Parto per Pomjan!

2 novembre 2017

Dopo il tentativo di suicidio di un membro MIB nell’uscita di qualche settimana fa a Korte, per la ricerca di nuove emozioni enduristiche a Pomjan opto per giro solitario. Parto in tarda mattinata cercando la linea diretta che mi porti a destinazione senza ghirigori fra sterrati e sentieri, scelta che dovrebbe essere naturale per un mtbiker. Però certe volte un taglio diretto è la scelta giusta: chiedere info al visino incazzato di Elisa (e a quello distrutto di sua mamma) dopo circa 24 ore di travaglio naturale, in contrapposizione allo sguardo serafico e sorridente di Martina dopo 5 minuti di taglio cesareo…
Quindi strada diretta verso Caresana, Ospo e Rizana. Devo arrivare sopra Sveti Anton, decido di fare controcorrente il bosco affrontato più volte in discesa, taglio e sburtan sono un’abbinamento perfetto; una volpe guardinga mi squadra dall’alto e mi indica la via.

L’ambiente è fatato ma un po’ inquietante: mentre salgo spingendo, spari di cacciatori neanche troppo in lontananza si susseguono a ritmo regolare. Accelero il ritmo e le pulsazioni, arrivo alla postazione del libro di vetta desideroso di tirare il fiato. Niente da fare, appena fermo, dietro un cespuglio sento passi ben distinti che non possono appartenere né ad un uomo nè ad uno scoiattolo. Sarà la volpe di prima oppure cinghiali, orsi, mammut? La mia naturale curiosità si dissolve in un attimo, monto in sella e mi fiondo nella breve discesa lontano dalle mie paure.
Finalmente giungo all’incrocio che mi ero prefissato e anche grazie all’aiuto di OCM trovo il lungo saliscendi sul costone in mezzo al bosco che mi fa sbucare nell’abitato di Dolani.
La tappa successiva è Marezige che raggiungo per strada poco trafficata gustando scorci interessanti verso la valle della Dragogna da una parte e Capodistria e il mare dall’altra. Giunto in centro prendo nota di future possibili soste.

La prossima tappa è Pomjan, discesa direzione Babici, salita verso Rojci, il paese con il più alto rapporto tra case abbandonate e macchine senza targa!
La vista da Pomjan è spettacolare.

A breve si apriranno le danze e la musica techno che sento in lontananza mi dà la carica giusta. Attraverso lo stretto paese, leggo tabelle informative che rimandano a cenni storici consueti da queste parti: difese contro i turchi e razzie dei tedeschi. Cartelli ingannatori stanno per farmi sbagliare strada…

TUNZ!TUNZ!TUNZ! il ritmo techno è sempre più forte e martellante, il comitato di accoglienza ha pensato di gasarmi per bene, il punto dove partono le discese verso valle è colonizzato da un rave party. Sguardi leggermente persi indagano l’alieno a due ruote mentre bassi nitidi e potenti mi accompagnano verso il Kurbnhous… TUNZ!TUNZ!TUNZ!
Sono al dunque, il sito Trailforks mi ha dato la possibilità di scoprire nuove tracce ed anche la sua App risulta determinante e precisa per seguire la discesa prescelta. Il punto di partenza è medesimo per le discese DH, Enduro, Kurbnhous, dai 400 metri si arriva al livello del mare. Scelgo l’ultima forse perchè è la più lunga, ma non avendone mai fatta alcuna, cambia poco. Il terreno è ottimo, asciutto, anche la mia gomma consunta tiene bene, qualche saltino da affrontare con attenzione. Le tracce si dividono, la mia necessita di qualche rilancio, arrivo in un punto dove credo che anche un Prof con Manigo avrebbe qualche difficoltà ad affrontare in sella…

Da lì in poi tutto è guidabile senza fermarsi, linee divertenti, tecniche, sassose che un clima umido renderebbe sicuramente infide; vengo risucchiato in basso come al solito troppo velocemente, il buio del sottobosco rende tutto più affascinante. La fine della discesa arriva e mi lascia molto soddisfatto.

Pedalando a fianco di un torrente passo per Kampel e in direzione Koper arrivo presso la Pivovarna Emonec più volte frequentata. Per chi volesse fare più discese senza lunghi trasferimenti pedalati questo è il punto ideale dove lasciare la macchina e per una meritata pivo finale. Da qui infatti parte la strada asfaltata che in circa 7 km e dopo 400m di dislivello positivo riporta a Pomjan.
La poca voglia di provare una nuova linea in salita è predominante rispetto la tanta voglia di provare una nuova linea in discesa. In effetti sono un po’ stanchino, la Parenzana diventa strada di casa.
Ma nei pressi di Dekani mi viene il senso di colpa, come ho fatto a rinunciare ad una nuova salita?
Rimedio subito ed il “Pizzaballa” alla rovescia diventa il mio nuovo target. La sterrata che porta a Kolombar non l’avevo mai fatta e viaggia parallela al divertente sentierino “Slap” già fatto in discesa. Virata sburtanbike nel singletrack contrassegnato dal cuore che porta in cima al Tjnian.
Siamo nel mese delle tasse e delle giornate di poca luce, nonostante questo mi sento leggero e contento.
In discesa verso Ospo, nella semioscurità filo veloce verso i laghetti delle Noghere, per la prima volta senza trovare nemmeno una pozzanghera. Il fantasma di Cinci mi vuol far litigare con un’automobilista posteggiato in mezzo la ciclabile, bofonchio qualcosa, ma oggi niente riuscirà a rovinarmi questa splendida uscita solitaria.



Tutte le foto di questa uscita le trovate nel nostro album su Google Foto

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