e non è detto che anche sul ToboPivo non faccia la sua bella figura! Cinci presente, Bussola e Prof assenti! Fuori due, dentro altri due: le forze fresche di Ichea e Manigo danno una nuova mano di vernice al gruppo MIB-Skialp. Le chiocce Ucio e Ninja vigileranno con attenzione sul quartetto di quarantenni (media ponderata).

Nel comprensorio sciistico non c’è praticamente nessuno, solo una seggiovia aperta per i giovani agonisti. La giornata è splendida, neve bella e tanta.


Essere qui è emozionante, la compagnia divertente ed affiatata, la similitudine con i nostri giri NAR in mtb prende corpo. Siamo tutti soddifatti del materiale, nuovo o usato che sia. Ichea ha una passione sfrenata per lo sci alpino, mezzo corso di scialpinismo come curriculum, più qualche altra uscita che si conta sulle dita di una mano. Per Manigo invece, anche lui sciatore provetto da seggiovia, è il battesimo totale nello skialp: “Allora che ne dici di questo primissimo approccio?” Risposta: “Una figata! Quando si tratta di fare fatica sono sempre contento!”



Non affrontiamo particolari passaggi tecnici, la voglia di sperimentare non manca, ci affidiamo all’esperienza dei nostri due maestri. E’ così che tra aneddoti e consigli saliamo tra sentierini in mezzo al bosco, seguendo tracce evidenti o suggerite. Alterniamo alcuni passaggi sulle piste battute, l’obiettivo è raggiungere la cima del monte Tamai.


Dove il cielo bello aperto ci fa godere di una vista splendida già assaporata altre volte negli anni, ma per la maggior parte di noi mai conquistata sulla neve con le proprie gambe.


Chi più chi meno, mangiamo, beviamo, ci godiamo lo spettacolo che ci circonda, spelliamo gli sci, ci vestiamo per la discesa. Tutti meno Ucio: lui è Mr. Wolf, risolve problemi! Giù il cappello, Manigo ed un lineare proseguio della giornata ringraziano.
In ripartenza ci aspetta l’unica vera difficoltà di oggi. Affrontare il canalone di neve fresca ma usata che si ricollega alla pista battuta. Qui non si farà fatica a capire chi sono i due che sanno scendere e chi i quattro che hanno parecchio da studiare.
“Vai piano! Salta! Punta il bastoncino! Sposta il peso!”. Ucio non sa più a che Santo votarsi per trattenere la foga da liberisti dei quattro pistaioli che quando vedono neve battuta non riescono a trattenere l’istinto corsaiolo.

Arrivare in fondo è un attimo e seppure a malincuore le strade si separano. Per Ucio e Ninja basta così, cercano di corromperci con gubana e birre al fresco in furgone. Ma la giornata è ancora lunga, Icefoot scalpita, non sarà compito difficile convincere gli altri tre: “Ripelliamo! Risaliamo!”
Tutti d’accordo però a non andare in cerca di strane avventure, senza le nostre guide andiamo sul sicuro. Ci serve almeno ancora un’uscita per definirci esperti scialpinisti… Dopo aver raggiunto la mattina i 1970 metri del Monte Tamai ci accontenteremo nel pomeriggio di toccare i 1750 del Monte Zoncolan.
La salita è bella ripida e seppur priva di difficoltà tecniche è un piacere vedere come le pelli aderiscano perfettamente nel loro incedere verso l’alto. Quattro atleti con un ritmo di tutto rispetto proseguono ai margini del bosco.
A circa metà traccia entra in campo la neuroscienza: il nostro desiderio di trovarsi davanti ad una birra dorata, ad un gustosissimo strudel, ad una tipica grappa è così intenso che il solo pensarlo è come viverlo. Per il cervello, a livello biologico, vivere o immaginare una situazione realmente non fa molta differenza. Quattro cervelli con lo stesso pensiero contemporaneamente possono fare miracoli…

Di nuovo punte verso l’alto, snobbiamo curve larghe più morbide, puntiamo verticali alla nostra meta. Intorno a noi solo bianco e silenzio, non c’è anima viva, le nuvole disegnano il cielo, le tavole solcano neve vergine. Il Monte Zoncolan è conquistato!




Dopo aver fatto il pieno di gioia siamo pronti all’atto finale. Raggiungiamo la stazione a monte della funivia e con un liberi tutti ci lanciamo nella pista vuota, con neve grippante, in modalità prudenza questa sconosciuta. Ichea mette anche qui la sua firma, diventando la Regina della “Zoncolan2”.
Per fortuna Ucio non guarda Strava, speriamo non legga questo racconto.
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto