In salita e in discesa, in bici e non solo...

2 giorni 2014 – Da Passo Pramollo a Malga Cason di Lanza e ritorno
Sabato 5 luglio: da Passo Pramollo a Malga Cason di Lanza
Cinque carote e una melanzana iniziano la 2 giorni con spirito positivo ed animo allegro non sapendo a cosa andranno incontro…

Siamo nel bel mezzo del comprensorio sciistico e mentre io ed il Cinci analizziamo le piste in versione estiva, Bussola con sicumera afferma che qui sulla Gran Risa lui è di casa. Imbocchiamo una sterratona con tornanti in discesa e presi dall’entusiasmo non ci accorgiamo che l’unico possessore della traccia non è con noi; dietrofront a mulinar le gambe fino all’imbocco di un sentierino dove Medioman ci aspetta ridendo sotto i baffi.
Ci infiliamo dentro il bosco un poco pedalando e abbastanza spingendo fino a quando spingiamo e basta: tratti tra le rocce, ponte di legno, sburtanbike sempre in un clima disteso e divertito.
Riconquistiamo la sterrata e di nuovo in salita raggiungiamo la Tropolacher Alm, ultimo sguardo a Nassfeld, scolliniamo e scendiamo l’altro versante.
La giornata è bella, i panorami stupendi, ci infiliamo in sentierini divertenti dove la tecnica prende il sopravvento e Vin(tage) Diesel ci delizia con passaggi mirabolanti, io Medioman e il Prof immortaliamo, Bussola e Cinci prendono nota.
Ma ecco la sorpresa della giornata, un cartello di divieto bici, un attimo di smarrimento… poi controlliamo le nostre carte d’identità, con sollievo vediamo che siamo italiani, quindi senza indugio possiamo proseguire. Però abbiamo fatto i conti senza l’oste e qualche km più avanti ci si para davanti un escavatore con 3 aggueriti boscaioli autoctoni che ci bloccano la strada, ci fanno un kazziatone enorme, minacciano polizei e nemmeno il carinziano estremo di Medioman, l’anglofurlano di Bussola, il triestino di 999 generazioni di Diesel, l’istroregionale del Prof, il finlandese navale del Cinci e il mio slavovicentino riescono a scalfire la durezza e l’intransigenza dei Franz Joseph locali.
Solamente sentendo il nome del nostro punto d’arrivo, Cason di Lanza, i 3 si rilassano e quasi inaspettatamente ci fanno passare, chissà che ricordi avranno avuto, forse una volta più che Cason iera un casin…

Passato pericolo ritroviamo la strada sterrata che con buona pendenza ci porta alla Tressdorfer Alm e dopo breve consulto, constatato il ritardo sulla tabella di marcia, decidiamo di fermarci per il pranzo. Il gruppo si spacca su un tema fondamentale, io propendo per ordinare la birra tutti gli altri la radler, ma colpo di scena trovo un’ alleata, tale Inga di Monaco di Baviera che arrivata al nostro tavolo senza nemmeno salutare scandisce: ein, zwei, drei, vier, funf, sechs grosses bier!!!…. evvai… altro che radler!
Speck, formaggio, salame, pane, birra, caffè, la dieta dello sportivo è completa e con le gambe leggermente molli si ricomincia a salire su pendenze sostenute e visioni bucoliche, consumando più suole che coppertoni arriviamo in cresta al confine tra Austria e Italia.

La fatica fino adesso notevole viene ripagata semplicemente dall’ essere presenti in questo luogo.

Si ricomincia, con attenzione tagliamo in 2 un ampio fronte franoso e poi via tra sentierini divertenti tra pini mughi e tentativi di imboscate. Risconfiniamo in Austria per corroborante single track e arrivati ad un bivio bisogna prendere una decisione: Bussola propone di allungare come da progetto iniziale quindi si va dall’ altra parte. In effetti comincia a far tardi e dopo l’ ultima impegnativa salita arriviamo alla Malga Cason di Lanza.

Dopo il brindisi per il giro concluso simildoccia per 4 e realdoccia per 2 (non mi dilungo), cena in malga e acquisita consapevolezza di ordinare quello che ordina Medioman…
Camminata notturna alla ricerca del segnale di rete disperso e buonanotte!
Domenica 6 luglio: da Malga Cason di Lanza a passo Pramollo
Come avvisato dalla gestrice sveglia alle 5 (non x tutti) grazie ai campanacci delle mucche che stazionano sotto la nostra camerata. Pian piano i MIB aprono gli occhi e alle 7.30 tutti pronti per abbondante colazione.

Oggi c’è più movimento e arrivano parecchie auto con tante persone che aprofittano della bella giornata per gite domenicali.

Il giro di oggi sarà relativamente breve dal punto di vista chilometrico e la prima parte scorre veloce e pedalabile con aumento di dislivello e brevi discese.
Arriviamo ad una sella ed in lontananza un puntino indica il nostro prossimo punto d’arrivo: il bivacco Lomasti.

Siamo in un luogo affascinante,distante da tutto e da tutti e facciamo un incontro con un camminatore solitario. La valle davanti a noi è selvaggia, il sentiero diventa sempre meno pedalabile fino a che non arriviamo ai primi tratti dove incomincia a farsi vedere la neve.

Ora non si pedala più, ognuno spinge la sua bike e Diesel è il primo ad adottare lo Sherpa style.

Bello, bello ,bello! Siamo estasiati e la fatica non si sente neanche quando il sentiero si inerpica tra i massi e si fa fatica a trovare il passaggio giusto nascosto dalla neve. In questo nulla veniamo raggiunti e superati da altri 2 bikers con bici in spalla…ovviamente triestini, che ritroveremo in cima al bivacco.

Punti anche esposti raccomandano prudenza e al bivacco Lomasti veniamo accolti da un venticello decisamente frizzante.

Spettacolo! Siamo contenti come bambini e proseguendo in salita siamo sul bordo della montagna che dall’altra parte ci ricongiunge al comprensorio di Pramollo.


Abbiamo anche la possibilità di scivolare sulla neve con bici al seguito, discesona, salitona e al primo pomeriggio siamo nel rifugio all’ arrivo della Millenium Express.


La 2 giorni sta già volgendo al termine e dopo ampia sosta ultimo tratto di collegamento fino al passo dove abbiamo lasciato le macchine, cercando di godere gli ultimi istanti di un weekend da ricordare.


PS: se vi capita di stare dietro ad una macchina con portabici e bici annesse… non stateci!
Chi sa, sa…
Ed ecco il video “autoprodotto” dal Prof
Ed i video di Icefoot
Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto