Matadown 2017

6 agosto 2017

Su un monte lontano, lontano…

Ah no, scusate. Una calda domenica d’agosto  con rischio temporali pomeridiani, il lavoro degli instancabili trailbuilder di MagliaNera finalmente giunge al suo apice, la gara della Matadown 2017 è pronta a partire!

Il ritrovo è a San Pietro al Natisone per ritiro pettorali, chip e pacco gara. In valle soffia un vento caldo ma non troppo, il prologo sul pistino di Sorzento si preannuncia “caliente”.

Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

Dopo un giro di prova, tutti pronti alla partenza.

Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

5… 4… 3… 2… 1… Via!

Mi alzo sui pedali, parto e cado alla prima curva sul ghiaino come un pirla… ma porcaccia!!! Mi rialzo in un attimo e riparto; il pistino è un divertimento, cerco di lasciar scorrere ed in un attimo sono all’arrivo.
Tempo cronometrato 1:46.64… Sarò ultimo?

Corriere e furgoni ci aspettano per portare biker e bikes fino al rifugio Pelizzo (1320 m), da dove tocca spingere per raggiungere la vetta del monte Matajur (1641 m). Per fortuna il sole cocente è stemperato da un vento “quasi fresco” che rende la salita “quasi piacevole”.

Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

Una volta raggiunta la chiesetta non resta che attendere tutti gli enduristi e scoprire ora e posizione in griglia di partenza, anche godendo del panorama.

Sul prato migliaia di euro spesi per la propria passione…

Per me seconda griglia, primo della riga J. Evidentemente non sono arrivato ultimo nel prologo!

Parte la prima griglia, il video rende bene l’idea…

Alle 14:30 tocca alla mia griglia… sono indietrooo; so già che alla partenza non partirò pedalando, ma farò le prime due rocciose discese a piedi, visto l’effetto imbuto.

5… 4… 3… 2… 1… Via!

Come da copione le prime due discese a piedi, poi finalmente in sella. Dalla chiesetta fino al Dom na Matajur bisogna stare solo attenti a non infilarsi in qualche canaletta scavata dall’acqua e lasciar correre, poi subito dopo un’altro imbuto sono alcune rocce che creano intralcio un po’ a tutti (chissà se proprio a tutti…). Ma da qui scorre bene fino all’incrocio con il sentiero 749; lungo il tracciato quasi tutti mi sorpassano ma ci sono vari biker che hanno bucato nel tratto fino al Marsinska Planina.

Da qui ancora un singletrack polveroso, talora con canalette e radici, ma con non troppe pietre, scorre veloce verso il passo di Glevizza, dove il sentiero incorcia la strada forestale. Conosco abbastanza bene il tracciato, ma la stanchezza aumenta e la forestale sembra non arrivare mai… alle 14:46 finalmente la incrocio, i presenti mi incitano, di solito qui si fa una pausa all’ombra, ma siamo in gara e quindi si continua!

Iniziano alcuni saliscendi, buona parte del percorso è nel bosco, spesso il tracciato taglia il versante e si fa stretto stretto, ma mai impossibile. Me lo ricordo lungo ma invece è lunghissimo!

Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

Dal passo di Glevizza sono circa 6 km prima all’abitato di Mezzana. Due settimane prima, in un tratto di versante piuttosto pendente, avevo fatto un bel volo “grazie” ad un tratto attrezzato con un cavetto in acciaio per gli escursionisti, stavolta, anche visto che poco prima avevo trovato un altro biker a terra con la spalla dolorante, decido di farlo a piedi, tanto sono 15 metri e il cronometro può correre quanto vuole…

Una volta sulla forestale mi gioco l’unico jolly della giornata, sui ciotoli a 40 km/h, “svisatona” ma salvo…. fiu, andata!

Ancora un paio di chilometri e si ripercorre il tracciato del prologo, già fatto al mattino. Stavolta arrivo guardingo alla curva “maledetta” e pur stanco (e più lento) mi diverto lungo il pistino di Sorzento.

Ultimo ripido, il prato, la chiesetta di San Nicolò, l’arco dell’arrivo… FINITA!!!

Il tempo finale è di 56′ 26″.16, praticamente il primo avrebbe quasi potuto farsi 2 discese e doppiarmi; in classifica 89° (perché buona parte di quelli dietro hanno bucato) ma per me non ha alcuna importanza, il motto del GiovEnduro è rispettato: “Insani in partenza, sani all’arrivo”.

Eli e Marco “festeggiano” il mio arrivo, sono molto contento, stanco ma integro e soprattutto pronto per il giro di birre alla festa di Vernasso, dove Giove pluvio ci grazierà con 15 minuti di “tempesta” (vento, pioggia e grandine) ma tutti protetti sotto il tendone (tra pallavolisti, calciatori, biker, ecc.).

La Matadown è l’unica gara del circuito SloEnduro/Enduro 4 Fun che prevede una mass-start, un percorso quasi tutto in discesa, ma con dei rilanci assassini, lungo circa 13 km e con tante tipologie di fondo, che può mettere a dura prova fisico e mente, ma che è assolutamente da provare per tutti gli amanti dell’enduro.



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

Medioman
Medioman
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3 commenti

  1. Giancarlo ora è il momento di portare i MIB a fare la Matadown e giacchè non c’è la ressa della partenza si può partire pedalando dalla chiesetta

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