Verso l’Isola che c’è

Scendo dal Frecciarossa con il mio paccone, che apro di nascosto dietro ad un angolo.
Riassemblo la bicicletta, perché sul vettore più veloce d’Italia la vita dei viaggiatori ciclisti (vedi i treni nazionali) è complicata.

111 km mi separano dal quartiere Isola di Milano. Lascio la stazione di Brescia, verso le campagne profumate di stallatico. Franciacorta produce solo qualità.

Il verde non manca…liscio e fluorescente come il tappeto erboso di San Siro.

La traccia ciclabile del Paratico segue cascine ed antichi castelli. Anche se tutti, Pievi comprese, si sono convertiti alla vendita di vino.

Strana, questa parte d’Italia, dove sacro e profano convivono tra capannoni industriali abbandonati e creatività locale.

Oggi è Natale, e il sole splende. Anche i Babbi si concedono una sana sgambata…

Per andare dove devo andare, da che parte devo andare?

Seguo il cavallo di Pippi Calzelunghe fino al canale Martesana. D’ora in poi, la strada è un rettilineo.

Lo sapevano bene i Borromeo, che a Cassano d’Adda han creato un paradiso…

Seguo lemme lemme i paesotti che mi ricordano Italia Uno degli anni ’90 (Gessate, Gorgonzola, Cernusco, Vimodrone) e, tra nutrie e pescatori, arrivo alla Stazione centrale, sotto al Pirellone.

Svolto a destra ed entro nel futuro. La Milano da bere si è fatta bella come Londra. Ecco l’Isola che c’è.

Gli ultimi 10 km fino alla cena natalizia li faccio in metropolitana…ma devo riconfezionare il paccone:  dall’1 al 24 dicembre i ciclisti non sono i ben venuti.


L’angolo del Meccanico Istriano
Rispolvero una vecchia idea, ovviamente a costo zero.
Per accedere ad un Frecciarossa, ma anche per chi vuole risparmiare 3,50 euro sui treni regionali , ecco come infiocchettare la propria bicicletta.
Occorrente:
– un cordino da 4 metri circa;
– un telo 2 x 1,5 metri, ottenibile da un telo 2 x 3 metri tagliato in due.
– 2  fascette/spaghi/cordini;
– una bici.

Sul lato tagliato del telo serve creare un orlo, con un nastro biadesivo, sul quale applicare delle asole metalliche…o con apposito strumento, o facendosi aiutare da un calzolaio.

Dalla bici si smontano i pedali e le ruote. Queste, si legano sopra il telaio, con il pacco pignoni sistemato tra le tubazioni a triangolo. Si usano le due fascette/spaghi/cordini per legare contemporaneamente entrambi i cerchi, una volta bloccando un pedale ed una volta bloccando il manubrio.

Per evitare di avere la corona con i denti sporgenti, consiglio, prima dello smontaggio, di impostare la catena sulla corona maggiore e sul pignone più piccolo. In questo modo, la catena rimane leggermente tesa e protegge i denti.

Per guadagnare ulteriori centimetri in larghezza, o per proteggere il tutto nel caso di uno stoccaggio tra altre bici o valigie, è possibile anche smontare il deragliatore posteriore dal forcellino con una brugola da 5.

Il telo deve essere ripiegato in due, in modo da poter ripassare il cordino tra tutte le asole. Un ultimo nodo, tendendo il cavo, conclude il lavoro.

Dalla fessura superiore, lato corona, è possibile sollevare il paccone afferrando il telaio che, se fortunati, riesce anche a stare in piedi da solo, poggiando sul sellino e manubrio.
Et voilà…


3 commenti

  1. Ciao,
    A breve dovrò andare a ritirare la mia nuovissima mtb a Brescia e sto pensando di tornare da Brescia a Gessate in sella al nuovo acquisto, tempo permettendo.
    Questo è il giro migliore da fare senza passare troppo per strade provinciali e trafficate?
    Grazie mille in anticipo! Ciao

  2. Ciao, visto solo oggi. La traccia è stata disegnata su Komoot senza conoscere le zone. Alcuni suggerimenti li ha dati il software, altri li ho impostati io in quanto volevo visitare i centri di alcune località. Il giro era in bici da corsa, pur facendo qualche piccolo sterrato. Non ho ricordo di grandi strade trafficate, se non qualche incrocio a rotatoria, subito abbandonato. Da Cassano d’Adda fino a Milano, è il tratto che ricordo con maggior stupore….ma tu lì sei quasi arrivato!!

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